KAYEXALATE OS RETT SOSP FL454G -Avvertenze e precauzioni
Legame con altri medicinali somministrati per via orale: Kayexalate può legarsi ad altri medicinali somministrati per via orale, questo può diminuire il loro assorbimento gastrointestinale e la loro efficacia. Evitare la co-somministrazione di Kayexalate con altri medicinali somministrati per via orale. Somministrare Kayexalate almeno 3 ore prima o 3 ore dopo l’assunzione di altri medicinali orali. Per i pazienti con gastroparesi è necessario considerare un intervallo di 6 ore (vedere paragrafo 4.2 e 4.5). Alternative terapeutiche nell’iperpotassiemia grave: Poiché per un efficace abbassamento del potassio sierico con KAYEXALATE possono essere necessarie ore o giorni, il trattamento con questo farmaco da solo può non bastare a correggere rapidamente una grave iperpotassiemia provocata da condizioni di rapida distruzione di tessuti, come esempio nelle ustioni e nell'insufficienza renale. In tali casi può essere necessario il ricorso alla dialisi peritoneale o emodialisi. Se l'iperpotassiemia è tanto marcata da costituire un'emergenza di natura medica (per esempio potassiemia superiore a 7,5 mEq/litro) può essere necessario un immediato trattamento con glucosio ed insulina per via endovenosa o con bicarbonato di sodio per via endovenosa: si tratta di misure temporanee per abbassare il potassio nel siero, mentre si prepara altro trattamento a lungo termine per ridurre la potassiemia. Ipopotassiemia: dal momento che esiste la possibilità di una forte deplezione di potassio, durante il trattamento è essenziale effettuare adeguati controlli clinici e biochimici, specialmente nei pazienti in trattamento con digitale. La terapia deve essere interrotta non appena i livelli sierici di potassio scendono al di sotto di 5 mEq/l (vedere sezioni 4.3 e 4.5). Poiché un deficit intracellulare di potassio non sempre trova riscontro nei valori sierici si raccomanda di non trascurare i segni precoci clinici o elettrocardiografici dell’ipopotassiemia (vedere sezione 4.9). Sorbitolo: nei pazienti trattati con polistirene sulfonato, specialmente in quelli che utilizzano sorbitolo, si possono verificare stenosi gastrointestinale, ischemia intestinale e le sue complicazioni (necrosi e perforazione). Quindi, pur non potendo escludere come causa di ciò un’insufficiente irrigazione del colon dopo il trattamento, la somministrazione concomitante di sorbitolo e sodio polistirene sulfonato non è raccomandata (vedere sezione 4.5 e 4.8). Altri disturbi elettrolitici: come qualsiasi resina a scambio cationico KAYEXALATE non ha un'azione totalmente selettiva per il potassio, ma una piccola quantità di altri cationi, quali magnesio e calcio, possono essere legati e quindi perduti durante il trattamento. Per questo motivo i pazienti che assumono KAYEXALATE devono essere controllati per evidenziare eventuali disturbi elettrolitici. Altri rischi: se si presenta costipazione clinicamente significativa, si deve interrompere il trattamento fino a quando si ripristina una normale motilità intestinale. Non si devono usare lassativi contenenti magnesio o sorbitolo (vedere sezione 4.5 e 4.8). Per ingerire la resina il paziente deve mettersi in una posizione corretta, per evitarne l’aspirazione che può portare a complicazioni broncopolmonari. Pazienti a rischio per l’aumento del carico di sodio: poiché la resina contiene sodio (circa 100 mg per ogni grammo di polvere) è necessario porre particolare cautela quando si somministra il farmaco a pazienti che non tollerano anche piccoli carichi di sodio (grave insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione grave, danno renale o presenza di edemi marcati). In tali casi è dunque essenziale effettuare adeguati controlli clinici e biochimici. In tale situazione può essere utile una restrizione compensativa dell’assunzione di sodio da altre fonti o l’uso della resina calcica. Lesioni gastrointestinali: speciale attenzione deve essere posta durante la somministrazione di KAYEXALATE nei pazienti affetti da uremia cronica e lesioni sia funzionali che organiche dell’apparato digerente. La ipomotilità intestinale in aggiunta alla contemporanea somministrazione di inibitori di secrezione acida e/o antiacidi (idrossido di alluminio) spesso richiedono un aumento del dosaggio della resina. Queste condizioni possono determinare un accumulo della resina nella cavità gastrica con parziale passaggio di questa nel duodeno e in casi molto rari la formazione di bezoari a loro volta responsabili di sub-occlusione intestinale. Sono stati riportati rarissimi casi di bezoario a localizzazione gastrointestinale. Sono inoltre descritti casi di formazione di “cristalli” di “sodio polistirene sulfonato” aderenti alla mucosa (con o senza lesioni). Nei pazienti a rischio (uremici, ustionati con lesioni gastroenteriche e ridotta motilità gastrointestinale) le condizioni di iperpotassiemia potrebbero essere trattate con altri presidi terapeutici (insulina-glucosio o dialisi). È comunque consigliabile una valutazione endoscopica (anche in urgenza) per valutare i possibili danni mucosali (ulcere, erosioni) o eventuali sanguinamenti. Alcalosi sistemica: l’uso di calcio carbonato o di alluminio idrossido può indurre alcalosi in quanto la neutralizzazione dei protoni da parte degli antiacidi nello stomaco aumenta la produzione di bicarbonati a livello duodenale che, in presenza di sodio polistirene sulfonato, non vengono tamponati, ma assorbiti, provocando un’alcalosi metabolica che, nei casi limite, potrebbe scatenare crisi convulsive. Popolazione pediatrica Nei neonati non utilizzare il sodio polistirene sulfonato per via orale. Sia nei bambini che nei neonati è bene usare particolare cautela durante la somministrazione per via rettale, poiché un dosaggio eccessivo o una diluizione non adeguata possono portare ad un impaccamento della resina. Nei neonati prematuri e nei nati sottopeso si deve prestare particolare cautela, a causa del rischio di emorragia digestiva, necrosi colica e sovraccarico di sodio.