FORTIDOSE COLL 30FL 0,2ML2% RP -Avvertenze e precauzioni
Uso oftalmico • Altri agenti beta–bloccanti Gli effetti sulla pressione intra–oculare o i noti effetti del beta–blocco sistemico possono essere potenziati quando Fortidose è somministrato a pazienti che già assumono agenti beta–bloccanti sistemici. La risposta di questi pazienti deve essere attentamente monitorata. La somministrazione concomitante di due colliri beta–bloccanti non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). • Nel caso in cui colliri appartenenti a questa categoria siano somministrati al fine di ridurre la pressione intraoculare in pazienti affetti da glaucoma acuto ad angolo chiuso, si dovrà somministrare anche un miotico. In tali pazienti, infatti, l’obiettivo immediato del trattamento è la riapertura dell’angolo, che richiede l’uso di un miotico per indurre la costrizione pupillare, dal momento che il carteololo ha scarso o nessun effetto sulla pupilla. • Dopo procedura chirurgica filtrante, sono stati riportati casi di distacchi coroidali in seguito a somministrazione di terapie volte a ridurre il volume dell’umor acqueo (quali timololo e acetazolamide). • Portatori di lenti a contatto. Esiste il rischio di intolleranza alle lenti a contatto per la riduzione delle secrezioni lacrimali, associata generalmente all’uso dei beta–bloccanti. • Dopo un trattamento prolungato può insorgere una ridotta sensibilità al carteololo. L’assenza di tachifilassi deve quindi essere controllata annualmente al fine di assicurare l’efficacia della terapia a lungo termine. Disturbo corneale I beta–bloccanti oftalmici possono causare secchezza oculare. I pazienti con disturbi corneali devono essere trattati con cautela. Uso sistemico Come altri agenti oftalmici, Fortidose è assorbito a livello sistemico. A causa del principio attivo beta–adrenergico, il carteololo cloridrato, possono comparire le stesse reazioni avverse, a livello cardiovascolare, polmonare e in altri distretti, osservate con gli agenti beta–bloccanti sistemici. L’incidenza degli eventi avversi sistemici dopo somministrazione topica oftalmica è più bassa rispetto alla somministrazione sistemica. Per ridurre l’assorbimento sistemico, vedere paragrafo 4.2. Questo medicinale non deve generalmente essere somministrato in associazione con amiodarone, alcuni calcio–antagonisti (bepridil, verapamil, diltiazem) ed i beta–bloccanti usati per il trattamento dell’insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione). Sportivi Gli sportivi devono essere informati che questo medicinale contiene un principio attivo che può determinare positività ai test antidoping. Interruzione del trattamento Un trattamento sistemico con beta–bloccanti non deve essere mai interrotto improvvisamente, in special modo nei pazienti affetti da angina: un’improvvisa interruzione può causare gravi disordini del ritmo cardiaco, infarto miocardico o morte improvvisa. La posologia deve essere ridotta progressivamente, ad esempio in una o due settimane. Patologie cardiache In pazienti con problemi cardiaci (patologia cardiaca coronarica, angina di Prinzmetal e insufficienza cardiaca) e ipotensione, la terapia con beta–bloccanti deve essere valutata in modo critico e deve essere presa in considerazione una terapia con altre sostanze attive. I pazienti con patologie cardiache devono essere osservati attentamente per individuare segni di peggioramento di queste malattie e di reazioni avverse. A causa dell’effetto negativo sul tempo di conduzione, i beta–bloccanti devo essere prescritti con cautela in pazienti con blocco atrioventricolare di primo grado. Bradicardia La posologia deve essere ridotta se la frequenza del battito cardiaco è minore di 50–55 battiti al minuto a riposo ed il paziente presenta sintomi associati alla bradicardia. Patologie vascolari Pazienti con gravi disordini della circolazione periferica (ad esempio gravi forme di malattia di Raynaud o sindrome di Raynaud) devono essere trattati con cautela. Patologie respiratorie A seguito della somministrazione di alcuni beta–bloccanti oftalmici in pazienti asmatici sono state riportate reazioni respiratorie avverse, inclusa morte per broncospasmo. Fortidose deve essere usato con cautela in pazienti con lieve/moderata broncopneumopatia cronica ostruttiva (COPD) e solo se il potenziale beneficio compensa il potenziale rischio. Ipoglicemia/diabete I beta–bloccanti devono essere somministrati con cautela in pazienti soggetti ad ipoglicemia spontanea o in pazienti con diabete labile, dato che i beta–bloccanti possono mascherare segni e sintomi di ipoglicemia acuta. Feocromocitoma L’uso di beta–bloccanti nel trattamento dell’ipertensione dovuta a feocromocitoma trattato richiede uno stretto monitoraggio della pressione arteriosa. Soggetti anziani, soggetti con insufficienza renale e/o insufficienza epatica In questi soggetti a rischio, e quando i colliri beta–bloccanti sono somministrati insieme ad un beta–bloccante sistemico, è spesso necessario un aggiustamento del dosaggio.Psoriasi È stato riportato un aggravamento della malattia con la somministrazione di beta–bloccanti e tale indicazione merita la dovuta considerazione. Reazioni allergiche/anafilattiche I pazienti con una storia di atopia o di reazione anafilattica grave a diversi allergeni che assumono beta–bloccanti possono essere più reattivi ad esposizioni ripetute agli allergeni. Nei soggetti predisposti a sviluppare una reazione anafilattica grave, qualunque ne sia l’origine, in particolare verso floctafenina, mezzi di contrasto iodati, l’uso di prodotti anestetici o durante trattamenti desensibilizzanti, il trattamento con beta–bloccante può determinare un aggravamento della reazione e resistenza al trattamento con dosi normali di epinefrina. Anestesia Generale I beta–bloccanti oftalmici possono bloccare gli effetti beta–agonisti, ad esempio dell’adrenalina. È opportuno avvisare l’anestesista che il paziente è in trattamento con carteololo cloridrato. • Se l’interruzione del trattamento è ritenuta necessaria, una sospensione di 48 ore è considerata sufficiente per consentire la ricomparsa della sensibilità alle catecolamine. • In certi casi, il trattamento con beta–bloccante non può essere interrotto: • In pazienti affetti da insufficienza coronarica, è consigliabile continuare il trattamento fino all’intervento chirurgico, in considerazione del rischio associato con l’improvvisa interruzione della somministrazione di beta–bloccanti. • In casi di emergenza o di impossibilità ad interrompere, il paziente deve essere protetto dalla predominanza vagale attraverso un’adeguata premedicazione con atropina, ripetuta se necessario. • L’anestesia deve fare uso di prodotti che causano la minor depressione miocardica possibile, e la perdita di sangue deve essere compensata. Tireotossicosi I beta–bloccanti possono anche mascherare i segni di ipertiroidismo. I beta–bloccanti sono capaci di mascherare certi segni di tireotossicosi, in particolare i segni cardiovascolari.