FEMIPRES PLUS 14CPR 15MG+25MG -Avvertenze e precauzioni

FEMIPRES PLUS 14CPR 15MG+25MG Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Moexipril cloridrato/HCTZ deve essere utilizzato solo a condizione che si presti cautela in pazienti con: • squilibri elettrolitici clinicamente importanti • diminuita risposta immunitaria • collagenosi vascolari (es. lupus eritematoso, sclerodermia) • concomitante terapia farmacologica immunosoppressiva sistemica (es. corticosteroidi, agenti citostatici, antimetaboliti) e allopurinolo, procainamide o litio. La pressione sanguigna e i rispettivi parametri di laboratorio devono essere attentamente monitorati, in particolare all’inizio della terapia con ACE inibitori, in pazienti con: • funzionalità renale compromessa (GFR da 30 a 59 ml/min/1,73m²) • ipertensione di grado severo, ipertensione renale • insufficienza cardiaca • deplezione di sali e/o fluidi • età superiore ai 65 anni Ipotensione: Moexipril cloridrato/HCTZ può provocare una profonda caduta della pressione arteriosa, in particolare all’inizio della terapia, con sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza e disturbi visivi. Possono verificarsi rari casi di sincope. Nell’8% dei pazienti trattati con un’associazione di moexipril e HCTZ è stata osservata ipotensione sintomatica, che ha indotto la sospensione della terapia in circa l’1% dei pazienti. L’ipotensione sintomatica è rara in pazienti con ipertensione non complicata e si può verificare con maggiore probabilità in pazienti con deplezione di sale e/o volume come risultato di una terapia diuretica prolungata, restrizione dell’assunzione di sale con la dieta, dialisi, diarrea o vomito. La deplezione di sale e/o volume deve essere corretta prima di iniziare la terapia con moexipril cloridrato e HCTZ. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, con o senza insufficienza renale concomitante, una eccessiva ipotensione causata dalla terapia con ACE-inibitori può essere associata con oliguria o azotemia e, raramente, con insufficienza renale acuta e morte. Questi pazienti devono essere attentamente seguiti all’inizio della terapia e ogniqualvolta la dose di moexipril cloridrato/HCTZ è aumentata. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve essere somministrata una soluzione di sodio cloruro tramite infusione endovenosa. Il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ può solitamente essere continuato in seguito al ripristino di un’adeguata pressione sanguigna e della volemia. Per i pazienti che presentano una riduzione eccessiva della pressione arteriosa con una dose da 15 mg/25 mg di moexipril cloridrato/HCTZ, può essere iniziata una graduale riduzione della dose sotto stretto controllo medico. Il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) con bloccanti del recettore dell’angiotensina, ACE inibitori o aliskiren è associato ad un incremento del rischio di ipotensione rispetto alla monoterapia (vedere il paragrafo "Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)" più sotto e il paragrafo 4.5). La pressione sanguigna, la funzione renale e gli elettroliti devono essere attentamente monitorati nei pazienti che assumono moexipril cloridrato/HCTZ e altri agenti che hanno effetto sul RAAS. Ipertensione vascolare renale: La funzionalità renale deve essere controllata prima di iniziare una terapia con un ACE-inibitore. Vi è un aumentato rischio di ipotensione grave e insufficienza renale quando pazienti con ipertensione vascolare renale sono trattati con moexipril cloridrato/HCTZ. Si può verificare la perdita della funzionalità renale, con soltanto lievi variazioni della creatinina sierica. In caso di stenosi dell’arteria renale (stenosi bilaterale o stenosi in presenza di un rene solitario anatomico o funzionale) gli ACE inibitori sono controindicati (vedere paragrafo 4.3). Compromissione renale: In soggetti sensibili possono essere previste alterazioni della funzionalità renale a causa dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con ACE inibitori, incluso moexipril, può essere associato ad oliguria e/o azotemia progressiva e (raramente) a insufficienza renale acuta e/o decesso. Alcuni pazienti ipertesi senza apparente patologia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumento dei livelli plasmatici di azoto ureico e creatinina, generalmente lieve e transitorio, specialmente quando moexipril è stato somministrato insieme ad un diuretico. Questo può verificarsi con maggiore probabilità in pazienti con compromissione renale preesistente. Può essere richiesta la riduzione della posologia di moexipril cloridrato/HCTZ e/o la sospensione del diuretico. Dosaggio raccomandato per pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa (GFR da 30 a 59 ml/min/1,73m² o creatinina sierica > 1,2 mg/dl e < 1,8 mg/dl): in pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata, questa associazione fissa deve essere somministrata con molta cautela (vedere paragrafo 4.2). In pazienti con una compromissione renale più grave, i diuretici dell’ansa sono preferiti rispetto ai tiazidici, e moexipril cloridrato/HCTZ non è raccomandato (vedere paragrafo 4.3). In pazienti con funzione renale compromessa, un attento monitoraggio della funzione renale da parte del medico curante è imperativo. Compromissione epatica: I diuretici tiazidici devono essere utilizzati con cautela in pazienti con funzionalità epatica compromessa o malattia epatica progressiva, in quanto alterazioni anche minori dell’equilibrio idro-elettrolitico possono precipitare il coma epatico. Gli ACE inibitori sono stati raramente associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico o epatite e progredisce fino a necrosi fulminante e (in taluni casi) morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o innalzamenti marcati dei livelli degli enzimi epatici devono sospendere il trattamento con l’ACE inibitore e ricevere un appropriato monitoraggio medico. Proteinuria: Si può verificare proteinuria clinicamente rilevante (> 0,5 g/die), in particolare in pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale o che assumono dosi relativamente elevate di moexipril cloridrato/HCTZ. Edema angioneurotico: In pazienti trattati con ACE inibitori è stato segnalato edema angioneurotico del volto, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe e delle estremità, in particolare durante le prime settimane di trattamento. Tuttavia, in casi rari, si può sviluppare edema angioneurotico grave anche dopo un trattamento a lungo termine con un ACE inibitore. Il trattamento deve essere prontamente sospeso e sostituito con un farmaco appartenente ad un’altra classe di medicinali anti ipertensivi. In studi clinici controllati verso placebo, sintomi indicativi di angioedema o edema facciale si sono verificati in meno dello 0,5% dei pazienti trattati con moexipril cloridrato/HCTZ. Nessuno dei casi è stato considerato tale da mettere in pericolo la vita del paziente. L’edema angioneurotico a carico della lingua, della glottide o della laringe può essere fatale a causa dell’ostruzione delle vie aeree. La terapia d’emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antistaminici. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente epinefrina per via endovenosa, con monitoraggio dell’ECG. In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore. Inoltre, deve essere considerata la possibilità di procedere all’intubazione o alla tracheotomia (vedere paragrafo 4.8). Edema angioneurotico intestinale: In pazienti trattati con ACE inibitori è stato osservato edema angioneurotico intestinale. Questi pazienti hanno accusato dolore addominale (con o senza nausea e vomito). In alcuni casi non vi era alcuna storia precedente di edema angioneurotico del volto ed i livelli di C1 esterasi erano normali. L’edema angioneurotico intestinale è stato diagnosticato con varie procedure tra cui TAC addominale o ecografia, o in sede di intervento chirurgico. I sintomi si sono risolti dopo la sospensione della terapia con ACE inibitori. L’edema angioneurotico intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE inibitori che accusano dolore addominale. Gravidanza: La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Tosse: Durante il trattamento con un ACE inibitore si può manifestare una tosse secca e non produttiva, che scompare dopo la sospensione del trattamento. In studi clinici controllati con un’associazione di moexipril cloridrato e HCTZ la tosse era presente nel 5% dei pazienti trattati con l’associazione e nel 2% dei pazienti trattati con placebo. Anziani: In soggetti maschi anziani (> 65 anni di età) con funzionalità renale ed epatica clinicamente normali, l’AUC e la Cmax del moexiprilat sono superiori a quelle dei soggetti più giovani. Per le raccomandazioni sul dosaggio nei pazienti anziani fare riferimento al paragrafo 4.2. Si raccomanda il controllo della funzionalità renale prima dell’inizio e durante il trattamento con moexipril cloridrato/HCTZ. Squilibri elettrolitici sierici: Moexipril In studi clinici con moexipril cloridrato, si è verificata iperkaliemia persistente (potassio sierico > 5,4 mEq/l) in circa il 2,6% dei pazienti ipertesi. Negli studi clinici, lo 0,1% dei pazienti (due pazienti) ha interrotto la terapia a causa dell’elevato potassio sierico. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia con gli ACE inibitori comprendono l’insufficienza renale e/o cardiaca, il diabete mellito, l’ipoaldosteronismo e l’utilizzo concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, di integratori di potassio e/o di sostituti salini contenenti potassio, che devono essere usati con cautela o non utilizzati con moexipril cloridrato/HCTZ. HCTZ/diuretici tiazidici Il trattamento con diuretici tiazidici è stato associato ad ipokaliemia, iponatriemia ed alcalosi ipocloremica. Il rischio di sviluppare ipokaliemia è massimo in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti che hanno una diuresi intensa, in pazienti che assumono insufficienti quantità di elettroliti per via orale e in pazienti sottoposti a terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH. In studi clinici con moexipril cloridrato/HCTZ è stato dimostrato che moexipril cloridrato e HCTZ controbilanciano i rispettivi effetti sul potassio sierico, per cui si osserva un piccolo effetto netto sul potassio sierico con questa associazione. Tuttavia, i pazienti devono essere informati di non assumere integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio senza consultare il medico. La riduzione dei livelli di cloruri é generalmente di lieve entità e richiede un trattamento specifico solo in circostanze particolari (ad esempio in presenza di malattie epatiche o renali). In pazienti edematosi può verificarsi iponatriemia da diluizione. La terapia appropriata consiste nella restrizione dell’assunzione di acqua anziché nella somministrazione di sale, ad eccezione di casi rari in cui l’iponatriemia può mettere in pericolo la vita del paziente. Nella deplezione salina vera e propria la terapia di elezione consiste in un’appropriata reintegrazione. L’escrezione di calcio è ridotta dai tiazidici. In alcuni pazienti trattati a lungo termine con tiazidici sono state osservate alterazioni patologiche a carico delle ghiandole paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia. Non sono state osservate complicanze più serie dell’iperparatiroidismo (litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcera peptica). I tiazidici potenziano l’escrezione urinaria di magnesio, da cui può risultare ipomagnesiemia. I pazienti ai quali vengono somministrati diuretici tiazidici devono essere tenuti sotto controllo per sintomi clinici di squilibrio idrico o elettrolitico. Segnali di squilibrio idrico o elettrolitico sono: bocca secca, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolori muscolari o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito. Effetti metabolici ed endocrini: La terapia con ACE inibitori e tiazidici in combinazione può aggravare l’intolleranza al glucosio. Potrebbe essere richiesto l’aggiustamento dei dosaggi di farmaci antidiabetici, inclusa l’insulina. In pazienti diabetici precedentemente trattati con farmaci antidiabetici orali o insulina, i livelli di glucosio nel sangue devono essere strettamente monitorati durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore. Il diabete mellito latente può diventare conclamato durante la terapia con tiazidici. Altri disturbi metabolici: I diuretici tiazidici possono ridurre la tolleranza al glucosio e possono innalzare i livelli sierici di colesterolo e trigliceridi. Questi effetti sono di solito di minore entità. I diuretici tiazidici sono stati associati allo sviluppo di iperuricemia e/o gotta in alcuni pazienti. Questo effetto è apparentemente dose-dipendente. Chirurgia e anestesia: In pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con farmaci che provocano ipotensione, moexipril cloridrato e HCTZ bloccano l’effetto del rilascio compensatorio di renina. L’ipotensione che si manifesta come conseguenza di questo meccanismo può essere corretta mediante espansione della volemia (vedere paragrafo 4.8). Stenosi aortica/Stenosi mitralica: Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro e con stenosi mitralica. Neutropenia/Agranulocitosi: È stato dimostrato che altri ACE inibitori provocano agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti non complicati ma più frequentemente in pazienti con compromissione renale, specialmente se associata ad una collagenosi, come lupus eritematoso sistemico o sclerodermia. I dati disponibili dagli studi clinici con moexipril sono insufficienti per dimostrare che moexipril non provoca agranulocitosi con frequenza simile a quella rilevata con captopril. Sebbene non vi sono stati casi di neutropenia grave (conta assoluta dei neutrofili < 500/mm³) tra i pazienti trattati con moexipril cloridrato, come con altri ACE inibitori, deve essere preso in considerazione il monitoraggio della conta dei globuli bianchi in pazienti affetti da collagenosi, in special modo se la malattia è associata a compromissione della funzionalità renale. Aferesi delle LDL/Desensibilizzazione: Durante l’aferesi delle LDL (lipoproteine a bassa densità) nel trattamento dell’ipercolesterolemia grave in pazienti in terapia con ACE inibitori, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità che possono mettere in pericolo la vita del paziente. Durante la terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti (ad esempio punture di vespe o api) in pazienti in trattamento concomitante con un ACE inibitore possono verificarsi reazioni di ipersensibilità (ad esempio caduta della pressione sanguigna, difficoltà a respirare, vomito, eruzioni cutanee allergiche) che possono mettere in pericolo la vita del paziente. In casi in cui sia necessario effettuare l’aferesi delle LDL o una terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti, l’ACE inibitore deve essere temporaneamente sostituito con un altro farmaco antiipertensivo. Qualora, nel corso della terapia con moexipril cloridrato e HCTZ, dovessero verificarsi sintomi come febbre, ingrossamento dei linfonodi e/o infiammazione della gola, deve essere consultato il medico curante e deve essere effettuata immediatamente la conta dei globuli bianchi. Lupus: I diuretici tiazidici possono aggravare o attivare il lupus sistemico eritematoso. Litio: L’associazione di ACE inibitori e litio è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Miopia acuta e glaucoma ad angolo chiuso secondario: HCTZ, una sulfonamide, può causare una reazione idiosincrasica risultante in una miopia acuta transitoria e in un glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi includono l’insorgenza acuta della diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e si verificano tipicamente entro ore o settimane dall’inizio della somministrazione del medicinale. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista. Il trattamento primario consiste nell’interrompere la HCTZ il più rapidamente possibile. Se la pressione intraoculare rimane incontrollata è necessario considerare trattamenti medici o chirurgici immediati. I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso includono una anamnesi di allergia a sulfonamidi o penicillina. Etnia: I pazienti con il colore della pelle nera hanno un rischio maggiore di malattie cardiovascolari, come l’insufficienza cardiaca. Gli ACE inibitori sono meno efficaci come anti ipertensivi nei pazienti con il colore della pelle nera. Questi pazienti hanno anche un rischio più elevato di angioedema. Iperaldosteronismo primario: L’associazione moexipril cloridrato e HCTZ non costituisce un trattamento di elezione per l’iperaldosteronismo primario. Se moexipril cloridrato e HCTZ sono utilizzati in un paziente con iperaldosteronismo primario, allora è necessario un attento monitoraggio del livello plasmatico di potassio. Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS): Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Test antidoping: L’HCTZ contenuta in questo medicinale può determinare positività alle analisi condotte nei test antidoping. Lattosio: Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. Pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

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