MEGALOTECT EV 10ML 100U/ML -Avvertenze e precauzioni
Determinati effetti indesiderati gravi possono essere correlati alla velocità di infusione. La velocità di infusione consigliata riportata nel paragrafo 4.2 deve essere rigorosamente rispettata e i pazienti devono essere posti sotto controllo e osservazione in merito alla comparsa di effetti indesiderati per l’intera durata dell’infusione. Determinati effetti indesiderati possono manifestarsi con maggiore frequenza in caso di • velocità di infusione elevata, • pazienti che ricevono immunoglobulina umana per la prima volta o, in casi rari, in caso di passaggio a un preparato di immunoglobulina umana diverso o dopo un lungo intervallo dalla precedente infusione. Spesso è possibile evitare potenziali complicanze verificando che i pazienti: • non siano sensibili all’immunoglobulina umana eseguendo una lenta infusione iniziale del medicinale (0,08 ml/kg p.c./h), • vengano monitorati attentamente per rilevare eventuali sintomi durante il periodo di infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana, i pazienti precedentemente trattati con un altro prodotto IVIg o per i quali è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione devono essere monitorati durante la prima infusione e durante la prima ora dal termine della stessa per rilevare potenziali segni avversi. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dalla somministrazione. In caso di reazioni avverse occorre ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l’infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravità della reazione avversa. In caso di shock deve essere attuato il trattamento medico standard per lo shock. Per tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede: • adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg, • monitoraggio delle urine, • monitoraggio dei livelli di creatinina sierica, • non utilizzo concomitante di diuretici dell’ansa. Ipersensibilità Le vere reazioni di ipersensibilità sono rare e possono manifestarsi in pazienti che presentano anticorpi anti–IgA.Le IVIg non sono indicate nei pazienti con deficit selettivo di IgA se il deficit di IgA costituisce l’unica anomalia di rilievo. Raramente, la somministrazione di immunoglobulina umana può indurre un calo della pressione arteriosa con reazioni anafilattiche, anche nei pazienti che hanno tollerato trattamenti precedenti con immunoglobulina umana. Tromboembolia Esistono indizi clinici riguardo a una correlazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici quali infarto miocardico, accidente cerebrovascolare (incluso ictus), embolia polmonare e trombosi venosa profonda. Si ritiene che, nei pazienti a rischio, questi eventi siano correlati all’elevato afflusso di immunoglobuline, che comporta un aumento relativo della viscosità ematica. Occorre procedere con cautela nella prescrizione e nell’infusione di IVIg nelle seguenti categorie di soggetti: pazienti in sovrappeso e pazienti con fattori di rischio preesistenti per eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito, patologia vascolare nota o episodi trombotici, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti sottoposti a immobilizzazione prolungata, pazienti con ipovolemia grave e pazienti affetti da malattie che aumentano la viscosità ematica). Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili. Insufficienza renale acuta Nei pazienti sottoposti a terapia con IVIg sono stati descritti casi di insufficienza renale acuta. Sono stati osservati aumenti della creatinina sierica e di conseguenza si rende necessario controllare la concentrazione di creatinina per i tre giorni successivi all’infusione delle immunoglobuline. Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, trattamento nefrotossico concomitante o età superiore a 65 anni. In presenza di disfunzione renale deve essere considerata l’interruzione della terapia con IVIg. Benché questi casi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati correlati all’uso di molti prodotti IVIg autorizzati contenenti vari eccipienti, quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante sono stati correlati ad una percentuale inusualmente elevata dei casi totali. Nei pazienti a rischio deve essere considerata la possibilità di utilizzare prodotti IVIg privi di saccarosio. Megalotect non contiene saccarosio, glucosio e maltosio. I prodotti IVIg devono essere somministrati con la velocità di infusione e la dose più basse possibili nei pazienti che presentano un rischio di insufficienza renale acuta. Sindrome da meningite asettica (AMS) È stata riportata sindrome da meningite asettica (Aseptic Meningitis Syndrome, AMS) in concomitanza con il trattamento con IVIg. L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato alla remissione dell’AMS entro alcuni giorni senza complicanze. La sindrome in genere inizia dopo un periodo che varia da diverse ore a 2 giorni dal trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebrospinale spesso sono positivi per pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm³, soprattutto granulociti, e livelli di proteine elevati, fino a diverse centinaia di mg/dl. L’AMS può verificarsi più frequentemente in combinazione con trattamento con IVIg ad alto dosaggio (2 g/kg). Anemia emolitica I prodotti IVIg possono contenere anticorpi gruppo sanguigno–specifici che possono agire come emolisine e indurre il rivestimento in vivo degli eritrociti con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e raramente emolisi. L’anemia emolitica può svilupparsi secondariamente alla terapia con IVIg a causa del maggior sequestro di eritrociti. I pazienti riceventi IVIg devono essere monitorati per la presenza di segni e sintomi clinici di emolisi (vedere paragrafo 4.8). Interferenza con test sierologici Dopo l’infusione di immunoglobulina, l’incremento transitorio dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può portare a risultati falsi positivi nei test sierologici. La trasmissione passiva di anticorpi diretti contro antigeni eritrocitari, ad esempio A, B e D, può interferire con alcuni test sierologici per gli alloanticorpi eritrocitari (es. test di Coombs), la conta reticolocitaria e l’aptoglobina. Agenti trasmissibili Le misure standard per la prevenzione delle infezioni dovute alla somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, l’analisi delle singole donazioni e dei pool plasmatici riguardo ai marcatori di infezione specifici e l’introduzione di procedure efficaci per l’inattivazione/eliminazione dei virus nelle fasi di produzione. Nonostante tali misure, in caso di somministrazione di medicinali derivati da sangue o plasma umano, il rischio di trasmissione di agenti infettivi non può essere totalmente escluso. Ciò vale anche per virus o altri agenti infettivi non conosciuti o di nuova comparsa. Le misure adottate sono considerate efficaci nei confronti di virus capsulati come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV) e per il virus non capsulato dell’epatite A (HAV). Le misure intraprese possono essere di efficacia limitata nel caso di virus non capsulati come il parvovirus B19. La somministrazione di immunoglobuline non è stata associata con l’infezione da epatite A o da Parvovirus B19, forse grazie ad un effetto protettivo di anticorpi contro queste infezioni, contenuti nel prodotto. E’ fortemente raccomandato, ogni qualvolta viene somministrata una dose di Megalotect, di registrare il nome e il numero di lotto del prodotto, per mantenere una correlazione tra paziente e numero di lotto. Popolazione pediatrica Per la popolazione pediatrica si raccomanda di osservare le stesse avvertenze speciali e precauzioni per l’uso menzionate per i pazienti adulti.