AMIKAN IM 1FL 1G 4ML -Avvertenze e precauzioni

AMIKAN IM 1FL 1G 4ML Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Deve essere usata cautela nei pazienti con insufficienza renale pre–esistente o pre–esistenti danni vestibolari o di udito. I pazienti trattati con aminoglicosidi per via parenterale devono essere tenuti sotto stretta osservazione a causa delle potenziali ototossicità e nefrotossicità associate al suo utilizzo. La sicurezza per periodi di trattamento più lunghi di 14 giorni non è stata stabilita. L’amikacina è potenzialmente nefrotossica, ototossica e neurotossica. Si dovrebbe, perciò, evitare di associarla ad altri farmaci tossici a quel livello, secondo quanto precisato nel paragrafo delle “Interazioni”. – Nei pazienti con insufficienza renale, qualora sia previsto un trattamento superiore ai cinque giorni è necessario praticare un audiogramma prima di iniziare la terapia e nel corso del trattamento. – Qualora si osservassero tinnito auricolare e diminuzione dell’udito o diminuzione della percezione ad alta frequenza, interrompere la somministrazione. – Poiché questo antibiotico si concentra in elevate quantità nel sistema escretorio renale, i pazienti in trattamento dovrebbero essere ben idratati, al fine di ridurre al minimo l’irritazione chimica dei tubuli renali. Si dovrebbe inoltre controllare la funzionalità renale, prima di iniziare la terapia, ed anche nel corso della medesima. Se appaiono segni di irritazione renale (cilindri, globuli rossi e bianchi nel sedimento, albuminuria) si dovrebbe aumentare l’idratazione. Se compaiono altri segni di alterazione, quali riduzione della clearance della creatinina (CC), del peso specifico dell’urina, aumento dell’azoto ureico e della creatinina sierica, oliguria, si dovrebbe ridurre il dosaggio, secondo quanto precisato nel paragrafo della posologia. Il trattamento dovrebbe venir sospeso se si riscontra aumento dell’azotemia o riduzione progressiva dell’escrezione urinaria. Precisiamo che quando il paziente è ben idratato e la funzionalità renale normale, il rischio di reazioni nefrotossiche con AMIKAN è ridotto, se si mantiene entro le dosi consigliate. – È possibile allergia crociata con altri aminoglicosidi. Nei casi in cui l’amikacina è indicata in associazione con altri antibiotici si deve evitare di miscelare tali agenti sia nelle siringhe sia nei flaconi per infusione. La sicurezza di impiego dell’amikacina in corso di gravidanza non è stata ancora accertata, pertanto nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità sotto il diretto controllo del medico. – Non si sa se l’amikacina venga escreta nel latte. Si dovrebbe comunque come regola generale, non permettere l’allattamento a donne sotto la terapia con farmaci che potrebbero passare nel latte. È consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia. L’amikacina può, comunque, essere adottata come terapia iniziale, quando in una infezione si sospetti l’eziologia da Gram–negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell’antibiogramma. Tuttavia la decisione di continuare la terapia con questo antibiotico dovrebbe basarsi sui risultati dei test di sensibilità, sulla gravità dell’infezione, sulla risposta del paziente e tenendo presente le avvertenze riportate più avanti. I pazienti trattati con antibiotici aminoglicosidici dovrebbero venir controllati strettamente, a causa della potenziale ototossicità e nefrotossicità di questi antibiotici. Neuro/Otossicità La neurotossicità, manifesta come ototossicità del ramo acustico e/o di quello vestibolare, si può manifestare nei pazienti trattati con aminoglicosidi. Il rischio di ototossicità indotta da aminoglicosi è maggiore nei pazienti con compromissione della funzionalità renale o in quei pazienti la cui terapia si è prolungata oltre i 5–7 giorni di trattamento, anche se sani. Di solito la sordità inizia verso le onde acustiche ad alta frequenza, per cui si può determinare solo mediante test audiometrici. Possono comparire anche vertigini, che sono indice di danno vestibolare. Altre manifestazioni della neurotossicità possono includere intorpidimento, formicolio della pelle, contrazioni muscolari e convulsioni. I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare possono non avere sintomi, durante la terapia, che avvisano dello sviluppo della tossicità nell’ottavo nervo, e la sordità bilaterale irreversibile totale o parziale o le vertigini invalidanti possono manifestarsi dopo l’interruzione del farmaco. L’ototossicità indotta dagli amoniglicosidi è di solito irreversibile. Non è nota la potenziale ototossicità dell’amikacina nei bambini. Finché non saranno a disposizione maggiori dati, questo antibiotico si dovrebbe usare in pediatria solo quando i test di sensibilità indicano che gli altri aminoglicosidi non si possono impiegare e quando il bambino può essere controllato strettamente circa l’insorgenza della tossicità a quel livello. Tossicità neuromuscolare Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono state segnalati in seguito a somministrazione parenterale, instillazione topica (come le infiltrazioni ortopediche ed addominali o nel trattamento locale dell’empiema), e in seguito alla somministrazione di aminoglicosidi per uso orale. La possibilità di paralisi respiratoria deve essere tenuta in considerazione con amminoglicosidi attraverso qualsiasi via di somministrazione, specialmente in pazienti che ricevono anestetici, agenti che causano blocco neuromuscolare (vedere paragrafo 4.5). Se si verifica il blocco neuromuscolare, i sali di calcio possono annullare la paralisi respiratoria, ma può essere necessaria l’assistenza della respirazione meccanica. Il blocco neuromuscolare e la paralisi muscolare sono state dimostrate in animali da laboratorio sottoposti ad alte dosi di amikacina. Gli aminoglicosidi devono essere utilizzati con cautela in pazienti con patologie muscolari come la miastenia grave o il parkinsonismo, dal momento che questi farmaci possono aggravare la debolezza muscolare a causa del loro effetto curaro–simile sulle giunzioni neuromuscolari. Tossicità renale Gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici. La tossicità renale è indipendente dalla concentrazione plasmatica ottenuta al picco (Cmax). Il rischio di nefrotossicità è maggiore nei pazienti con compromissione della funzionalità renale, in quei pazienti che ricevono elevate dosi e in quelli con terapia prolungata. I pazienti devono essere ben idratati durante il trattamento e la funzione renale deve essere valutata con metodi ordinari prima di iniziare la terapia e giornalmente durante il corso del trattamento. Una riduzione del dosaggio è richiesta in caso si verifichi un’evidenza di disfunzione renale, come la riduzione della clearance della creatinina, la presenza di cellule o cilindri nel sedimento, la presenza nelle urine di calcoli, globuli bianchi o rossi, albuminuria, diminuzione della clearance della creatinina, diminuzione del peso specifico delle urine, BUN aumentato, creatinina sierica o oliguria. Se l’azotemia aumenta, o si assiste ad una progressiva diminuzione della diuresi, il trattamento deve essere interrotto. I pazienti anziani possono avere una funzionalità renale ridotta che non risulta evidente dai test routinari come il dosaggio del BUN o della creatinina sierica. La determinazione della clereance della creatinina può essere più utile. Il monitoraggio della funzione renale nei pazienti anziani, durante il trattamento con aminoglicosidi, è particolarmente importante. Le funzionalità renale e dell’ottavo nervo cranico devono essere attentamente monitorate, specialmente nei pazienti con nota o sospetta compromissione renale all’inizio della terapia, e anche in quei pazienti la cui funzionalità renale è inizialmente normale ma sviluppano sintomi di alterazione durante la terapia. La concentrazione sierica di amikacina deve essere monitorata, quando possibile, per assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Le urine devono essere controllate per la diminuzione del peso specifico, per l’aumento dell’escrezione di proteine e per la presenza di cellule o calcoli. L’azoto ureico nel sangue (BUN), la creatinina sierica o la clearance della creatinina devono essere dosati periodicamente. Dove possibile, si devono effettuare audiogrammi seriali nei pazienti anziani, in particolare nei pazienti ad alto rischio. Evidenze di ototossicità (capogiri, vertigini, tinnito, rumori nelle orecchie, perdita dell’udito) o nefrotossicità richiedono l’interruzione del farmaco o l’aggiustamento del dosaggio. L’uso concorrente e/o sequenziale sistemico, orale o topico di altri prodotti neurotossici o nefrotossici deve essere evitato. Altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicità sono l’età avanzata e la disidratazione. L’inattivazione degli aminoglicosidi è clinicamente significativa solo nei pazienti con funzionalità renale gravemente compromessa. L’inattivazione può continuare nei campioni di liquidi biologici raccolti per analisi, con conseguente determinazione inesatta degli aminoglicosidi. Alcuni campioni devono essere appropriatamente maneggiati (tempestivamente analizzati, congelati o trattati con beta–lattamasi). Reazioni allergiche Il prodotto contiene sodio metabisolfito, un solfito che può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici, reazioni di tipo allergico inclusi sintomi anafilattici pericolosi per la vita o meno ed attacchi asmatici gravi. La prevalenza complessiva della sensibilità al solfito nella popolazione generale è non comune e probabilmente bassa. La sensibilità al solfito è presente più frequentemente in asmatici rispetto ai soggetti non asmatici. Altro Gli aminoglicosidi sono rapidamente e quasi completamente assorbiti quando somministrati topicamente, eccetto che nella vescica urinaria, in associazione con procedure chirurgiche. Sordità irreversibile, insufficienza renale e morte in seguito a blocco neuromuscolare sono stati segnalati in seguito ad irrigazioni con preparazioni aminoglicosidiche di campi chirurgici sia grandi che piccoli. Come con altri antibiotici, l’uso di amikacina può indurre la proliferazione di organismi non sensibili. In tale evenienza, occorre interrompere il trattamento e deve essere istituita un’opportuna terapia. Gli aminoglicosidi devono essere utilizzati con cautela nei bambini prematuri e neonati a causa dell’immaturità renale di questi pazienti e del conseguente prolungamento dell’emivita sierica di questi farmaci. In seguito a somministrazione intravitreale (iniezione nell’occhio) di amikacina è stato segnalato infarto miocardico maculare talvolta con conseguente perdita permanente della vista.

Farmaci

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