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Impacchi contro gonfiore e dolore: ce n’è uno per ogni problema

Con le “polentine” puoi dare sollievo al mal di gola, ma anche al dolore causato da una caduta o dall’artrosi

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Il dolore, che sia di tipo articolare o dovuto a una semplice irritazione della gola, può essere combattuto con gli impacchi caldi: le cosiddette “polentine”. Gli ingredienti, però, cambiano a seconda del problema.

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Per raffreddori & co.

«Versa tre cucchiai di farina di semi di lino in mezzo litro di acqua bollente e mescola fino a formare una crema omogena», spiega Paolo Giordo, medico esperto in fitoterapia a Grosseto e Firenze.

«La “polentina” non va mai messa a contatto con la pelle ma versata in un sacchetto di lana o di cotone (vanno bene anche quelli usati per le scarpe da tennis). Va posta mezz’ora sul petto o sulla gola, per sfruttare sia l’azione terapeutica e decongestionante del calore, sia quella emolliente dei semi di lino, ricchissimi di lignani».

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Per le contusioni

Se hai preso una “botta”, per calmare il dolore e sgonfiare l’edema punta su un impacco di fiori e foglie secche di arnica (li trovi in erboristeria). Versane 2-3 manciate in una bacinella d’acqua tiepida, mescola fino a formare un impasto e versalo su un telo di lino da applicare sull’articolazione sofferente.

«Anche in questo caso va evitato il contatto diretto con la pelle. L’impacco va fissato con della pellicola di plastica trasparente o una fascia di cotone e lasciato in posa un’ora».

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Per l’osteoporosi

Stessa procedura per combattere artrosi e fragilità ossea, ma utilizzando questa volta le foglie secche di equiseto.

«L’impacco green sulle ginocchia, le mani o la schiena, sempre applicato su un telo e tenuto fermo da una pellicola trasparente o una fascia di cotone elastica, rimineralizza le ossa», spiega l’esperto. «L’equiseto contiene, infatti, flavonoidi e isoquercitina ad azione antinfiammatoria, tannini astringenti (tolgono il gonfiore) e soprattutto silicio, il minerale che compone la matrice ossea e che viene assorbito per via percutanea attraverso il calore».

L’equiseto si può versare anche nell’acqua della vasca da bagno per salutari “full immersion”.

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Arnica sì, ma secondo queste regole

L’arnica montana è una delle piante più utilizzate in fitoterapia per le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie. Attenzione, però, a non considerarla un jolly tuttofare.

«Molti usano la pomata anche per le scottature, le ferite e le abrasioni, per esempio su un ginocchio sbucciato», spiega il dottor Giordo. «Ma ciò è sbagliato perché va sempre usata sulla pelle integra, che non presenti la minima escoriazione. Altrimenti c’è il rischio che, entrando in contatto con il sangue, entri nel circolo ematico e dà lì espleti la sua azione tossica, specie per il fegato. L’arnica infatti non va mai presa per bocca, se non a diluizioni omeopatiche».


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Articolo pubblicato sul n. 14 di Starbene in edicola dal 20/03/2018

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