Supponi di diventare la migliore amica di te stessa e di riuscire a scoprire dentro di te le risorse per gestire tutte le sfide che affronti quotidianamente. Non parliamo di metodi miracolosi né rimedi immaginari, ma di una pratica facilmente accessibile e che offre risultati in tempi brevi: l’autoipnosi.
Manuel Mauri, psicologo clinico, psicoterapeuta e ipnoterapeuta ci spiega come avvicinarsi a questa disciplina.
Che differenza c’è tra ipnosi e autoipnosi?
«Innanzitutto sfatiamo il luogo comune dell’ipnosi associata a immagini di persone che cadono sotto il controllo di un mago del circo, facendo cose strane e fuori dal comune. L’ipnosi è uno stato di coscienza modificato guidato da un professionista sanitario, caratterizzato da una maggiore focalizzazione dell’attenzione.
In questo stato le persone possono essere più aperte a suggestioni e cambiamenti su abitudini mentali e comportamenti della propria vita. L’autoipnosi è una tecnica che aiuta le persone ad entrare in uno stato di rilassamento profondo, con l’obiettivo di indagare e risolvere una serie di problematiche come l’insonnia, l’ansia, l’emotività nelle relazioni, le dipendenze. La novità è che in questo processo di guarigione è il soggetto che guida se stesso, attraverso esercizi di concentrazione e visualizzazione particolari, senza l’aiuto di un terapeuta».
Come si impara?
«È fondamentale rivolgersi a figure professionali competenti per ottenere risultati efficaci. L’ipnoterapeuta segue un percorso di formazione condotto da professionisti sanitari, per esempio medici e psicologi che conoscono e utilizzano l’ipnosi in ambito clinico. Esiste una certificazione nazionale da consultare per non incappare in avventurieri senza esperienza».
Non è pericoloso accedere a questa tecnica da soli?
«No, perché l’autoipnosi è una procedura sicura, naturale e completamente gestibile dalla persona che la utilizza. Non si va “fuori di testa” e non si perde il controllo della propria mente: è una pratica che si può interrompere in qualsiasi momento. Inoltre, non è una “magia” o una tecnica misteriosa, ma un processo psicologico basato su principi scientifici che agiscono sulla mente inconscia per produrre cambiamenti positivi».
Come funziona?
«Si parte con un colloquio con il paziente per identificare il problema. Poi, attraverso una serie di esercizi di concentrazione e di visualizzazione, si entra in uno stato di trance. In questa fase, la mente conscia si rilassa e diventa meno attiva, la nostra parte inconscia che regola emozioni e reazioni automatiche, si risveglia e diventa più aperta ai cambiamenti.
La trance è una condizione naturale in cui la mente si trova frequentemente, ad esempio quando siamo immersi nella lettura di un libro o concentrati durante l’esecuzione di un’attività che ci assorbe molto. Non è un “sonno profondo” ma una sorta di “profondità mentale”. In questa modalità si è consapevoli di ciò che accade intorno a noi, ma siamo così concentrati da non percepire gli stimoli esterni».
Quali sono i benefici?
«Uno degli effetti più immediati dell’autoipnosi è l’abbassamento dello stress attraverso il rilassamento. Si parte da qui per indagare i punti deboli su cui lavorare. È una procedura utile per affrontare ansia, fenomeni depressivi, fobie, traumi, attacchi di panico e per liberarsi dalle dipendenze. È anche un potente strumento per combattere l’insonnia e per imparare a gestire il dolore, acuto o cronico. La mente inconscia può innescare un processo di disassociazione dal dolore, rendendolo più sopportabile.
È efficace anche per chi ha difficoltà a concentrarsi o a mantenere l’attenzione su compiti specifici, migliorando la capacità di focalizzarsi. Un altro vantaggio apportato dall’autoipnosi è la sua capacità di liberare la mente da pensieri ricorrenti o intrusivi, lasciando spazio a soluzioni innovative e creative. Ed è un ottimo strumento per chi vuole stimolare la propria immaginazione. A lungo termine, con una pratica costante notiamo anche un aumento dell’autostima e una gestione più equilibrata delle emozioni».
Un esempio pratico?
«Parliamo della gestione del dolore. In questo disturbo ci sono 3 componenti: fisico, emotivo e mentale. Prendiamo il caso di una ballerina che si rompe un dito del piede. Dal punto di vista fisico l’atleta ha a che fare con il dolore derivante della frattura vera e propria, mentre la parte emotiva deve confrontarsi con le conseguenze che questo comporta: il dispiacere di non potersi esibire ed allenare; infine c’è la componente mentale che è il rimuginio continuo sul dolore, che amplifica il malessere esponenzialmente e può causare ansia, stress e stati depressivi. L’autoipnosi agisce su tutte e tre le componenti.
Consente la modulazione della percezione del dolore, rendendolo meno intenso o più sopportabile attraverso suggestioni specifiche (come per esempio immaginare il dolore come un’onda che si infrange sulla riva, oppure una luce che si affievolisce gradualmente). Lavora sul rilassamento muscolare che è una forte componente del dolore stesso. Utilizza la concentrazione su immagini o pensieri piacevoli, distraendo la mente dal punto dolente e infine induce la produzione di endorfine (i nostri analgesici naturali) nell’organismo. Ovviamente questo non significa che con l’autoipnosi il dolore scompaia per magia: diventa invece un modo efficace di controllarlo e di ridurne gli effetti a livello mentale e fisico».
Quanto tempo è necessario per diventare autonomi?
«Dipende dal paziente. È importante memorizzare molto bene la procedura, finché questo stato mentale non diventa un vero e proprio automatismo. In genere, con una decina di sedute e qualche mese di impegno, si raggiunge un buon livello di autonomia».
Prova un esercizio di rilassamento
1. Preparazione: trova una posizione comoda, preferibilmente sdraiato, con le braccia lungo i fianchi e gli occhi chiusi.
2. Respirazione profonda: fai 3 respiri profondi per calmarti e per prepararti a entrare in uno stato di rilassamento profondo.
3. Aiutati con i numeri: inizia a contare lentamente da 10 a 1. Ogni numero ti fa sentire sempre più rilassato. Immagina che ogni cifra che nomini ti faccia entrare più intensamente in uno stato di rilassamento profondo.
4. Utilizza le immagini: dopo aver raggiunto il numero 1, visualizza un’immagine mentale che ti dà un senso di pace, come una spiaggia su cui si infrangono le onde, un prato pieno di fiori, un laghetto di montagna. Concentrati su questa visualizzazione, sentendo la tranquillità che ti pervade.
5. Ripetizione di affermazioni: di’ a te stesso frasi come “Ogni volta che respiro, il mio corpo si rigenera” o “Mi sento più forte e più sereno”. 6 Ritorno graduale: quando decidi di terminare l’esercizio, inizia a contare da 1 a 5 per tornare gradualmente alla piena consapevolezza del presente, portando con te una sensazione di rilassamento e calma.
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