Vuoi superare l’effetto-zavorra che colpisce le tue gambe in estate? Quando, per colpa del caldo e della vasodilatazione, diventano pesanti come macigni? «Innanzitutto, controlla con gli esami del sangue che il gonfiore ai piedi, alle caviglie e ai polpacci non dipenda da un’alterata funzionalità della tiroide (ipotiroidismo) o dei reni», premette il professor Pier Antonio Bacci, direttore della Accademia Italiana di Flebologia ad Arezzo.
«Dovrai poi eliminare tutti i fattori che remano contro slancio e leggerezza: chili di troppo, stipsi, terapie ormonali che favoriscono la ritenzione idrica, sedentarietà, fumo, alcolici, calzature inadatte o troppe ore in piedi o al volante».
Strategie per evitare le gambe pesanti d'estate
Per mettere le ali ai piedi non basta una crema: devi correggere lo stile di vita. «Non stenderti al sole senza rinfrescare le gambe ogni 20 minuti, bagnandole in mare o spruzzandovi dell’acqua termale spray che ha un effetto decongestionante», prosegue il professor Bacci.
«In spiaggia o in piscina, evita di proteggere le gambe dal sole coprendole con un telo di spugna. Non sono i raggi solari a innescare una vasodilatazione periferica, ma il caldo. Coprendole, si crea una condensazione di calore, un “effetto serra” che minaccia la circolazione. Proprio perché è il caldo il nemico numero uno, niente saune e bagni turchi. Se la tua professione ti obbliga a stare in piedi, evita posizioni fisse: cammina, batti i piedi e concediti momenti in cui stai seduta. Mentre se lavori al computer, imponiti delle pause: saltella o fai una corsetta ogni mezz’ora».
Puoi anche infilare sotto il desk un poggiapiedi, per scaricare verso il basso le tensioni. Se poi il gambaletto lascia il segno, indicando edema sopra il malleolo, sfrutta le potenzialità di una piscina, dal nuoto all’aquagym e all’hydrobike.
Come vestirsi per evitare il gonfiore alle gambe
«Tutti gli elastici si comportano come un laccio che frena la circolazione» avverte il professor Pier Antonio Bacci. «Costumi e indumenti attillati, coulisse che strizzano la vita, lingerie con elastici forti, cinturini e lacci di sandali (come quelli da schiava romana) che stringono le caviglie... Vanno banditi, se non vuoi frenare il flusso del sangue e della linfa».
Stesse accortezze per le calzature: niente giornate passate in bilico sui tacchi alti, che fanno contrarre la muscolatura dei polpacci, né infradito rasoterra che appiattiscono la pianta dei piede ostacolando il ritorno venoso. Per contrastare l’edema al dorso del piede e alle caviglie, utilizza ciabattine e sabot con plantari dotati di microrilievi che, passo dopo passo, attivano la pompa plantare.
Esistono anche delle solette sagomate, con cuscinetti in gel di silicone: stimolano l’arco plantare e assorbono le sollecitazioni del terreno (ideali per chi corre o sta molto in piedi). Oppure, puoi inserire nelle scarpe delle solette con piccoli magneti, per una benefica digitopressione.
La tua vasca effetto Spa
E che dire della foot care? «Dopo un’intensa giornata di lavoro, di code al museo o di trekking in montagna, cerca sollievo in un pediluvio rinfrescante», prosegue l’esperto. «Versa nella vaschetta dei sali tonificanti che attenuano gonfiore e indolenzimento, come quelli con essenze di mentolo, eucalipto, salvia, timo, lavanda, camomilla.
Se le gambe sono molto affaticate, riempi la vasca di acqua tiepida e chiedi aiuto agli oli essenziali. Prepara un mix con 3 gocce di o.e. di cipresso, 3 di o.e. di rosmarino, 3 di o.e. di quercia marina e 3 di o.e. di ippocastano: ma attenzione, gli oli essenziali non vanno versati direttamente nella vasca perché olio e acqua non legano. Il trucco? Utilizza come vettore della panna che funge da emulsionante naturale».
E se preferisci la doccia? Per uno “Kneipp fai da te”, indirizza il getto del citofono sulla pianta dei piedi, e risali poi verso tutta la gamba, alternando getti di acqua molto fredda a quelli di acqua tiepida. Una “ginnastica vascolare” (vasocostrizione e vasodilatazione) che riattiva la circolazione venosa e linfatica.
Infine, dopo il bagno o la doccia, massaggia le gambe, dai piedi alla radice delle cosce, con prodotti dalle texture ricercate: criogel effetto ghiaccio, fluidi impalpabili, oli secchi, spray rinfrescanti a rapido sollievo. Tutte formule con fitoestratti dall’azione flebotonica, che migliorano il tono vasale: vite rossa, meliloto, escina, edera, caffeina, tè verde, mirtillo, centella asiatica, rusco. Sono tante le piante dall’azione antiedemigena: l’importante è usare creme e gel con costanza. E se cerchi una cura d’urto, punta sui bendaggi drenanti “fai da te”. Sono imbevuti di sali del Mar Morto, di alghe oceaniche o di principi attivi vegetali e vanno tenuti in posa 30 minuti.
I trattamenti di qualità per gambe leggere
Conosci il massaggio endodermico Endospheres? «Utilizza le microvibrazioni compressive per drenare e rimodellare i tessuti», spiega il professor Bacci. «Distesa su un lettino, viene passato sulle gambe un manipolo cilindrico che nasconde 55 sfere di silicone, ruotanti a più velocità. Inviano vibrazioni meccaniche a differenti frequenze che, agendo sui recettori dermici, migliorano il microcircolo e riducono la stasi venolinfatica, oltre a favorire la compattezza dei tessuti» (www.endospheres.it).
Tra i trattamenti di estetica avanzata, un evergreen è la pressoterapia con gambali pneumatici, che vanno infilati come una tuta e che si gonfiano e si sgonfiano, esercitando una progressiva pressione dai piedi all’addome: “strizzano” i tessuti e drenano la linfa.
La novità degli ultimi anni? La pressoterapia a infrarossi, ideata per potenziare l’effetto antiritenzione idrica e favorire lo smaltimento delle tossine.
Efficace è anche la tecnologia firmata Dibi Milano: si chiama Fisiotron Evo Plus ed è un sistema integrato che riunisce tre metodiche. «La prima è l’elettrostimolazione: impulsi a frequenze variabili, ottimi per riattivare il circolo venolinfatico», spiega Paola Pelucchi, beauty trainer Dibi Milano (www. dibimilano.it). «La seconda è il Thermal Body che, attraverso un’innovativa radiofrequenza, alterna emissioni calde e fredde. Il terzo atout è dato da un manipolo con 48 sfere di silicone che esegue un massaggio meccanico profondo, ad azione drenante e rimodellante».
Se ti rivolgi al medico
Si chiama carbossiterapia ed è un trattamento medico che ha al suo attivo oltre 50 pubblicazioni scientifiche, rappresentando oggi il gold standard per la rivitalizzazione del microcircolo. «Con un microago sottilissimo e indolore, vengono eseguite tante rapide infiltrazioni sottocutanee, su tutta la superficie delle gambe», spiega la dottoressa Camilla Di Pasquali, chirurgo plastico a Roma e direttore scientifico del Botox Bar di Milano.
«Si inietta anidride carbonica medicale, che viene erogata da una bombola e riscaldata a 45 °C per rendere il trattamento meno fastidioso. Oltre a migliorare il microcircolo, questo gas aumenta la capacità di riassorbimento dei liquidi esterni da parte delle venule, i vasi che mettono in comunicazione i capillari con le vene. Il drenaggio dei liquidi, infatti, non è solo compito del sistema linfatico ma anche di quello venoso che, grazie alla carbossiterapia, viene messo in condizioni di funzionare al meglio». Da 40 a 60 € a seduta.
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