Esami del sangue, transaminasi alte: cosa significa e quando preoccuparsi

Sono enzimi presenti soprattutto nelle cellule del fegato e dei muscoli che facilitano il metabolismo degli amminoacidi. Un loro incremento significativo, che può essere registrato durante un prelievo del sangue, va sempre indagato



289728

Nonostante siano enzimi ubiquitari, cioè presenti in ogni parte dell’organismo (fegato, muscoli, cuore, reni e cervello), le transaminasi sono particolarmente abbondanti nel fegato e nei muscoli striati, quelli che consentono il movimento del corpo.

«Il dosaggio delle transaminasi rientra nel gruppo di esami generici di base, utili al controllo periodico dello stato di salute», commenta il professor Luca Miele, epatologo dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, direttore dell’UOS Clinica del pre-trapianto di fegato e responsabile degli ambulatori di pre-trapianto e della steatosi epatica presso il CEMAD (Centro Malattie Apparato Digerente) della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS - Università Cattolica del Sacro Cuore.

«Talvolta l’esame può essere prescritto di fronte al sospetto di un danno acuto o cronico a carico di fegato o muscoli, cuore compreso, oppure quando il paziente lamenta una sensazione di malessere e spossatezza eccessiva, non giustificata». Anche i disturbi alla parte alta dell’addome, nel quadrante superiore destro, possono suggerire un dosaggio delle transaminasi: dolore e gonfiore innanzitutto, ma anche difficoltà digestive o perdita di appetito.

Che cosa sono le transaminasi

Nei referti di laboratorio le transaminasi sono indicate con le sigle GOT/AST e GPT/ALT: in percentuale, la prima è localizzata soprattutto nei muscoli, la seconda nel fegato.

«Come quelle di qualsiasi altro tessuto del corpo, anche le cellule muscolari ed epatiche si rigenerano e si rinnovano costantemente: quando quelle “vecchie” muoiono, si rompono e rilasciano le transaminasi nel circolo sanguigno», racconta il professor Miele. «Quindi, una piccola concentrazione di questi enzimi nel sangue è assolutamente fisiologica».

Quali sono i valori normali delle transaminasi

A grandi linee, in assenza di patologie, il valore normale transaminasi è considerato circa 30 UI/L nella donna e 40 UI/L nell’uomo.

«Questi valori non rappresentano uno standard fisso in tutti i laboratori, perché le diverse metodiche utilizzate per l’analisi possono comportare delle differenze: bisogna sempre fare riferimento al singolo referto, dove è riportato il valore di normalità del centro che abbiamo consultato», tiene a precisare il professor Miele.

Perché le transaminasi cambiano continuamente

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano, che svolge un ruolo importantissimo nell’equilibrio di tutto l’organismo ed è anche il solo organo viscerale in grado di rigenerarsi: dopo una malattia, un danno fisico o una parziale rimozione chirurgica, il fegato è capace di ricrescere, un po’ come la coda delle lucertole.

Tra l’altro, ciascuno di noi mantiene una quantità di fegato necessaria alla sopravvivenza, per cui la rigenerazione cambia insieme alla struttura fisica: quando dimagriamo, anche il volume epatico diminuisce; quando prendiamo peso, invece, aumenta. In parole semplici, abbiamo tanto fegato quanto ce ne occorre per “funzionare” bene.

«Dobbiamo immaginare questo organo come un piccolo laboratorio chimico, che ripulisce l’organismo dalle sostanze di scarto, sintetizza le proteine necessarie alla coagulazione del sangue, regola livelli e attivazione del metabolismo ormonale, soddisfa le richieste energetiche del corpo», descrive il professor Miele. «È normale che questo lavoro incessante influenzi anche i livelli delle transaminasi nel sangue, che possono variare addirittura nell’arco della stessa giornata».

Quali sono le cause di un rialzo delle transaminasi

Talvolta un lieve aumento delle transaminasi può essere dovuto a una condizione transitoria, causata per esempio da un’infezione virale in corso (come l’influenza stagionale) oppure dall’uso di alcuni farmaci, come antinfiammatori o antibiotici. Altre volte invece, soprattutto quando l’aumento è più significativo e supera di 1,5-2 volte il valore considerato normale, si possono ipotizzare patologie epatiche, cardiache e muscolari di vario genere, come steatosi epatica (più nota come fegato grasso), cirrosi, epatite B o C, tumore epatico, distrofie muscolari o infarto del miocardio.

«Le transaminasi alte richiedono sempre un’anamnesi approfondita del paziente per identificare le possibili cause: banalmente, una cena molto abbondante la sera precedente al prelievo, specie se accompagnata da un uso eccessivo di alcol, potrebbe giustificare il rialzo, perché in quel momento il fegato sta svolgendo la sua normale attività metabolica», illustra il professor Miele.

«Altrettanto importante è ripetere l’esame per capire se il rialzo è occasionale oppure rappresenta la spia di un processo patologico acuto o cronico: in particolare, si ipotizza il secondo se le transaminasi risultano elevate per almeno sei mesi consecutivi e non si osserva un miglioramento con la correzione dei potenziali fattori di rischio, come alimentazione, consumo di alcol o farmaci assunti».

Cosa fare nel caso di transaminasi alte

È fondamentale evitare di ricorrere all’auto-diagnosi e far valutare gli esami al proprio medico di medicina generale oppure allo specialista, in modo da avere una corretta interpretazione del risultato, che deve tenere conto della storia clinica del paziente, delle co-morbilità e di eventuali fattori di rischio.

Per arrivare a una diagnosi corretta, potrebbero essere prescritti ulteriori esami di laboratorio, come l’emocromo, la gamma-glutamil transferasi (GGT), la bilirubina totale, la fosfatasi alcalina, il tempo di protrombina e le gamma-globuline.

«Eventualmente si può ricorrere anche a indagini strumentali, come l’ecografia addominale oppure l’elastografia epatica, che sfrutta un apparecchio in grado di calcolare la velocità con cui le vibrazioni di particolari onde a ultrasuoni raggiungono il fegato per poi tradurle in un numero: più il fegato è fibrotico, e quindi meno elastico, più il numero registrato aumenta», illustra l’esperto. Alla fine, il trattamento dipenderà esclusivamente dalla causa rilevata.


Il detox non serve

Un’ultima annotazione: spesso sul web ci si imbatte in consigli disintossicanti per il fegato, che promettono di abbassare anche le transaminasi. «Oltre a essere pericolosi, perché possono tardare la diagnosi di problemi seri, questi rimedi non sempre hanno prove scientifiche solide di efficacia», afferma il professor Miele. Eppure, la seducente parola “detox” campeggia su prodotti erboristici, omeopatici e integratori di diversa origine, senza contare le saune e i massaggi detossinanti proposti da molti centri benessere.

«Trattandosi di un organo emuntore, deputato a eliminare le scorie metaboliche dall’organismo, il fegato sano non ha bisogno di essere “depurato” a sua volta: è perfettamente in grado di ripulirsi da solo», assicura l’esperto. «Inoltre, lo stile di vita inteso come dieta mediterranea regolare, esercizio fisico e attenzione agli eccessi di alcol lo pone nelle condizioni migliori per svolgere il proprio lavoro».

Non scordiamo, infine, che alcuni prodotti possono addirittura indurre effetti imprevedibili o apportare sostanze del tutto inutili per il fegato, se non addirittura dannose. Basti pensare ai recenti casi della curcumina o della Garcinia cambogia, che in alcune persone ha provocato insufficienza epatica acuta ed epatite fulminante, richiedendo talvolta il trapianto di fegato. «Meglio affidarsi sempre a uno specialista del settore per intraprendere il corretto iter di accertamenti e terapie», conclude il professor Miele.


I principali esami del sangue e come interpretarli


Fai la tua domanda ai nostri esperti


Leggi anche

Esami del sangue: la guida completa alle analisi del sangue

Analisi del sangue, neutrofili alti: cosa sono e cosa indicano

Esami del sangue, linfociti alti: cosa significa e quando preoccuparsi 

Esami del sangue, monociti alti: cosa significa, quando preoccuparsi

Eosinofili alti: cosa significa, le cause, i rimedi

Esami del sangue, basofili alti: cosa significa e quando preoccuparsi

Leggi anche

Esami del sangue: la guida completa alle analisi del sangue

Esami del sangue, PSA: cos'è, quali sono i valori normali

Esami del sangue, acido urico: i livelli corretti, perché può aumentare

Proteina C-reattiva (PCR): cos'è, valori normali, quando preoccuparsi

Esami del sangue, omocisteina: cosa significa se è alta e quando preoccuparsi

Esami del sangue, azotemia alta: cosa significa e quando preoccuparsi