IL LASER per un restyling profondo
In caso di atrofia vaginale severa, tipica delle donne in post-menopausa che non assumono ormoni né per bocca né per via vaginale, è indicato il trattamento con il laser intravaginale.
«Il più potente e collaudato si chiama Monnalisa Touch: è un laser CO2 che esercita delle microablazioni sui tessuti vulvari e vaginali (esterni e interni) compresa l’area intorno al clitoride», spiega la dottoressa Fiametta Trallo, ginecologa a Bologna.
«Ha dei parametri modulabili in base alle esigenze e agisce secondo 5 livelli di profondità: dall’epitelio che riveste le mucose, fino all’ipoderma. La sua azione ablativa, che non richiede anestesia e provoca una sensazione simile a delle “punturine” di luce, stimola la matrice cellulare e la neosintesi di collagene, acido ialuronico ed elastina. Inoltre contrasta il rilassamento delle pareti vaginali ».
Studi istologici e ultrastrutturali, pubblicati anche su Climacteric e Menopause (riviste scientifiche della Società mondiale della menopausa) dimostrano che migliora tutti i parametri fisiologici: elasticità, turgore, spessore, lubrificazione e risposta sessuale. Il tutto in tre sedute, distanziate un mese l’una dall’altra.
Il costo? 200-250 € l’una, ma i benefici durano un anno e mezzo. Più recente è il laser intravaginale Action II Lutronic. Un Erbium:Yag che promette di essere più delicato ed è quindi adatto a chi ha cute e mucose molto sensibili.
«Non ablade il tessuto ma esercita un effetto termico», specifica la Trallo. «Il calore trasmesso fa contrarre fino al 30% delle fibre elastiche più corte e superficiali, con un effetto rassodante che dura 6-8 mesi (200 € a seduta)».