Forse per te è un mondo sconosciuto, ma i trattamenti di ginecologia estetica-funzionale hanno registrato una crescita esponenziale. Comprendono tutti quei ritocchi che, con un occhio allo specchio e uno alla salute, aiutano la donna in pre e postmenopausa a riconciliarsi con le parti intime, migliorando il trofismo e la lubrificazione delle mucose e combattendo cistiti e vaginiti dovute al loro assottigliamento.
Secondo un’indagine della Società di Medicina Estetica Agorà su 3000 medici aderenti all’associazione, ben il 29% delle donne over 40 si dichiara disponibile a fare un trattamento di ringiovanimento vaginale. E molte di esse usano già “cosmetici” e lubrificanti formulati per contrastare il fisiologico calo degli ormoni.
Curiosa di saperne di più? Ecco l’anti-aging della sfera genitale.
LA TECARTERAPIA- contro secchezza e perdita di tono
Una conversione inaspettata quella della Tecarterapia (uno dei metodi riabilitativi più gettonati per i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico) verso la sfera ginecologica. Eppure funziona.
«Dal settembre 2015 ad aprile 2016 abbiamo trattato presso la Scuola di medicina estetica Agorà 30 donne, tra in 35 e i 55 anni, con 6 sedute a cadenza settimanale», spiega il professor Alberto Massirone, direttore della scuola di specializzazione post-laurea milanese.
«Lamentavano secchezza vaginale, prurito e bruciori intimi nonché dolore ai rapporti sessuali. Le onde elettromagnetiche emesse dallo speciale manipolo endocavitario, più deboli di quelle impiegate nella radiofrequenza (potenza da 0,447 Mhz, percepita come un leggero calore) stimolano l’energia e i processi di riparazione dei tessuti biologici, con un importante effetto antinfiammatorio.
Prove istologiche dimostrano che, al termine del ciclo di 6 sedute, le mucose erano ispessite, rosee e sfiammate. Diventando meno fragili, risultano quindi più resistenti all’attacco dei batteri che causano infezioni ricorrenti».
Inoltre, provocando delle microcontrazioni dei muscoli perineali, la Tecarterapia endocavitaria tonifica tutta la muscolatura. Risultato? Più facilità all’orgasmo e prevenzione attiva dell’incontinenza urinaria. Il costo? Circa 50 € a seduta.
UN FILLER per rimpolpare
L’idea innovativa? Formulare dei filler specifici per combattere l’atrofia delle mucose vulvo-vaginali e ripristinare la forma originale delle grandi labbra che, nelle “over 50”, diminuiscono di volume, passando dal rosa al grigio spento e lasciando intravvedere le piccole labbra (è la cosiddetta ipotrofia delle grandi labbra).
«In questo caso si fanno delle microinfiltrazioni di acido ialuronico volumizzante (cioè crosslinkato), ad alto peso molecolare», suggerisce il professor Massirone. «Componente essenziale della cute, restituisce turgore e idratazione a tutta la zona, che riacquista tono e vitalità grazie alla rigenerazione tissutale.
Fatto che ha riflessi positivi anche sulla sfera sessuale. Bastano 5-6 iniezioni, eseguite con un ago sottilissimo previa applicazione di una crema anestetica, per ottenere un effetto rimpolpante che, oltre a migliorare l’estetica e la sensibilità, stimola la sintesi di nuovo collagene ed elastina».
Se il tuo cruccio si focalizza solo sulle grandi labbra, sappi che esiste anche un filler specifico per farle “rifiorire”: corregge perdita di volume, asimmetrie e irregolarità, ristabilendo le giuste proporzioni tra queste e le piccole labbra. Ne derivano comfort assoluto, appagamento e migliore percezione della propria immagine corporea. I filler “ginecologici” durano 8-10 mesi e costano circa 300 € l’uno.
IL LASER per un restyling profondo
In caso di atrofia vaginale severa, tipica delle donne in post-menopausa che non assumono ormoni né per bocca né per via vaginale, è indicato il trattamento con il laser intravaginale.
«Il più potente e collaudato si chiama Monnalisa Touch: è un laser CO2 che esercita delle microablazioni sui tessuti vulvari e vaginali (esterni e interni) compresa l’area intorno al clitoride», spiega la dottoressa Fiametta Trallo, ginecologa a Bologna.
«Ha dei parametri modulabili in base alle esigenze e agisce secondo 5 livelli di profondità: dall’epitelio che riveste le mucose, fino all’ipoderma. La sua azione ablativa, che non richiede anestesia e provoca una sensazione simile a delle “punturine” di luce, stimola la matrice cellulare e la neosintesi di collagene, acido ialuronico ed elastina. Inoltre contrasta il rilassamento delle pareti vaginali ».
Studi istologici e ultrastrutturali, pubblicati anche su Climacteric e Menopause (riviste scientifiche della Società mondiale della menopausa) dimostrano che migliora tutti i parametri fisiologici: elasticità, turgore, spessore, lubrificazione e risposta sessuale. Il tutto in tre sedute, distanziate un mese l’una dall’altra.
Il costo? 200-250 € l’una, ma i benefici durano un anno e mezzo. Più recente è il laser intravaginale Action II Lutronic. Un Erbium:Yag che promette di essere più delicato ed è quindi adatto a chi ha cute e mucose molto sensibili.
«Non ablade il tessuto ma esercita un effetto termico», specifica la Trallo. «Il calore trasmesso fa contrarre fino al 30% delle fibre elastiche più corte e superficiali, con un effetto rassodante che dura 6-8 mesi (200 € a seduta)».
LA TUA TOILETTE QUOTIDIANA
>A nulla valgono i ritocchi medici se non presti attenzione ai detergenti per l’igiene intima. «In menopausa, evita quelli schiumogeni, ricchi di tensioattivi aggressivi che alterano il pH vaginale e disidratano le mucose», avverte la ginecologa
Fiammetta Trallo.
«Usa un oleolatte cremoso, specifico per la secchezza, a base di oli pregiati come uelli di oliva e d’argan, o burro di karité. Simile a una crema, dev’essere privo di tensioattivi anionici, sostanze alcaline, lanolina, paraffina e derivati.
>In caso di irritazioni, via libera ai fitoestratti (malva, hamamelis, alfa-bisabololo. Per le microabrasioni utilizza unguenti a base di vitamina E pura che funge da riepitelizzante».
>Abituati a usare gel lubrificanti a base di collagene e acido ialuronico per “nutrire” le pareti vaginali.
>E se il piacere langue per colpa di un’ipoplasia clitoridea? «Restituisci turgore e sensibilità al clitoride con una crema galenica, fatta preparare dal farmacista, che contenga il 2% di testosterone propionato disciolto in 30 g di vasellina bianca filante. Spalmala sul clitoride 1-2 volte alla settimana», precisa la dottoressa Trallo.
Articolo pubblicato sul n. 50 di Starbene in edicola dal 29/11/2016