Albicocche: perché fanno bene e quante mangiarne

Mettono di buonumore solo a guardarle (scegli quelle più colorate, maggiormente ricche di carotenoidi): le albicocche sono ricche di proprietà benefiche. Leggi qui perché non devono mai mancare sulla tavola dell’estate



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Oltre ad avere tutte le sfumature del sole, dal giallo pallido all’arancione infuocato, le albicocche apportano un bagaglio di nutrienti indispensabili per la nostra salute, al punto da poter essere considerate un integratore di stagione, completamente naturale. «Il loro colore vivace indica la presenza di betacarotene, il noto precursore della vitamina A», spiega la dottoressa Cristina Spotti, biologa nutrizionista. «Noto soprattutto per la sua capacità di favorire l’abbronzatura e ridurre il rischio di scottature, questo pigmento vegetale ha tante altre proprietà. Per esempio, trattandosi di un antiossidante, è in grado di contrastare l’insorgenza di radicali liberi, principale causa di invecchiamento cellulare, e di spegnere l’infiammazione nel corpo».


Quali sono le caratteristiche nutrizionali

Pur non facendo parte dei tradizionali succhi ACE, dove normalmente troviamo arancia, carota e limone, le albicocche contengono questo prezioso trittico di vitamine (A, C ed E), che insieme al betacarotene rappresentano una “bomba” antiossidante, capace di proteggere le cellule dai vari danni a cui possono andare incontro.

Tra l’altro, il sapore zuccherino non deve trarre in inganno, perché le albicocche non sono così ricche di zuccheri: apportano 8 grammi di carboidrati su 100 di prodotto, per cui possono essere consumate anche in caso di diabete. «Per impattare meno sulla glicemia, il trucco è abbinare sempre la frutta a una fonte di grassi buoni, come una manciata di frutta secca o un quadretto di cioccolato fondente. Tra l’altro, questo aiuta anche ad assimilare meglio le vitamine liposolubili, che nel caso delle albicocche sono la A e la E».


Quali sono le proprietà delle albicocche

Grazie alla presenza di luteina e zeaxantina, le albicocche sono un toccasana per gli occhi, perché prevengono la degenerazione maculare. «Inoltre, il loro contenuto di vitamina C stimola a livello cutaneo la sintesi del collagene, una proteina che costituisce buona parte del derma ed è quindi responsabile della sua compattezza e tonicità. Insomma, mangiare albicocche ci aiuta anche a prevenire le rughe», assicura la dottoressa Spotti. Non è affatto un caso se la saggezza popolare prende come parametro estetico proprio questo frutto, parlando di “pelle d’albicocca” per descrivere una cute morbida e soave.

Ma le albicocche vanno portate regolarmente in tavola anche per l’abbondante contenuto di fibre, presenti sia nella polpa sia nella buccia: «Quelle solubili contribuiscono a rallentare l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri a livello intestinale, per cui contrastano l’insorgenza di obesità, ipercolesterolemia o diabete; quelle insolubili, invece, aiutano a regolarizzare l’intestino, per cui ne migliorano la flora batterica e la regolarità». D’altronde, seppure così preziose, le fibre possono irritare le pareti intestinali se assunte in eccesso oppure quando si soffre di diverticoli, colon irritabile o altri disturbi: «Il consiglio è quello di verificare sensibilità e tolleranza individuale, come per tutti i cibi molto fibrosi», precisa l’esperta.


A cosa fanno bene

Un’interessante virtù delle albicocche riguarda gli sportivi. Infatti, non è la banana il frutto con il più alto contenuto di potassio (350 mg su 100 di prodotto fresco edibile), perché in classifica la precedono i kiwi freschi (400 mg) e le albicocche in versione essiccata (1260 mg). «Mentre nella versione fresca sono pressoché paragonabili alla banana, le albicocche essiccate sono un vero e proprio concentrato di potassio, ma anche di altri minerali e zuccheri, per cui vengono sfruttate dagli sportivi per favorire il recupero muscolare. Ovviamente, si tratta di alimenti ad alta densità calorica, per cui non bisogna esagerare con le quantità», raccomanda la dottoressa Spotti. Ma al di là dello sport, questo mix energetico è perfetto per tutti d’estate, quando bisogna rimediare alla maggiore sudorazione per evitare che la carenza di micronutrienti conduca a sintomi come spossatezza, debolezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, irritabilità e crampi muscolari.


Quante se ne possono mangiare

In generale, quando si parla di frutta, non bisognerebbe mai superare le tre porzioni giornaliere, ovvero l’equivalente di 300-350 grammi, perché pur trattandosi di alimenti molto salutari rischieremmo di esagerare con gli zuccheri semplici, che tendono poi a fermentare. «Facendo due conti, la giusta porzione di albicocche quotidiane è pari a 150 grammi, ovvero 2-3 frutti freschi, oppure 20-25 grammi di quelle essiccate. Nel secondo caso, soprattutto dopo l’attività fisica, sarebbe bene abbinarle ad abbondante acqua e una fonte proteica, come un toast oppure uno yogurt greco», consiglia l’esperta.


Quanti tipi di albicocca ci sono

In Italia, esistono diverse varietà di albicocca, fra cui la vesuviana, la Reale di Imola, quella di Valleggia, l’Amabile Vecchioni, la precoce di Toscana, quella di Scillato e la diavola. «Il clima e il terreno possono cambiare alcune caratteristiche di questo frutto, ma tutte le varietà condividono all’incirca le stesse peculiarità. L’importante è scegliere prodotti italiani, possibilmente a km 0, in modo da preservare il più possibile le qualità nutrizionali che nei lunghi viaggi vengono inevitabilmente disperse», conclude la dottoressa Spotti. «E scegliamo sempre quelle molto colorate, perché oltre ad essere gustose sono anche le più ricche di carotenoidi».


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