hero image

Chi è Severino Antinori, il ginecologo più discusso

Secondo lui tutte le donne possono diventare mamme, non esiste la sterilità. Ora è agli arresti domiciliari. Qui trovi un riassunto delle sue imprese di medico senza scrupoli

Foto: Giuseppe Giglia/Ansa



di Oscar Puntel


Il ginecologo Severino Antinori è agli arresti domiciliari. L'accusa, su cui stanno indagando gli inquirenti, è di espianto di ovuli, senza il consenso della paziente e con violenza, ai danni di una giovane spagnola. Gli ovociti sarebbero poi finiti nei suoi centri per le fecondazioni assistite. Ma chi è Severino Antinori?


CHI È SEVERINO ANTINORI

Istrionico, ambizioso, spregiudicato, pioniere: sono tanti e controversi gli aggettivi che in rete descrivono la personalità di Severino Antinori, 70 anni, uno dei padri dell'inseminazione artificiale.

Ginecologo “al limite”, per le tecniche estreme con cui ha permesso a coppie sterili di avere i figli. Adora le copertine dei giornali, il microfono, la tv.

Si dice che il suo studio di via Tacito a Roma sia tappezzato di articoli e foto con le storie di gravidanze al limite del consentito. Coppie che volevano un bambino, anche se non ci riuscivano. E che lui ha accontentato.

Vive 5 mesi all'anno all'estero, in “esilio” dall'Italia, in paesi dove si può fare ricerca sulle terapie di coppia e sull'inseminazione senza vincoli. Un paese dell'Est Europa gli ha garantito ampia libertà in questo senso.


GINECOLOGO DALLE IMPRESE “IMPOSSIBILI”

Profetico un suo libro, che uscì nel 1994: I miei figli impossibili, in cui ci ha raccontato “come vincere la sterilità”, ci ha assicurato che “anche in menopausa la donna può procreare” e ha raccolto “30 commoventi storie di madri felici” (i virgolettati sono i sottotitoli dell'opera).

Su quanti siano questi figli impossibili, cala la leggenda. Lui stesso nel 2007 ha dichiarato che sono 8 mila. “Ma quelli concepiti con una particolare tecnica di mia invenzione, sono 700mila in tutto il mondo”.

È del 1994 la vicenda di Rosanna Della Corte: Antinori la fece diventare mamma di Riccardo. A 62 anni. Nel 1988, in tv raccontò di aver creato il primo figlio-fratello: l'ovulo fecondato di una madre era stato impiantato nell'utero della figlia.


IL PRIMO ESPERIMENTO DI CLONAZIONE DI EMBRIONI UMANI

L' Antinori-pensiero si colloca in quello spazio infinito fra il consentito e il vietato. Che nell'inseminazione artificiale significa spingere le tecniche di procreazione assistita fin quasi alla clonazione.

Nell'agosto del 2001 annunciò il primo esperimento internazionale di clonazione di embrioni umani, cosa espressamente vietata dalla comunità scientifica e dall'etica medica.

Ma il ginecologo precisò: “Il mio metodo è la riclonazione, non la clonazione. Io non farò bambini fotocopie dei genitori, ma bambini perfetti. Avranno i caratteri dei genitori ma un’identità propria”.

Nel 2009 confermò la nascita di tre bambini, grazie a quella tecnica. Non definì però altri dettagli, appellandosi alla privacy. E di fatto, quell'affermazione non venne mai accertata.


LA SUA “ESPERIENZA” NELLE INSEMINAZIONI ETEROLOGHE

E arriviamo al 2014, anno in cui la Corte Costituzionale in Italia ha permesso la fecondazione eterologa (ovvero l'uso di un gamete, ovulo o spermatozoo, di una terza persona, cioè il donatore, quando un membro della coppia è sterile).

Il ginecologo annunciò che alcune inseminazioni di questo tipo le aveva già fatte. La procura fece ispezioni e sequestrò cartelle sanitarie per verificare se Antinori avesse operato senza aspettare le linee guide ministeriali, che dovevano essere ancora emesse. Un braccio di ferro con il ministro Beatrice Lorenzin che andò avanti per giorni. Per concludere che nelle cliniche del professore non c'erano prove di avvenute eterologhe.

18 maggio 2016

Fai la tua domanda ai nostri esperti

Leggi anche

Diventare mamma dopo il cancro si può

Banche del seme per essere padre dopo il cancro

Una petizione contro l'utero in affitto

Fertilità: le soluzioni della radiologia

Banca del seme per tutelare la fertilità maschile

Fertilità: in Italia è quasi allarme