di Roberta Piazza
L’acqua frizzante disseta più di quella liscia, perché anestetizza le papille gustative. E favorisce la digestione, velocizzando lo svuotamento dello stomaco. Non solo. Sembra anche in grado di proteggere la salute del cuore e delle arterie. È la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori del Consejo Superior de Investigationes Científicas di Madrid dopo anni di studi su una minerale catalana che si è dimostrata capace di ridurre i livelli di Ldl nel sangue.
Il lavoro proseguirà ora con il reclutamento di persone tra 18 e 45 anni, con un colesterolo totale compreso tra 200 e 300 mg/dl, che dovranno assumere 1 litro della stessa acqua, tutti i giorni, per 2 mesi. Nell’attesa dei risultati ecco quello che devi sapere per bere bene. E nelle dosi ok.
SCIOGLIE LA CELLULITE
FALSO «Questo inestetismo dipende dall’aumento (per cause ormonali) di grasso localizzato e non dal fatto che beviamo poco o tanto», dice la nostra esperta.
Anche l’acqua più diuretica non serve per eliminare i liquidi che rimangono intrappolati tra i tessuti e possono favorire la formazione della buccia d’arancia. Quello che dobbiamo aspettarci dall’acqua, invece, è che aiuti il lavoro dei reni e prevenga la formazione di calcoli.
HA UN’AZIONE DETOX
VERO «Stimola l’eliminazione delle tossine (in particolare dell’acido urico)», precisa la dottoressa Farnetti. «La sua azione depurativa è maggiore se la assumi a digiuno, con l’aggiunta di un po’ di limone, oppure se la sorseggi tiepida: così è anche lassativa e ti permette di smaltire le scorie accumulate dall’intestino».
Per avere un migliore effetto disintossicante l’acqua deve contenere poco sodio: più elevate sono le quantità di questo minerale, infatti, più liquidi devono essere trattenuti per diluirne l’eccessiva concentrazione nelle cellule. E avere un pH (lo trovi indicato sull’etichetta) superiore a 7, perché i reni funzionano meglio in un ambiente alcalino.
TI AIUTA A DIMAGRIRE
VERO Secondo uno studio dell’Università dell’Illinois (negli States) pubblicato sul Journal Of Human and Nutrition and Dietetics bere fa assumere meno calorie (da 69 fino a 206 al giorno). I ricercatori hanno intervistato più di 18 mila persone sulla quantità d’acqua assunta abitualmente e hanno visto che
un aumento, anche minimo, rispetto alle normali abitudini (da 1 a 3 bicchieri in più) faceva la differenza.
E non solamente per quanto riguardava l’apporto energetico. Minore è risultata pure l’introduzione di zucchero (diminuita di 6-18 grammi), di sodio (scesa di 78-235 milligrammi) e di colesterolo (calata di 7-21 grammi). I motivi? Gli studiosi americani ne hanno individuati due: il maggior consumo di acqua riduce l’assunzione di bibite zuccherate; inoltre riempie lo stomaco dando un senso di sazietà che spinge a rinunciare a qualche snack (trovi lo studio su onlinelibrary.wiley.com digitando Plain water consumption in relation to energy intake).
I dati emersi da questa ricerca andranno ora approfonditi. Soprattutto per vedere se possono valere per persone di Paesi che seguono una dieta completamente diversa da quella degli statunitensi. «Una cosa però è certa», afferma la dottoressa Sara Farnetti, specialista in medicina interna e Ph.D. in fisiopatologia del metabolismo e della nutrizione.
«Se introduci pochi liquidi, salgono i livelli nel sangue di vasopressina, un ormone che diminuisce la diuresi per compensare la disidratazione. Questa sostanza stimola inoltre il fegato a liberare zucchero (sebbene l’organismo non ne abbia alcun bisogno) e il pancreas a produrre insulina per abbassare la glicemia, trasformando il surplus di glucosio presente nel sangue in grasso (ovvero in chili in più). Al contrario, se le cellule sono ben idratate, i valori di vasopressina non si impennano e tu riesci (se non a dimagrire) almeno a mantenere facilmente il tuo peso».
MIGLIORA LA PERFORMANCE ATLETICA
VERO Se non reintegri i liquidi persi con il sudore forza e resistenza diminuiscono, ti affatichi di più e ti stanchi prima. «Non dimenticare, poi, che la disidratazione fa perdere massa magra. La colpa è sempre della vasopressina, che restringe i vasi per ridurre la diuresi, mentre i muscoli possono svilupparsi solo grazie a una circolazione sanguigna efficiente», puntualizza Sara Farnetti.
Quando la traspirazione è elevata dovresti iniziare a bere 10 minuti dopo l’inizio dell’allenamento. Ma quale acqua scegliere? Le migliori, in questo caso, sono quelle “minerali” (residuo fisso superiore a 500 mg/l), perché più ricche di sali, che se ne vanno con la traspirazione. Inoltre, contenendo in genere più sodio delle “oligominerali” (residuo fisso inferiore a 500 mg/l) non vengono immediatamente eliminate dai reni (questo valore di riferimento è indicato sull’etichetta delle bottiglie oppure puoi chiederlo a chi gestisce l’acquedotto del tuo Comune).
Meglio ancora se l’acqua che bevi è ricca di calcio (che migliora la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli e riduce il rischio di fratture), di bicarbonato (che agevola l’eliminazione dell’acido lattico) e di magnesio (che ti aiuta a nutrire la muscolatura durante l’attività fisica e, dopo l’allenamento, a rilassare il corpo e la mente). Il magnesio permette infatti all’organismo di utilizzare al meglio la serotonina, l’ormone del benessere.
DEVI BERNE 8 BICCHIERI AL GIORNO
DIPENDE La regola non vale in assoluto. Secondo la Società italiana di nutrizione umana il nostro fabbisogno è di 2 litri al giorno. Ma all’interno di questo dato, per esempio, vanno considerati anche i liquidi contenuti nei cibi. «Puoi aver bisogno di bere meno se mangi molte verdure.
Così come puoi avere la necessità di dissetarti di più se fai parecchia attività fisica o hai un metabolismo veloce », chiarisce la nostra esperta. «Più della “dose”, diversa per ciascuno, conta il modo in cui bere l’acqua, che è uguale per tutti: a piccoli sorsi e lentamente per godere al massimo dei benefici senza effetti collaterali».
TROPPA PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE
VERO Il troppo stroppia, dice il proverbio per indicare la negatività di ogni eccesso. «Molta acqua riduce i livelli della vasopressina (sì, è sempre questo ormone il protagonista!), causando un’eccessiva diuresi con conseguente disidratazione che, come abbiamo visto, favorisce l’aumento di peso», mette in guardia la dottoressa Farnetti.
«Non solo: con i liquidi si perdono minerali importanti come lo iodio (serve per il buon funzionamento della tiroide e del metabolismo), il selenio (necessario
per l’efficienza delle difese immunitarie), il calcio (utile per le ossa e il sistema nervoso), il sodio (che insieme al potassio è un regolatore della pressione sanguigna). Senza contare che, bevendo troppo, si finisce con l’affaticare i reni», conclude la nostra esperta.
DEL RUBINETTO O IN BOTTIGLIA?
1 PER IL GUSTO: DIPENDE - Le acque in bottiglia hanno sapori diversi in base alla presenza di sali e anidride carbonica. Lo stesso vale per quelle potabili. Ma mentre alcune sono buone, altre sono imbevibili: sanno di cloro, aggiunto a volte per eliminare i germi, o di ferro, se le tubature della casa sono vecchie.
2 PER LA SICUREZZA: OK ENTRAMBE - Quelle minerali vengono imbottigliate alla fonte e devono essere, per legge, microbiologicamente pure. Ma anche l’acqua del rubinetto viene controllata costantemente per verificare che non contenga germi o sostanze tossiche. E, se non risponde a precisi requisiti, la sua
erogazione viene bloccata (ricordi il caso atrazina?).
3 PER L’AMBIENTE: VINCE IL RUBINETTO - L’acqua in bottiglia “produce” ogni anno circa 200 mila tonnellate di plastica da smaltire e 220 mila kg di gas serra (CO2) per il trasporto dalle sorgenti ai punti vendita.
Articolo pubblicato sul n.31 di Starbene in edicola dal 19/07/2016