PASTI RICCHI A ORARI PRECISI
Il programma demolisce il principio-cardine delle diete ipocaloriche, cioè che per perdere peso dobbiamo consumare meno. Secondo Lemme, possiamo bruciare i chili di troppo se mangiamo tanto, perché così sfruttiamo le proprietà biochimiche dimagranti degli alimenti. Le calorie, dunque, non contano e gli unici parametri importanti sono l’indice glicemico dei cibi e il loro impatto sull’organismo: se, infatti, ingeriamo determinati alimenti al mattino, ci fanno smaltire il peso in eccesso, se li assumiamo la sera ci fanno ingrassare.
Nel programma, articolato in due fasi (una di dimagrimento, che ha una durata variabile a seconda del peso da perdere, e una di mantenimento, di tre mesi) sono, quindi, fondamentali gli orari dei pasti: la colazione va fatta entro le 9.30, il pranzo tra le 12 e le 14 e la cena tra le 19 e le 21. In più, sono ammessi due spuntini, tra le 10 e le 11 e tra le 16 e le 17, a base di tè e limone a spicchi.
«Che le calorie siano un concetto superato lo sappiamo da tempo: la differenza tra magri e grassi non dipende dalla quantità di cibo ingerito ma dalla qualità. Condivisibile è anche l’accento posto sulla cronobiologia: a parità di calorie assunte, l’effetto sul peso è diverso se le calorie sono introdotte al mattino o a alla sera, dal momento che, nelle prime ore della giornata, è più elevata la produzione di ormoni deputati al dispendio energetico, mentre la sera aumenta quella delle sostanze, in particolare l’insulina, responsabili dell’accumulo», chiarisce il dottor Luca Speciani, medico e alimentarista