Doping (diretto e indiretto) -Perché alcuni farmaci sono vietati agli sportivi e considerati pericolosi?
I motivi sono prevalentemente due, uno clinico e uno etico; in ogni caso basterebbe il primo, con i correlati gravi rischi per la salute, per giustificare ampiamente il divieto dell’impiego di sostanze dopanti nello sport.
Per quanto riguarda gli effetti nocivi sulla salute, gli anabolizzanti possono portare a malattie cardiache o circolatorie aumentando il livello del colesterolo-LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) e favorendo, quindi, la formazione della placca aterosclerotica; un’alterazione sicura, comunque, è l’aumento forzato dello spessore della parete del cuore, che predispone chi fa uso di queste sostanze a malattie cardiache in misura decisamente più elevata rispetto a chi non ne fa uso.
Gli stimolanti aumentano l’aggressività e possono far perdere la necessaria lucidità nella vita di ogni giorno; ancora più preoccupanti sono i loro effetti distorsivi sulla conduzione degli impulsi che determinano e controllano la contrazione ritmica del cuore, cosa che aumenta il rischio di aritmie che possono essere assai delicate da gestire e in alcuni casi fatali.
In ultima analisi, il rischio di cancro o di malattie da aterosclerosi è reale, ma si devono considerare non tanto i casi di morte quanto quelli, assai più frequenti, di invalidità che insorgono in conseguenza dell’uso di sostanze dopanti. Il principio della lotta al doping è allora quello di impedire che per qualsiasi motivo un atleta possa arrecarsi danno, consapevolmente o no.
Il secondo motivo per cui il doping è vietato agli sportivi è di ordine etico: non è infatti giusto che vi siano alcuni soggetti che usando sostanze proibite vanno a migliorare la loro prestazione, alterando quindi il proprio valore e facendo perdere il significato stesso del termine gara, che dovrebbe indicare un confronto con pari mezzi e condizioni.
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