Tumore del polmone
Il tumore del polmone è caratterizzato da una crescita anomala di cellule che si verifica appunto all’interno del polmone. Inizia più frequentemente dalle strutture bronchiali, per cui si tratta in realtà di un tumore bronchiale; la sua crescita è spesso rapida in ragione della rapida moltiplicazione delle cellule, le quali invadono il polmone e prendono […]
Il tumore del polmone è caratterizzato da una crescita anomala di cellule che si verifica appunto all’interno del polmone. Inizia più frequentemente dalle strutture bronchiali, per cui si tratta in realtà di un tumore bronchiale; la sua crescita è spesso rapida in ragione della rapida moltiplicazione delle cellule, le quali invadono il polmone e prendono poi la via linfatica e la via ematica per raggiungere poi (metastasi) altri organi come i linfonodi, la pleura, il cervello, le ossa, il fegato e i surreni. In alcuni casi è peraltro il polmone stesso la sede di metastasi di tumori localizzati nel rene, nelle ovaie, nel colon o nella cute.
Quanto è diffuso il tumore polmonare?
Il carcinoma del polmone è una malattia dalle proporzioni epidemiche, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dato che la sua incidenza è passata dall’11,8% di tutti i nuovi casi di tumore nel 1985 al 20% nel 2000, percentuale che lo rende il tumore più diffuso nel mondo: è il più frequente negli uomini (21% di tutti i nuovi tumori) e il quinto nelle donne; in Italia nel 1990 si è stimata un’incidenza di 86 casi ogni 100.000 maschi e 13 ogni 100.000 femmine. La probabilità di sviluppare un carcinoma del polmone aumenta con l’età, e la malattia ha purtroppo un’elevata mortalità (conduce a morte nell’85% circa dei casi) a causa della relativa inefficacia dei trattamenti terapeutici e per il fallimento dei sistemi attuali di diagnosi precoce.
Cause
Il tumore del polmone rappresenta la singola causa più prevenibile di tumori, dato che oltre l’85% dei casi si verifica in soggetti fumatori, un altro 3-5% dei casi è dovuto a fumo passivo e fino al 4% dei casi è causato dall’esposizione a radon.
Tuttavia, poiché vi sono fumatori abituali che non sviluppano il tumore mentre al contrario si verificano casi di tumore in soggetti non fumatori, è evidente che i fattori causali “esterni” devono interagire con fattori endogeni nel determinare un rischio di malattia che risulta piuttosto variabile fra gli individui.
Fattori esogeni
- Fumo di tabacco: aumenta di 20 volte il rischio di cancro del polmone, in modo proporzionale al numero di sigarette fumate giornalmente e al numero di anni di fumo; il rischio diminuisce della metà dopo 10 anni di sospensione del fumo; le sigarette a basso contenuto di nicotina non riducono il rischio di cancro.
- Esposizioni lavorative a rischio.
- Inquinamento ambientale.
- Fumo passivo, inquinamento atmosferico.
- Dieta scorretta e sbilanciata.
Fattori endogeni
- Familiarità per malattie polmonari.
- Riduzione della funzione respiratoria (per esempio, presenza di BPCO).
- Stress ossidativi.
- Instabilità genomica.
Tipi di tumore
Esistono diversi tipi di tumore del polmone, che bisogna differenziare in fase diagnostica in quanto rispondono in modo differente a terapie diverse: vi sono tumori maligni (il 90% circa) e benigni (10%) o a bassa malignità (carcinoidi).
I due tipi più comuni di tumore maligno sono il tumore cosiddetto non a piccole cellule (in sigla NSCLC, Non small Cell Small Cancer), che costituisce il tipo più diffuso (adenocarcinoma, carcinoma squamoso, carcinoma a grandi cellule) e il tumore cosiddetto a piccole cellule (in sigla SCLC, Small Cell Small Cancer) che cresce molto rapidamente e spesso, prima che sia diagnosticato, ha già dato metastasi nei linfonodi o in altri organi del corpo. Per tale motivo nel SCLC non viene consigliato il trattamento chirurgico, che si rivelerebbe inutile, mentre la risposta alla chemioterapia e alla radioterapia è migliore rispetto al tumore del polmone non a piccole cellule, e può presentare eventi di recidiva.
Un tipo di tumore che colpisce prevalentemente la pleura (la membrana che avvolge entrambi i polmoni) è il mesotelioma, strettamente correlato all’esposizione all’amianto, che di solito colpisce gli uomini in genere 35-40 anni dopo la prima esposizione all’amianto.
Il problema della stadiazione
Per determinare la terapia più idonea, i tumori vanno classificati in stadi che danno ragione della gravità della malattia e della sua diffusione.
Il tumore a piccole cellule (SCLC) viene detto limitato se è presente solo in uno dei polmoni e nei linfonodi sullo stesso lato, esteso se è diffuso all’interno del torace o altrove nel corpo.
Il tumore non a piccole cellule (NSLC) viene invece classificato in 4 stadi: nello stadio I il tumore è presente in una parte sola del polmone, nello stadio II è diffuso ai linfonodi dal lato del tumore o ai tessuti vicini (per esempio nelle pareti del torace, al diaframma o al pericardio), nello stadio III risulta diffuso molto all’interno del torace e in generale ai linfonodi mediastinici (quando vi è invasione dei linfonodi dell’altro lato o agli altri organi toracici si tratta di uno stadio IIIb definito non operabile) e infine nello stadio IV vi sono i tumori del polmone che si sono diffusi in altre parti del corpo, per esempio al fegato o alle ossa (metastasi).
Sintomi e diagnosi
Il tumore del polmone non è di facile diagnosi in fase precoce e per lo più viene scoperto casualmente, nel caso di una radiografia del torace eseguita per altri motivi; alcuni sintomi, tuttavia, richiedono da parte del medico una particolare attenzione e specifici accertamenti. La radiografia standard del torace e la TC con mezzo di contrasto sono gli esami fondamentali per diagnosticare e “stadiare” il tumore. La broncoscopia è invece fondamentale per la conferma diagnostica delle lesioni cosiddette centrali, in quanto consente di prelevare campioni di cellule (mediante broncoaspirato, broncolavaggio, spazzolato e agoaspirato transbronchiale e istologico) e quindi di effettuare una biopsia della lesione; in caso di lesione situata alla periferia del polmone è preferibile eseguire l’agoaspirazione per via transtoracica.
Altro esame importante per la diagnosi e la stadiazione è la PET (tomografia a emissione di positroni). In caso di indicazione all’intervento, poi, è fondamentale la valutazione funzionale respiratoria con spirometria, che valuta se il paziente può tollerare l’amputazione di uno o più lobi o di un polmone.
Terapia
La terapia del carcinoma del polmone si basa su tre trattamenti integrabili tra loro: la resezione chirurgica, la chemioterapia e la radioterapia; a questi trattamenti si associano terapie di supporto e palliative (per esempio per il controllo del dolore), trattamenti endoscopici e trattamenti delle complicanze. L’approccio terapeutico cambia a seconda che ci si trovi di fronte a un tumore a piccole cellule (sensibile ai chemioterapici) oppure a un tumore non a piccole cellule che non presenta questa sensibilità): nel primo caso la malattia è più aggressiva e proprio per questa sua caratteristica il trattamento si basa principalmente sulla chemioterapia e sulla radioterapia (ove possibile), mentre l’intervento chirurgico di eliminazione del tumore mediante l’asportazione della parte di polmone coinvolta, del tutto o in parte, non è indicata; nel tumore non a piccole cellule, invece, l’intervento chirurgico rappresenta la terapia di scelta, a meno che non siano già presenti metastasi a distanza.
Prognosi
La diagnosi precoce, l’abolizione delle abitudini personali a rischio (innanzitutto il fumo di tabacco) e dei fattori ambientali sono le condizioni che attualmente possono contribuire al miglioramento della sopravvivenza generale. Nel singolo paziente la sopravvivenza a lungo termine dipende dallo stadio di malattia e dalle possibilità di intervenire chirurgicamente, che al momento della diagnosi è solo del 20% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Tra i pazienti operati circa metà sopravvive, con percentuali che vanno dal 20 al 70% a seconda dello stadio della malattia. [L.C.]