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Come sviluppare l’intelligenza sessuale

L’Ai entra in camera da letto. Attraverso le app per relazioni virtuali o con i sex toys “educati” a personalizzare il piacere. Ma il vero cervello del desiderio rimaniamo noi, da soli e in coppia. Una grande esperta ci spiega come usare pensieri e parole per vivere una sessualità migliore

Foto: Getty Images



Il sesso è intelligente? Molto, ed è poliedrico nelle sue manifestazioni intellettive, anche se potrebbe sembrare preponderante la sua forza istintiva, ormonale, prettamente fisica e passionale. Eppure sessuologi e psicologi discutono dell’intelligenza sessuale come parametro chiave; a maggior ragione oggi con l’ingresso prepotente dell’AI nella nostra vita intima, delle relazioni virtuali su misura proposte da varie app, dell’introduzione di sistemi in grado di apprendere cosa ci dà piacere e fornircelo, come nei sex toys di ultima generazione. Ma, in definitiva, che cos’è l’intelligenza sessuale e a cosa serve? Ne parliamo con Roberta Rossi, autorevole sessuologa e autrice del libro Cosa può andare storto: affrontare imprevisti e difficoltà nel sesso, per riscoprire il piacere.


Per lei cosa significa intelligenza sessuale?

Alcuni esperti parlano di un mix fra comunicazione, e cioè saper parlare apertamente delle proprie preferenze e aspettative senza imbarazzi o pregiudizi, saper gestire le emozioni superando insicurezze e tabù, essere empatici verso il partner, adattabili, cioè aperti all’esplorazione della propria sessualità, e avere consapevolezza di sé, cioè conoscere il proprio corpo, i propri desideri e i propri limiti. Trovo che in questi concetti la parola desiderio sia preponderante e molto attinente, proprio perché ha tre componenti che, guarda caso, sono quello biologico (conoscere le proprie dinamiche fisiche), quello emotivo e più personale (che coinvolge il mondo delle fantasie erotiche) e quello relazionale col partner, comunicativo appunto.


Quindi l’intelligenza alimenta il motore principe della sessualità, il desiderio...

Alcuni esperti sostengono che sviluppare questa facoltà nell’intimo porta a una vita sessuale più soddisfacente e a relazioni più sane: sicuramente, con le nostre capacità, possiamo persino affrontare imprevisti e difficoltà.


E allora veniamo alla pratica. Non poche donne dicono: non ho più voglia, che fare?

Cominciare o ricominciare a usare una delle espressioni dell’intelligenza sessuale: la fantasia e l’immaginario erotico. Molte invece si precludono questa esplorazione intima, mentre nel desiderio sessuale aiuta tantissimo. Buoni spunti sul tema li può dare Want, fantasie erotiche anonime (Feltrinelli), scritto dall’attrice Gillian Anderson (la famosa Dana Scully di X-Files), un libro bellissimo che è una raccolta delle fantasie sessuali di migliaia di donne da tutte le parti del mondo. Confrontarsi con queste realtà può far superare il tabù che fantasticare al femminile su certe cose è “anomalo”, mentre dà la grande capacità di autoerotizzarsi mentalmente, ed è un’ottima tecnica fai da te per risvegliare il desiderio. Iniziamo così, riservandoci un po’ di tempo per fermarci a immaginare...


E il porno serve alla libido femminile?

Dipende: alcune donne non lo sopportano (meglio evitarlo quindi), altre apprezzano soprattutto il soft porn, che ha contributi espliciti ma inseriti in storie romantiche, come quelli della regista e produttrice svedese Erika Lust, che ha lanciato la “pornografia femminista” (non femminile), con l’intento di cambiare l’industria del porno offrendo una visione più equilibrata della sessualità e del piacere in un contesto nato per una visione solo maschile, fino a ieri.


E dopo la fantasia, cosa alimenta di più il piacere, cosa lo può riaccendere?

Il dialogo di coppia. Raccontarsi cosa ci piacerebbe fare insieme e cosa no (ed è bene specificarlo, così nessuno dei due insiste in modo controproducente per la libido su certe proposte) può alimentare maggiormente il desiderio e aggirare quella ripetitività che si instaura un po’ nella coppia di media-lunga data. Con un’attenzione importante: il luogo meno adatto per parlarne è, paradossalmente, il letto.

Per evitare ansie da prestazione da parte dell’uomo, ma anche della donna (succede davvero) occorre sfruttare un luogo “neutro” e tranquillo, dove si è più rilassati, come il divano del salotto: inizia con i desiderata e poi può diventare un gioco. Persino virtuale: scriviamocelo in chat anche se siamo sotto lo stesso tetto, toglierà imbarazzo, e diamoci poi un appuntamento per realizzarlo, al momento giusto per tutti e due.


E se uno ha voglia e l’altro no?

Si chiama “discrepanza di desiderio”, dove il problema non è in realtà la mancanza di voglia, ma il momento nella quale questa arriva, che è diverso per lui o per lei. Molti uomini preferiscono il mattino (il testosterone è più alto) mentre le donne la sera, quando sono più rilassate. Qui la comunicazione è fondamentale, per cercare punti di incontro, creare degli appuntamenti veri e propri. E poi lasciarsi trascinare un po’ da chi ha più voglia in quel momento, almeno quando sentiamo che pur non pensando al sesso, con un po’ di collaborazione potrebbe scattare la scintilla.

Ma attenzione: nessuna pressione e insistenza per farlo. Alcuni uomini possono diventare un po’ pressanti anche nella stessa giornata, ma ottengono l’effetto contrario. Meglio chiedere di essere lasciate tranquille, saremo noi, in assenza di richieste troppo ravvicinate e reiterate, a prendere l’iniziativa. Anche perché la storia dell’uomo che è sempre pronto e della donna che potrebbe farne a meno per mesi non è vera: è un fattore assolutamente individuale, che può essere superato con il giusto modo di fare.


Ci sono poi donne che fanno fatica a eccitarsi…

Spesso è solo una questione di tempi un po’ più lunghi da dedicare ai preliminari, soprattutto alla stimolazione esterna, che può diventare benissimo un gioco di coppia. Trovo fondamentale l’uso dei lubrificanti vaginali (anche se non siamo nel periodo della menopausa, caratterizzato spesso da secchezza): aiuta tantissimo il rapporto e, di converso, l’eccitazione. E poi, di nuovo, l’utilizzo della fantasia erotica, da condividere.


Ma sono più efficaci le fantasie “pensate” o “parlate”?

In genere quelle immaginate per conto proprio, ma se siamo con il partner possono diventare un gioco di ruolo all’interno della coppia. Però è una sorta di sperimentazione da provare caso per caso, perché i pensieri di natura sessuale mantengono il loro potere erotico al massimo se rimangono nella nostra testa. Nel momento in cui raccontiamo i nostri desideri segreti si rischia di perderne un po’ il potere eccitatorio, soprattutto se non condivisi dall’altro. Prendiamo la fantasia erotica più diffusa: farlo in tre. Questa ipotesi può accendere la miccia o spegnere il fuoco, per esempio per gelosia, anche se si sta solo fantasticando.


Ma poi si deve realizzare ciò che si desidera?

Bisogna essere pronti a farlo davvero, deve essere realmente la fantasia più desiderata da tutti e due e non, come spesso avviene, con uno dei partner che accontenta l’altro. Perché poi, calato il sogno nella realtà, puoi inibirti, persino spaventarti. Succede per esempio nello scambio di coppia: occorre essere sicuri di volerlo, altrimenti ottiene l’effetto contrario e a volte incide sul benessere psicosessuale dei partner. Insomma... ci vuole intelligenza sessuale.


Orgasmo, è ancora un tormentone

Se non si riesce a raggiungere l’orgasmo con la penetrazione, bisogna fingere? «Fare finta di venire non sarebbe “intelligente”, per rimanere sul nostro tema. O meglio, non sarebbe utile», risponde Roberta Rossi.

Ma possibile che negli anni 2000 ci sia ancora il tormentone del “è vero orgasmo solo se avviene con la penetrazione”? «Piano piano le persone stanno imparando che non è un obiettivo da raggiungere sempre, e che ci sono molti modi per ottenerlo», ribatte la sessuologa. «La maggioranza del sesso femminile non ci arriva con la sola penetrazione, e io trovo che la prima mossa per avvicinarsi a questo traguardo (non obbligatorio, ma raggiungibile col tempo e la pazienza) è proprio la conoscenza della propria biologia. La donna può sperimentare, anche attraverso l’uso dei sex toys, le caratteristiche del proprio piacere. Per poi comunicarle al partner, per introdurle nel rapporto completo. Può diventare un preliminare gioco di coppia, oppure il gran finale».


Sex toys, ora imparano da te

Chiamarli vibratori è riduttivo. I sex toys di alta gamma sono tecnologie spesso raffinatissime, costose, e oggetti che sembrano usciti da una mostra di design. Sdoganati dalle vendite online e anche dalle farmacie, non potevano non aprirsi all’uso dell’Intelligenza Artificiale. Così le ultime generazioni di stimolatori per lei (ma anche per lui), grazie all’AI imparano a utilizzare le vibrazioni preferite per dare il massimo piacere.

Usi il tuo “giocattolo” e l’algoritmo, in base a comandi e movimenti, memorizza e le funzioni favorite. «Questo significa che i sex toys sono sempre di più strumenti per stimolare la nostra sessualità e quella della coppia, diventando anche una scelta condivisa e di arricchimento del rapporto», commenta Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa SISP e consulente LELO.


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