Sessualità e amore over 60: il desiderio non invecchia

Nella maturità avanzata si è ancora “giovani” nel desiderio dell’altro, di lungo corso o di nuova nomina. Che cos’è oggi la sessualità over 60



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In una società che ha bypassato le distinzioni d’età, anche la passionalità tra le lenzuola risente di quest’onda vigorosa sempre più lunga. Tra le fotografie più aggiornate sull’amore/e la sessualità senior, il sondaggio di Censuswide, condotto per conto di Lelo, leader nel settore dei sexy toys, su 7mila over60 in tutt’Europa (1.000 gli italiani) sintetizza una “primavera dei sensi” prolungata nel tempo, con oltre il 40% dei nostri connazionali che dice di avere ora una sessualità migliore di prima.

«La figura del nonno ingrigito nel cuore e decadente nel fisico è un’immagine vintage, sostituita da adulti più che maturi che si mantengono in buona forma fisica e hanno lo spirito giusto per divertirsi e curare i propri hobby», ci spiega Marco Trabucchi, psichiatra e presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria.

«I settantenni di oggi sono, infatti, i 50enni di ieri. È un mutamento importante: permette alle persone di sperimentare sotto le lenzuola per tutto l’arco della vita, dall’adolescenza alla vecchiaia che, al momento, inizia sugli ottant’anni». Partendo da questo postulato, le osservazioni degli esperti sulla sessualità “diversamente giovane” si sono spostate da un paradigma puramente medico a un approccio psico-sociale. Rispetto a prima, se ora gli ultrasessantenni si sentono capaci di amare senza limitazioni temporali è merito di un diverso atteggiamento mentale ed emotivo verso la vita e l’amore.


Il desiderio non invecchia

Tutti (o quasi) che fanno l’amore “finché morte non ci separi”, sembra il caso di dire. Ma la sessualità che non viene toccata dall’invecchiamento è figlia del mito dell’eterna giovinezza o una verità supportata da numeri realistici? I risultati delle interviste di Lelo hanno mostrato che il 53% degli italiani ha meno rapporti rispetto alla gioventù (quasi 2 su 10, due volte a settimana); però, oltre il 62% sperimenta ora più che mai, a dimostrazione che il sesso rimane un’esperienza centrale e da cui si può ricavare soddisfazioni impensabili.

«È indubbio che le fasi del coito (desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione/periodo refrattario) siano influenzate dagli inevitabili cambiamenti ormonali che ci sono nella donna (meno estrogeni, minore lubrificazione vaginale e ridotto desiderio) e nell’uomo (meno testosterone, erezioni ridotte in frequenza, durata e che richiedono più stimolazione fisica)», spiega Roberto Bernorio, sessuologo.

«Ma, al netto di malattie importanti come ipertensione, diabete, depressioni che sono alla base di molte disfunzioni sessuali senili, il tempo che impone marcate modificazioni fisiche non si traduce nel mondo moderno in modificazioni affettive ed emotive. Sì, il corpo esige una manutenzione sempre maggiore, ma ciò non scoraggia la vitalità (e l'integrità) dell’attrazione erotica».


Più qualità nell'amore

Stili di vita sempre più incentrati sul benessere psicofisico a oltranza, e una voglia diffusa che rifugge dalla parola “pensionamento”, la boa dei 60 anni traduce l’ardore in amplessi “qualitativamente” appaganti: tra gli intervistati, il 49% degli abitanti del Bel Paese dichiara di esser diventato più audace con l’avanzare del tempo, e quasi il 20% è a suo agio con l’avere più partner.

«Sono testimonianze che non mi stupiscono», introduce Marinella Cozzolino, psicoterapeuta e sessuologa, presidente dell’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica. «In fondo, abbiamo perso i confini tra le diverse epoche dell’esistenza, ma questo sdoganamento fa bene alla sessualità, poiché pure da anziani facciamo tutte quelle cose che tengono accesi i sensi, e li gratificano: concerti, vacanze, viaggi, mostre, sport, cura di noi stessi, è come se vivessimo con il rubinetto del piacere sempre aperto. Non permettiamo più al fisico e alla psiche di addormentarsi. È in questa spinta edonistica che s’accoda un comportamento sessualmente “fresco” negli anni».


L’età ci fa più esigenti

Quando si parla di storie tra chi ha tanti anni sulle spalle, la filmografia si sovrappone alla realtà: il grande schermo, come le nostre esperienze o quelle di chi ci sta intorno pullula di coppie che resistono all’usura del tempo, coppie smarrite e ritrovate, coppie nuove o asimmetriche (con donne giovani e uomini anziani o viceversa ), prove evidenti di una carnalità evergreen.

«Comunque, il discorso è sfaccettato», puntualizza la psicologa e sessuologa Valeria Randone. «La contemporaneità ci ha abituato ad assimilare il sesso a una gara, in cui vince chi resiste più a lungo negli anni, chi fa prestazioni record o cambia più compagni. Invece quando si prende in considerazione la sessualità, soprattutto senior, si deve parlare sempre di relazione, e detto così non c’è un presupposto (frequenza, soddisfazione) uguale per tutti.

Una cosa sono i legami di lungo corso, un’altra è ritrovarsi a iniziare tutto daccapo a 65 anni suonati. Sicuramente, l’età di cui stiamo discutendo oggi è un’età ritrovata, in cui c’è un desiderio maggiore di essere amati e amare che trascina la voglia di rimettersi in gioco. L’amore brizzolato, chiamiamolo così, non è un amore che s’accontenta e non fa propria la “teoria della prudenza”. Non dice più: “Mi tengo il marito o la moglie di sempre, ormai è andata così”, a costo di essere infelice oppure: “Mi porto a casa un partner qualsiasi e faccio un po’ di strada con lui/lei”. No, è un amore esigente, sa quello che vuole e non vuole.

Anche a letto: rifugge da rapporti “freddi”, da una sensualità a sigillo di una presunta normalità, la classica “sveltina” una volta alla settimana per dirci che va tutto bene, mentre è propenso all’erotismo, alla qualità, alla poli-sensorialità, allo scambio cognitivo. In fondo, è un amore che se ne infischia dell’anagrafe, e vive del sacro fuoco della passione. Accesa dal coraggio di chi ha tanto passato sulle spalle e meno futuro davanti, e pure nell’intimità focalizza l’attenzione sul valore di quello che vive. E per valore intendo un erotismo che parte dall’intesa mentale, dallo scambio verbale, da una serata insieme, da una chat intrigante. Per arrivare a un piacere più profondo, magari per la prima volta».


A letto s'incontrano le anime

Nei fatti, uomini e donne atterrano a un eros “stagionato” con inclinazioni diverse. «Nel sesso maschile rimane un desiderio maggiore e quell’abitudine secolare a usare l’attività sessuale come elisir di lunga vita mentre l’altra metà del cielo cerca la seduttività», riprende Cozzolino.

«Insomma, i maschi spingono più per la quantità, le femmine per la qualità, ed entrambi si lamentano se l’una o l’altro aspetto non viene appagato come mi riferiscono i protagonisti di relazioni decennali.

Per i single con i capelli grigi agiscono altri “fantasmi” a condizionare l’attivismo carnale: la paura di non essere scelta per via dell’età è un freno forte per le ultrasessantenni, la paura della frustrazione – di non essere all’altezza di una nuova situazione – per gli uomini ageé. Mentre il problema “corpo sfiorito” non tocca troppo gli amanti tardivi. Siamo nella società della chirurgia plastica, ma paradossalmente dopo la giovinezza l’ansia da perfezionismo estetico sembra lontana, così come non ci importa niente del giudizio sociale e anche di quello del partner. Le persone si conoscono meglio, hanno più fiducia in se stesse, si sentono libere di mostrarsi per come sono, piacere compreso».

Da un certo punto in avanti, il sesso più che fisicità è incontro tra due individui, con un interesse reciproco potente e una capacità emozionale dirompente. E quando si guarda l’altro con occhi diversi, non si vedono più i chili di troppo, la pelle poco tonica e i pettorali che cadono. «L’erotismo, infatti, per essere vivo e appagante non s’identifica con il fare ma con l’essere», continua Randone. «Quello che ci porta a dire addio alle maratone sessuali, al bisogno obbligatorio di fare bella figura, all’aiuto dei farmaci e chissà cos'altro». È una fusione corporea fatta di contatto e di tatto, che s’alimenta nello stare bene in un rapporto, e come riflesso dà il meglio di sé anche nell’intimità. «Quanto più ci si avvicina agli ottant’anni tanto più il rapporto sessuale è essenzialmente tenerezza», dice Trabucchi. «Non è detto che ci sia la penetrazione - uno studio americano su 3mila anziani tra 75 e 85 anni riferisce che il 26% degli intervistati aveva avuto incontri sessuali negli ultimi 12 mesi, di cui quello vaginale era stata la pratica più comune, seguito dal sesso orale e dalla masturbazione – ma già solo cercarsi, baciarsi, toccarsi, sfiorarsi, è segno importantissimo che c’è attaccamento all’amore. Al quale non si vuole rinunciare. Dà la sensazione di essere ancora accettati e desiderati dal partner, nonostante tutto. Per invecchiare, senza traumi e paure, e con un tono dell’umore e della qualità della vita da giovani».


Le fantasie erotiche non invecchiano

«La manutenzione della sessualità passa da tre punti», dice Valeria Randone, sessuologa. «Primo, ascoltarci e capire ciò che ci piace o non ci piace, cosa vorremmo, cosa è cambiato negli anni; secondo, il dialogo: nella coppia, lo scambio è sempre un valore aggiunto. Se non parliamo, non vengono fuori né problemi né punti di forza del rapporto. La mente, poi, non invecchia e neppure le fantasie erotiche. Condividerle, anzi, è un coadiuvante di una sessualità che sopperisce con i “voli pindarici” un corpo che appassisce. Terzo: avere un approccio ludico verso il sesso. A letto si gioca, si sta lontano dal cinismo e si butta via l’orologio. Tutto per puntare verso l’erotismo, che ha attese, ritmi e tempi lunghi, sfumati e coltivati insieme».

E se ci è sfuggita la voglia? «Né accettare tout-court né forzare la situazione, meglio essere consapevoli», riprende Randone. «È nella conoscenza che si capisce il senso del torpore. Spesso, è difensivo, una barriera per non accettare di non amare più lui/lei, o per rifuggire le lusinghe di un possibile amante. Dietro a un sintomo d’astenia, c’è una diagnosi da fare: il corpo ci racconta verità che vanno interpretate. Infatti, dal “sonno” ci si può risvegliare. A Biancaneve, è bastato il bacio del Principe Azzurro. A noi, forse, altrettanto». 


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