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Perché la cultura fa bene come una vera medicina

Musei, concerti, rappresentazioni teatrali. Ormai è dimostrato: tengono lontano le malattie

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Farsi travolgere dalle pennellate di un Picasso o sognare a occhi aperti sulla poltroncina di un cinema non è solo tremendamente bello. È anche sano. Così come frequentare musei, teatri e concerti. Perché la cultura è un vero e proprio “farmaco”, capace di prevenire e curare malattie del corpo e della mente. Basta assumerla a dosi regolari per ottenere benefici tangibili che possono perfino potenziare l’effetto dei medicinali convenzionali.

Lo sanno bene i camici bianchi dell’Associazione medici francofoni canadesi, che da qualche settimana hanno cominciato a prescrivere visite ai musei ai loro pazienti, grazie a un accordo stretto con il Museo di belle arti di Montreal che garantisce l’ingresso gratuito per i malati, anche accompagnati, che soffrono di un ampio spettro di malattie, dal diabete alla depressione, dal cancro al dolore cronico.

Il progetto pilota, della durata di un anno, rappresenta una prima mondiale e rientra in un nuovo filone della medicina che guarda alla cultura come a un potente strumento di prevenzione e cura, da raccomandare al pari di una dieta sana o di un regolare esercizio fisico. I primi a intuirne le potenzialità sono stati i Paesi scandinavi una decina di anni fa: la Finlandia ha addirittura dato vita a un programma chiamato Taiku, Arte e cultura per la salute e il benessere della popolazione, che predispone un progetto culturale appositamente studiato per ogni persona ricoverata in ospedale.


Le prove dell’efficacia

Musica, danza, cinema, arte. Qualsiasi formulazione del “farmaco” cultura deve la sua efficacia a potentissimi principi attivi: bellezza, stimolazione intellettuale, relax, socializzazione e movimento. Un mix esplosivo capace di spazzare via il rischio di depressione, come dimostra un recente studio pubblicato sulla rivista British Journal of Psychiatry dai ricercatori dello University College di Londra: condotto su oltre 2.000 donne e uomini over 50 seguiti per un decennio, ha dimostrato che dedicarsi ad attività culturali una volta al mese può ridurre il rischio di depressione del 48%.

Per vedere i primi risultati non occorre aspettare anni: gli effetti sono tangibili già dopo una singola esperienza di poche ore, come dimostra l’esperimento condotto in Italia su 100 volontari (tra i 19 e gli 81 anni) portati con tanto di imbragature fino a 63 metri di altezza per visitare gli affreschi della cupola ellittica più grande del mondo, quella del santuario di Vicoforte nel cuneese.

«L’esposizione alla bellezza ha determinato effetti benefici immediati, che abbiamo potuto misurare in modo rigoroso», spiega il coordinatore dello studio Enzo Grossi, direttore scientifico della Fondazione villa Santa Maria, da anni impegnato nello studio del rapporto fra arte e salute. «La visita alla cupola ha fatto aumentare il benessere percepito dai partecipanti, riducendo del 60% la concentrazione di cortisolo, l’ormone dello stress misurato nella saliva. Un risultato molto significativo, se pensiamo che elevati livelli di cortisolo protratti nel tempo danneggiano il cervello, aprendo la strada a depressione e Alzheimer».


Che cosa succede al cervello

Ci sono volute le più sofisticate tecniche di neuroimaging per svelare il meccanismo con cui il “farmaco” cultura agisce sul nostro cervello. «Si accendono specifici neuroni della corteccia orbitofrontale», precisa il dottor Grossi. «Una volta attivato, questo centro cerebrale della bellezza produce molecole segnale come le endorfine, che danno felicità, la dopamina, che provoca piacere, e l’ossitocina, l’ormone dell’amore.

Questi neurotrasmettitori vanno ad agire sui centri più ancestrali del nostro cervello, quelli che regolano funzioni vitali come il respiro e il battito cardiaco, riducendo lo stress e il rischio cardiovascolare. Inoltre, attraverso la rete linfatica che collega l’encefalo al sistema immunitario, la cultura arriva anche a rinforzare le difese contro le minacce esterne, come virus e batteri, ma anche quelle interne, come i tumori e le malattie degenerative».


Una terapia utile a tutti

Tutti possono beneficiare di questi effetti, come sottolinea Gabriella Bottini, professore ordinario di neuroscienze cognitive all’Università di Pavia e direttore del Centro di neuropsicologia cognitiva dell’ospedale Niguarda di Milano: «Le attività culturali fanno bene a ogni età. Favoriscono lo sviluppo cognitivo nei bambini, prevengono l’abuso di alcol e droga negli adolescenti aiutandoli a impegnare costruttivamente il loro tempo libero, rilassano gli adulti stressati dagli impegni quotidiani e tengono attivo il cervello degli over 50 prevenendo le demenze».

E, come dimostrano le esperienze di arte-terapia svolte in tantissimi ospedali, la cultura può essere un potente strumento di terapia anche per chi soffre di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, patologie mentali come depressione, psicosi e schizofrenia, disturbi dell’apprendimento e della sfera affettiva, ma anche malattie cardiovascolari, tumori e disabilità con limitazioni motorie.

«Per questi pazienti sono in corso vere e proprie sperimentazioni scientifiche volte a scoprire le attività culturali più adatte e il “dosaggio” corretto. Perché il segreto sta proprio «nel praticare attività culturali non una tantum ma in modo regolare, come lo sport», precisa Gabriella Bottini. «E per massimizzare i benefici, meglio prepararsi in anticipo su quello che si andrà a vedere: saper interpretare il significato della bellezza accende ancora di più il nostro cervello, aumentando il senso di piacere e gli effetti che si scatenano nel corpo», conclude Enzo Grossi.


Le occasioni da non perdere

Tante le iniziative e le agevolazioni per chi vuole godere dei benefici della cultura gratuitamente o a prezzi molto contenuti.

Per tutti Salgono da 12 a 20 le giornate dell’anno a ingresso gratuito nei musei e nei siti archeologici statali: alcune saranno fissate a livello nazionale, come nel caso della Settimana della cultura dal 5 al 10 marzo, mentre le altre potranno essere in date differenziate.

Per i giovani L’ingresso a musei, monumenti, gallerie e aree archeologiche dello Stato è gratuito fino ai 18 anni. Da marzo scatterà il biglietto ridotto a 2 euro per i giovani dai 18 ai 25 anni. Poltrona ridotta a 2 euro per gli under-25 anche nei più prestigiosi teatri italiani, come la Scala di Milano. Per il 2019 è stato poi rinnovato il bonus cultura 18app, che offre 500 € ai nati nel 2000 da spendere per cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica, teatro o lingue straniere.

Per le famiglie Molti musei offrono agevolazioni per famiglie con bambini, che a ottobre possono contare anche su iniziative specifiche organizzate per la Giornata nazionale delle famiglie al museo. Da segnalare anche l’iniziativa Nati con la cultura: partita da Torino e ora allargata anche a Brescia e Pavia, prevede un passaporto culturale per ogni nuovo nato che permette al bebè di accedere ai musei, insieme a due accompagnatori, fino al compimento del primo anno d’età.

Per gli over-65 È ormai dal 2014 che non beneficiano più degli ingressi gratuiti, ma gran parte dei musei e siti archeologici e anche molti cinema e teatri propongono biglietti e abbonamenti a prezzo ridotto.


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Articolo pubblicato sul n. 6 di Starbene in edicola dal 22 gennaio 2019



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