Camminare è un movimento naturale, eppure dettagli posturali e tecnici possono fare la differenza. «L’obiettivo, nel fitwalking e in generale quando si pratica un’attività sportiva, è mantenere la colonna vertebrale in posizione neutra, cioè rispettandone le curve fisiologiche. In questo modo può svolgere la sua funzione di ammortizzatore, proteggendo il sistema nervoso», premette Damiano Costa, chiropratico a Genova e appassionato di sport.
Il test per controllare se la postura è corretta
Per avere quindi la postura giusta mentre cammini, testa, spalle e bacino devono essere allineate. Come te ne accorgi? Fai questo piccolo test: visualizza un asse immaginario che dal padiglione auricolare, scende passando per il centro della spalla e la testa del femore. Se, invece, capo e tronco sono sbilanciati indietro, anche il bacino lo è di conseguenza.
«Attenzione perché, quando l’allineamento non è corretto, sovraccarichi la zona lombosacrale, scaricando il peso sulla parte posteriore delle vertebre della colonna che non sono in grado di sostenerlo perché hanno un’altra funzione, la mobilità. Si crea così una compressione che provoca quel mal di schiena che rende difficile stare in piedi fermi a lungo», spiega l’esperto. La pressione costante provoca infiammazione e dolore.
Quando invece tendi a guardarti la punta dei piedi mentre cammini, con il dorso incurvato in avanti, metti in tensione il collo e la parte alta della schiena, con possibili fastidi, quali contratture e indolenzimento sui muscoli trapezi nel breve termine, nonché potenziali problemi ai dischi intervertebrali del tratto cervicale e lombare se non corretti in tempo.
Braccia e gambe alternate: così fai lavorare il cervelletto
Come nella corsa, poi, braccia e gambe sono alternate. «In questo modo attivi correttamente il cervelletto, l’organo che controlla coordinazione ed equilibrio e fai lavorare i muscoli controlaterali, quelli cioè che piegano il braccio sinistro e la gamba destra e viceversa», sottolinea il chiropratico. «Questo perché il nostro cervello funziona incrociando le informazioni, con l’emisfero destro che controlla il lato sinistro e viceversa. Coordinare i movimenti, quindi, vale anche come allenamento “cerebrale” e favorisce la plasticità neuronale, cioè la capacità del nostro sistema nervoso di tenersi attivo ed efficiente».
Se invece cambi lo schema motorio, utilizzandone uno meno adeguato, senza alternare braccia e gambe, il cervelletto farà più fatica a trasmettere gli imput per il movimento e il baricentro potrebbe sbilanciarsi. Avrai un’andatura meno equilibrata, aumentando il rischio di cadute.
Sei scoordinata? Davanti allo specchio o nella fase di riscaldamento, allena la coordinazione sollevando gamba e braccio opposto, per stimolare le due aree del cervello a lavorare in modo corretto.
Come appoggiare bene il piede: fai un movimento a onda
Nella camminata, l’appoggio si divide in 3 momenti: tallone, pianta e punta, con un movimento a onda. In questo modo, sfrutti tutta la capacità di ammortizzazione della caviglia e del piede, nell’impatto a terra.
«Quando cammini, infatti, ricevi dal terreno la stessa forza data dal tuo peso e il corpo deve essere in grado di distribuirla, per non sovraccaricare aree singole», spiega il dottor Costa. «Questa è proprio la funzione del piede grazie alle sue 28 ossa e altrettante articolazioni». Al contrario, se l’impatto avviene solo con il tallone, e lo senti anche dal passo pesante, o se cammini “di punta” si ripercuote sulla colonna vertebrale ma pure su anche e ginocchio, strutture che non sono “disegnate” per sopportare quel tipo di tensione, soprattutto a lungo termine.
Non solo, l’appoggio sbagliato sbilancia anche la postura del busto e del bacino. Ripetuto nel tempo, provoca sovraccarico e usura: rischi quindi che il problema si cronicizzi.
Per correggere l’errore, prima dell’allenamento, sciogli le articolazioni, con esercizi di mobilizzazione per la caviglia e il piede, ruotandola o camminando sul posto sollevandoti sull’avampiede. Poi focalizza l’attenzione sul movimento a onda: esercitati appoggiando dal tallone, proseguendo con la pianta e finendo con la punta. Quindi, a fine attività, regalati un auto massaggio: sgranchisci delicatamente le dita del piede, muovendole, premi piano con movimenti circolari la pianta, dal centro verso l’esterno, insistendo nella zona dei metatarsi e poi, sempre con delicatezza massaggia anche il dorso.
CON LA CHIROPRATICA CORREGGI GLI ERRORI
La chiropratica lavora sulla comunicazione tra corpo e cervello e può migliorare il modo in cui ti alleni, rendendolo più efficace e sostenibile. Il chiropratico interviene a livello neurologico eliminando le interferenze che ti impediscono il corretto movimento; così il sistema nervoso “imposta” autonomamente la postura giusta.
«Si agisce principalmente sulla colonna vertebrale, che contiene il midollo spinale, migliorando così la funzionalità del sistema nervoso centrale» spiega il dottor Damiano Costa, chiropratico. «Così il corpo si muove meglio evitando le problematiche che derivano dagli errori posturali». La postura, infatti, è influenzata dalle informazioni inviate dal cervello ai muscoli paravertebrali, cioè quelli che controllano le vertebre e definiscono il nostro “assetto”.
SE LA POSTURA NON È CORRETTA, ECCO COSA RISCHI:
Fai la tua domanda ai nostri esperti
Articolo pubblicato sul n. 2 di Starbene in edicola e digitale dal 19 gennaio 2021