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I benefici della speleoterapia, respirare meglio nel cuore della montagna

Una pratica sempre più studiata: ecco perché le grotte “terapeutiche” aiutano chi soffre di asma, allergie e disturbi respiratori.

Foto: iStock



di Cecilia Falovo


Scendere lentamente nel cuore della montagna, dove il silenzio è così denso da sembrare un abbraccio, non è esattamente ciò che ci si immagina quando si parla di salute respiratoria. Eppure è proprio qui, in queste cavità fresche e immacolate, che sempre più persone trovano sollievo a tosse, allergie e fiato corto.

La speleoterapia infatti consiste nel trascorrere periodicamente del tempo in cavità naturali o ex miniere caratterizzate da condizioni ambientali molto specifiche: temperatura fresca e costante, elevata umidità, aria estremamente pulita e quasi priva di particelle inquinanti o allergeni.

A differenza delle grotte di sale artificiali, però, queste strutture naturali offrono parametri bioclimatici difficili da replicare altrove. Negli ambienti sotterranei, infatti, non circolano pollini, polveri sottili e acari, elementi che più di tutti possono innescare infiammazioni o crisi respiratorie. Da qui nasce l’interesse medico: un luogo “neutro” per i polmoni può favorire un respiro più libero e un progressivo miglioramento dei sintomi.

Perché la speleoterapia può aiutare chi soffre di asma e allergie 

Molti studi europei suggeriscono che la speleoterapia sia particolarmente utile nei pazienti asmatici e in chi soffre di bronchite cronica. L’aria stabile e priva di irritanti svolge un’azione lenitiva sulle mucose, mentre il freddo moderato favorisce una naturale vasocostrizione che riduce congestione e infiammazione.

Non è raro che, dopo una prima fase in cui i sintomi possono temporaneamente intensificarsi, il respiro diventi progressivamente più fluido nei giorni successivi.

Anche gli allergici trovano beneficio grazie alla totale assenza di pollini e acari, che rende la grotta uno dei pochi ambienti realmente “a prova di allergene”. In alcuni casi, chi segue la terapia con continuità riferisce una riduzione nell’uso di broncodilatatori e antinfiammatori, sempre sotto controllo medico.

Come si svolge una seduta di speleoterapica e chi può farla

Una sessione di speleoterapia dura in genere tra un’ora e mezza e due ore e comprende esercizi di respirazione, una fase di rilassamento e il semplice soggiorno nel microclima della grotta. L’ambiente fresco richiede abbigliamento caldo e traspirante, mentre chi soffre di asma deve portare con sé i farmaci d’emergenza, come previsto dalle norme di sicurezza.

Sebbene la pratica sia considerata sicura, non è indicata a tutti: chi ha patologie cardiache, infezioni respiratorie acute, claustrofobia importante o insufficienza respiratoria deve evitarla, previa valutazione medica. Anche in gravidanza o in presenza di condizioni particolari è consigliabile chiedere un parere al proprio specialista.

La speleoterapia non è una terapia miracolosa e non sostituisce i trattamenti farmacologici prescritti, ma può rappresentare un supporto prezioso per migliorare la qualità della respirazione e il benessere generale.
In Italia la pratica è ancora poco diffusa, ma la ricerca continua e l’interesse internazionale suggeriscono che in futuro potremmo vederla integrata sempre più spesso nei percorsi riabilitativi. Un modo semplice e naturale per riscoprire il respiro, partendo da un luogo dove la montagna protegge, silenzia e purifica.


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