Sangue nelle urine o ematuria, quali sono le cause e cosa fare

L’ematuria può essere la spia di problemi più o meno importanti, per cui non va mai sottovalutata ma indagata tempestivamente con il corretto iter diagnostico



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Di norma, nelle urine non sono presenti globuli rossi, nemmeno in tracce, per cui il riscontro di sangue deve sempre indurre una certa attenzione. Può trattarsi di un segno visibile a occhio nudo (ematuria macroscopica o macroematuria), quando le urine assumono un colore rosso più o meno intenso, oppure di un evento accertabile soltanto attraverso l’esame chimico-fisico del sedimento urinario (sono presenti almeno 5 globuli rossi per campo microscopico), quando la quantità di sangue è talmente scarsa da non alterare il colore delle urine (ematuria microscopica o microematuria).

«In entrambi i casi, è importante indagare le cause, perché l’ematuria può essere la spia di problemi non preoccupanti, come un’infiammazione a carico delle vie urinarie, ma anche di patologie più serie, come un tumore del rene o della vescica», commenta il dottor Giovanni Muto, urologo al Maria Pia Hospital e alla Clinica Santa Caterina da Siena di Torino.


Da dove arriva il sangue nelle urine

Per valutare nelle urine il numero di globuli rossi (ma anche di globuli bianchi e di elementi proteici prodotti nei tubuli renali) si utilizza un esame fatto al microscopio, detto conta di Addis: questo test consente non solo di calcolare la quantità di particelle corpuscolate presenti nell’urina, ma anche la loro forma.

«Di solito, quando i globuli rossi appaiono deformati, l’ematuria ha avuto origine a livello dei glomeruli, piccoli gomitoli di vasi sanguigni presenti nei reni che sono capaci di trattenere le cellule, come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, lasciando passare l’acqua, come una sorta di filtro», descrive il dottor Muto. «Se invece i globuli rossi presentano un aspetto regolare, probabilmente il sanguinamento avviene più “a valle”, lungo la via escretrice che trasporta l’urina dal rene alla vescica».

Dunque, la presenza di ematuria può avere origine da qualsiasi punto del tratto urinario (reni, ureteri, vescica, uretra), per cui occorre un’indagine attenta del problema per arrivare a una diagnosi precisa.


Sangue nelle urine: quali sono le cause

Il sangue nelle urine può avere molteplici cause: si va da quelle più gravi (tumori del rene, dell’uretere, dell’uretra, dell’urotelio, dei calici renali o della vescica) a quelle non neoplastiche (calcolosi delle vie urinarie, cistiti croniche, traumi addominali, sforzi fisici). «Per orientare la diagnosi, il medico deve raccogliere un’anamnesi completa del paziente, valutando età, sesso, presenza di altri sintomi, tempo di comparsa del disturbo, durata ed eventuali episodi infettivi antecedenti», racconta il dottor Muto.


Sangue nelle urine: come capire se dipende dalla cistite

Frequentemente, soprattutto nelle donne, la macro e la micro-ematuria sono legate alla cistite emorragica: «In questo caso, la presenza di sangue nelle urine è accompagnata da altri sintomi, come bruciore durante la minzione, senso di peso al basso ventre, bisogno frequente di urinare e sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica», elenca il dottor Muto.

«Più preoccupante è l’assenza di sintomi associati, perché nell’ematuria isolata, detta monosintomatica, è meno probabile la causa infiammatoria, per cui il percorso diagnostico deve sempre essere accurato e completo». Tra l’altro, in caso di cistite, il classico test sulle urine evidenzia anche la presenza di globuli bianchi (come leucociti o granulociti), tipica spia di uno stato infiammatorio.


Quali farmaci possono causare sangue nelle urine

Accanto alle cause patologiche, esistono anche dei falsi positivi che possono attribuire alle urine una pigmentazione rossastra, non facilmente distinguibile dall’ematuria. «È il caso di alcuni farmaci, come la rifampicina, che hanno la capacità di colorare l’urina, così come il sudore, la saliva e le lacrime», riferisce l’esperto. «Altri medicinali, invece, possono effettivamente determinare ematuria. Pensiamo ad antiaggreganti e anticoagulanti, che talvolta fanno emergere micro patologie o piccole lesioni a carico della mucosa urinaria, altrimenti asintomatiche e non sanguinanti».


Sangue nelle urine? Ecco cosa fare

Quando viene riscontrato del sangue nelle urine, il medico può prescrivere una serie di accertamenti. Di solito, si comincia con una urinocoltura con eventuale antibiogramma (per ricercare microrganismi responsabili di un’infezione del tratto urinario e capire quali antibiotici possono debellarli), a cui può seguire un esame citologico (che ricerca cellule anomale, di solito tumorali).

«L’indagine può proseguire con un’ecografia addominale e, successivamente, con una cistoscopia, che permette di visualizzare le pareti interne della vescica e dell’uretra grazie a uno strumento a fibre ottiche di piccole dimensioni. In caso di sospetto, si può concludere l’iter con una Tac», evidenzia il dottor Muto.


Quando sottoporsi a un test delle urine

Nei soggetti più giovani, o comunque in pieno benessere, è sufficiente sottoporsi una volta all’anno a un test sulle urine per ricercare l’eventuale presenza di ematuria. La frequenza deve aumentare invece nei pazienti più anziani, con altre patologie o con precedenti malattie a carico dell’apparato urinario: in questo caso, i controlli devono diventare trimestrali o semestrali, secondo indicazione medica.

«L’ematuria non deve allarmare, ma neppure va sottovalutata», conclude il dottor Muto. «Circa cinquant’anni fa, negli ospedali di Londra, sono nati dei centri specializzati in ematuria perché i colleghi inglesi avevano già capito il forte legame con la presenza di tumori. E questo vale soprattutto nelle ematurie isolate e “capricciose”, cioè intermittenti e con comparsa imprevedibile».


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