Come ritrovare la salute della pelle con la dermobiotica

L’intestino è il nostro secondo cervello e può influenzare la salute della pelle molto più di quanto si possa immaginare. Con una corretta alimentazione, probiotici e integratori la dermobiotica può essere utile per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale e cutaneo



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Ti guardi allo specchio e hai la pelle spenta, oppure ti è comparsa una forma di acne aggressiva? Potrebbe dipendere dall'intestino e può essere utile una visita dermobiotica.  Aristotele diceva che tutte le malattie hanno origine nell’intestino, mentre il filosofo tedesco Feuerbach sosteneva che siamo ciò che mangiamo. Dunque, l’intestino è il nostro secondo cervello e come tale influenza la nostra salute. Un’affermazione oggi più che mai di attualità nella dermobiotica.

Cos’è la dermobiotica

Quando parliamo di dermobiotica intendiamo la complessa relazione della pelle e delle sue patologie con l’alimentazione e il microbiota, ovvero la flora batterica presente nell’intestino. «È come se avessimo scoperto di avere un altro organo al nostro interno, non composto da cellule umane ma microbiche», puntualizza Marco Pignatti, medico chirurgo, specializzato in dermatologia, direttore dell’ambulatorio di dermobiotica presso la clinica Vita Cutis di Milano e autore di Intestino e salute della pelle edito da Terranuova, realizzato in collaborazione con la dietista Laura Lodi. «Questa nuova disciplina medica, pertanto, studia tutte le interazioni che vedono nel microbiota un possibile nuovo fronte d’intervento diagnostico e terapeutico, creando un vero e proprio asse intestino-pelle» fa notare. 

Fino a poco tempo fa, si pensava che la causa delle patologie cutanee come acne, dermatite atopica, dermatite seborroica, eczemi fosse da attribuire alla genetica (stress e ormoni); oppure a fattori ambientali come presenza di funghi o acari. Questi studi hanno dimostrato che spesso a fare la differenza sono invece microrganismi che normalmente popolano la cute e l’intestino. Non è raro, infatti, che questi pazienti lamentino anche sintomi intestinali come stipsi, gonfiore addominale, alitosi e stanchezza cronica.

Il ruolo del microbiota

Alla luce di questa scoperta, per avere un corpo sano occorre prendersi cura prima di tutto del microbiota e dunque di ristabilire il suo equilibrio (che chiamiamo “eubiosi”) a livello intestinale e cutaneo. «Si comincia facendo un focus per analizzare in che modo una disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica) può riflettersi sulla salute della pelle», dice il medico. «Individuare e analizzare i pathway molecolari alla base di questi processi. E soprattutto se è possibile modificare l’equilibrio dei batteri residenti nell’intestino per migliorare il quadro clinico a livello cutaneo». 

Una visita dermobiotica costa tra 130 e 200 euro e, oltre alla visita dermatologica, prevede esami ematici che valutano gli assi metabolici e ormonali, un test del microbiota intestinale e la stesura del diario alimentare. «Dopo aver fatto l’anamnesi del paziente, un’analisi dello stile di vita e dell’alimentazione, si procede con esami del sangue, delle urine e delle feci per studiare il microbiota intestinale e capire il livello della disbiosi presente». 

Le patologie della pelle che si curano con la dermobiotica

La dermobiotica permette di agire su due livelli: sulle alterazioni del microbiota intestinale, soprattutto nelle malattie infiammatorie croniche autoimmuni (psoriasi, dermatite atopica e vitiligine), e sulle disbiosi di superficie che interessano il microbiota cutaneo, soprattutto in patologie come acne, dermatite seborroica, rosacea e pitiriasi versicolor.

«Con la dermobiotica si cerca prima di identificare le cause delle patologie e poi di agire, seguendo il protocollo delle 4R: rimuovere, rimpiazzare, riparare e riequilibrare», sottolinea il dermatologo. «In questo modo la cura prevede la rimozione di fattori intestinali e cutanei capaci di danneggiare il microbiota e di sostituirli con altri fattori eubiotici (dieta e cosmesi); oltre a riparare le barriere danneggiate e riequilibrare i microbioti in disbiosi».

Prima si comincia, meglio è

Non esiste un momento ideale per fare una visita dermobiotica se non quando si sospetta che un problema cutaneo possa essere legato a disturbi intestinali, ma di sicuro è importante la prevenzione.

«Sottoporre anche un bambino a una visita dermobiotica è fondamentale se presenta dei fattori di rischio per disbiosi», evidenzia  Pignatti. «In particolare, se il bambino è nato con parto cesareo ed è stato allattato artificialmente, o se la mamma ha avuto problemi di disbiosi prima del parto, o ha preso antibiotici durante la gravidanza, può essere più esposto a dermatite atopica, asma o allergie. Quindi  un neonato con questa storia potrebbe avvantaggiarsi nell’approccio della dermobiotica come prevenzione per ridurre il rischio di ammalarsi in seguito». 

Fondamentale curare l’alimentazione

«L’alimentazione in tutto questo ha un ruolo determinante – conclude lo specialista –, perché è il più importante modulatore del microbiota intestinale. Perciò dopo aver identificato le cause di una patologia si agisce per rimuoverle e si comincia con l’alimentazione. Ogni paziente riceve una cura personalizzata che comprende: consigli alimentari, prescrizione di probiotici e integratori per correggere gli squilibri presenti».

In generale una dieta ideale per il microbiota prevede l’utilizzo di alimenti semplici (non elaborati) e di stagione; un buon apporto di fibra (almeno due porzioni di cereali integrali e cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno e almeno tre volte a settimana i legumi). In un lasso di tempo compreso tra i tre mesi e i due anni la dermobiotica è in grado di migliorare il microbiota e lo stato di salute di ognuno di noi.


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