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Raffreddore e rinite: guida all’uso degli spray nasali

Sono fra i farmaci più venduti in questa stagione. Ecco tutto quello che devi sapere

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Durante un raffreddore o una rinite il gesto di liberare il naso con gli spray è diventato quasi più abituale di quello di soffiarselo. Perché questi farmaci attenuano subito il fastidio, ma a che prezzo in termini di effetti collaterali? Con quali controindicazioni? E quali sono i migliori? Ne abbiamo parlato con un’esperta.


Contro il naso chiuso, i decongestionanti nasali si possono usare in libertà?

«Sono indicati solo per periodi di 3-4 giorni, che prevedono un paio di nebulizzazioni per narice ogni 8 ore, o solo alla sera per dormire meglio», risponde Maria Patrizia Orlando, otorinolaringoiatra e omeopata a Roma. «È importante sapere come funzionano questi prodotti per farne l’uso migliore. La mucosa nasale si congestiona per effetto della dilatazione dei vasi sanguigni e dell’infiammazione, un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo per far affluire più sangue al naso e combattere virus e batteri. Viene anche secreto più muco per intrappolare i germi, ma le vie nasali si ostruiscono, così si finisce per respirare male. I decongestionanti contengono principi attivi come l’efedrina o la nafazolina, che riducono il calibro dei vasi sanguigni. Grazie alla vasocostrizione, le narici si liberano».

Che succede se si usano per troppo tempo?

«Queste specialità da banco spesso sono usate per periodi prolungati di mesi o addirittura anni», spiega l’esperta. «Si pensa che siano innocue perché non danno effetti collaterali immediati, ma è un errore. I vasocostrittori agiscono sui tessuti spugnosi dei turbinati nasali, che si contraggono. Ma dopo un paio d’ore ritornano alle dimensioni originali, proprio come spugne che riprendono volume dopo essere state strizzate. Il continuo “strizza e rilascia” alla fine sfianca questi tessuti, che non svolgono più adeguatamente la loro funzione e restano sempre gonfi. In pratica, a forza di usare decongestionanti ci si può ritrovare con il naso sempre chiuso, un effetto paradosso di ostruzione che talvolta rende necessario un intervento. Inoltre questi prodotti possono creare dipendenza, e spingere ad aumentare le dosi per avere gli stessi effetti: si parla allora di rinite medicamentosa».


Questi spray possono favorire malattie da raffreddamento?

«Può accadere», risponde l’esperta. «Non dimentichiamo che il naso ha lo scopo di “condizionare” l’aria (ogni giorno ne passano dalle narici 13mila litri) rendendola più calda e umida. Liberare le narici fa certo respirare meglio ma permette che i virus e batteri, trovando meno barriere, penetrino più in profondità nella trachea e nell’albero respiratorio, facilitando così l’insorgenza di tracheiti, faringiti, bronchiti».


Ci sono controindicazioni?

«Sono vietati a donne incinte o in allattamento, e ai bambini sotto i 12 anni. Inoltre, i pazienti cardiopatici o ipertesi devono chiedere consiglio al medico prima di usarli. Attenzione anche se si è in cura con farmaci antipertensivi: i principi attivi dei decongestionanti possono diminuirne o potenziarne l’efficacia, a seconda del tipo», precisa l’esperta.


Gli spray a base di sostanze naturali sono preferibili?

In farmacia ed erboristeria trovi una vasta scelta di decongestionanti nasali a base di oli essenziali come eucalipto e lavanda con luffa (euphorbium), un antinfiammatorio naturale, oppure con propoli. «Gli oli essenziali decongestionano e fluidificano il catarro, facilitando la respirazione», spiega l’esperta. «Il fatto che siano naturali, però, non deve indurre ad abusarne: le soluzioni oleose, per esempio, rallentano il movimento delle ciglia che allontanano il muco. Quanto alla propoli, è indicata per le riniti acute su base batterica con muco giallastro, o per le sinusiti. Lo spray alla propoli può essere utile come primo intervento, ma in questo caso è indispensabile chiedere consiglio allo specialista che potrà prescrivere una terapia antibiotica anche per aerosol». Infine, se soffri di rinite allergica, in farmacia trovi anche agli spray omeopatici antistaminici, indicati in gravidanza e allattamento e per i bambini.


Gli spray classici con gas propellente sono più efficaci degli irrigatori a spruzzo?

«I gas nebulizzano finemente il prodotto che arriva anche fino alla trachea, mentre gli spruzzi hanno un getto più dolce», spiega Orlando. «Lo spray in gas ha un’azione meccanica più intensa, che rallenta la motilità delle ciglia vibratili: il muco viene sospinto verso l’alto e può peggiorare la situazione».


In quali casi si usano cortisonici o antistaminici?

«Di solito quando si soffre di riniti allergiche o complicate da asma, oppure per le sinusiti», spiega Orlando. «Si tratta di specialità mediche su prescrizione, da usare in casi circoscritti e per periodi di tempo limitati, in genere di 4 giorni. Non vanno usati in gravidanza e allattamento e in presenza di escoriazioni della mucosa nasale».

Sono utili gli spray con acqua marina?

«Sì. Ne esistono di due tipi: le soluzioni isotoniche, o fisiologiche, e quelle ipertoniche», dice l’esperta. «Le prime hanno una concentrazione di sali paragonabile a quella del sangue e si dovrebbero usare tutti i giorni così come ci si lava i denti per detergere le fosse nasali da virus, batteri, inquinanti. Vanno bene sia per prevenire il raffreddore sia contro il naso chiuso, perché fluidificano il muco. In presenza di stati infiammatori e infezioni, invece, si può ricorrere alle soluzioni ipertoniche, cioè con una concentrazione di sali superiore a quella delle cellule. Questi spray sono di vari tipi: le soluzioni sulfuree termali sono indicate per le infezioni con produzione di molto catarro, mentre quelle con manganese e rame aiutano contro le sinusiti. Le ipertoniche non andrebbero usate più di una volta al dì per 7 giorni, perché disidratano le mucose».


Esistono spray per la secchezza nasale?

«Sì, per esempio a base di aloe vera, calendula e altre piante, in genere con acido ialuronico e l’aggiunta di vitamine A e E», conclude l’esperta. «Sono utili per umidificare la mucosa in caso di climi freddi o secchi e in menopausa».


LA SPRAY FAI DA TE

Preparare in casa una soluzione fisiologica con acqua salata è semplice. Ecco i consigli della nostra esperta.

  • Aggiungi un cucchiaio raso di sale a una bottiglia di acqua oligominerale, poi falla bollire per 5 minuti, così l’acqua si sterilizza.

  • Per irrigare le fosse nasali prendi una siringa da 10 cc senza ago. Riempila e instilla lentamente il liquido: è importante stare con la testa sul lavandino e reclinarla da un lato, in modo che l’acqua entri da una narice ed esca dall’altra.

  • Sono consigliate una-due irrigazioni al giorno per tutto il periodo invernale.


PER I PIÙ PICCOLI

Per i bambini, fin dalla nascita, tenere pulito il nasino è fondamentale: aiuta a prevenire i raffreddori ma, soprattutto, le otiti, causate dal ristagno del muco nell’orecchio medio. «Ai piccoli di pochi mesi si possono già fare lavaggi nasali con i prodotti isotonici specifici a base di acqua marina», spiega Maria Patrizia Orlando. «In caso di infezioni, invece, il pediatra prescriverà gocce nasali di argento proteinato, un vasocostrittore e antibatterico da non usare per periodi prolungati». Dopo i 3 anni i bimbi imparano a soffiarsi il naso, e vanno incoraggiati a farlo il più spesso possibile. «Gli spray si possono usare in caso di raffreddori intensi e otiti, ma dai 7 anni in su: il propellente potrebbe danneggiare il meccanismo delle ciglia. I vasocostrittori, dai 12 anni», dice l’esperta.


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Articolo uscito sul n. 52 di Starbene, in edicola dall'11 dicembre 2018

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