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Ora legale: come evitare i disturbi del cambio

Nella notte tra l’ultimo sabato e l’ultima domenica di marzo spostiamo in avanti di un’ora le lancette, dalle 2 alle 3. Si dormirà meno, ma si avrà un’ora di luce in più alla sera. I consigli dell’esperto per evitare i disturbi legati al cambio

Foto: iStock



Le giornate tornano ad allungarsi, sia per effetto della primavera, sia per il ritorno dell’ora legale: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 le lancette dell’orologio si dovranno spostare in avanti di 60 minuti, tra le 2 e le 3 di notte. L’effetto immediato è che si dormirà di meno, ma si potrà guadagnare un’ora di luce in più nella serata, posticipando di fatto il tramonto. L’ora solare tornerà, invece, il 29 ottobre.

«Il passaggio all’ora legale è ‘peggiore’ rispetto a quello all’ora solare che avviene in autunno, quantomeno in termini di conseguenze nell’immediato. Il nostro organismo, infatti, funziona con ritmi circadiani di luce-buio più lunghi delle 24 ore, quindi soffre maggiormente la carenza di sonno quando la giornata si ‘accorcia’ in occasione del passaggio all’ora legale», spiega Roberto Manfredini, professore ordinario di Medicina interna presso l’Università di Ferrara ed esperto internazionali di cronobiologia. Ma come si possono evitare o ridurre i disturbi legato al cambio?


L’ora legale, i “contro”

Sicuramente la stanchezza e la sonnolenza sono i primi effetti immediati del consueto passaggio all’ora legale. «I dati frutto di studi condotti dalla comunità europea, che da tempo dibatte sull’utilità del doppio cambio tra ora legale e ora solare, indicano che questi incidono per l’1% del Pil in termini di spese sanitarie, cioè 130 miliardi di euro – spiega Manfredini - Si stima, infatti, che per 1/3 della popolazione ci siano effetti negativi per la carenza di sonno, per 1/3 sono conseguenze di poco conto, mentre 1/3 non avverte il cambio. Per questi motivi in molti ritengono sia meglio abolire il passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa, scegliendone una sola da mantenere tutto l’anno».


Ora legale, i consigli dell’esperto

Come si possono attenuare, quindi, gli effetti del cambio di ora? «Chi sa di soffrire del cambio dell’ora è bene che inizi una sorta di pre-adattamento qualche giorno prima, andando a letto un’ora prima. Un altro suggerimento è quello di andare, domenica mattina, a fare una passeggiata di almeno mezz'ora all’aria aperta e al sole. In questo modo si faciliterà la sincronizzazione dell’orologio biologico e si potrà dormire meglio di notte. Se possibile, poi, si potrebbe pensare di andare al lavoro in bici o a piedi per qualche giorno, proprio per godere della luce del mattino e aiutare il reset dell’organismo», suggerisce l’esperto.


I “pro” dell’ora legale

Tra coloro che sostengono che sia meglio l’ora legale, c'è chi sottolinea i benefici per l’umore: uscire dall’ufficio quando c’è ancora luce, ad esempio, migliorerebbe il benessere mentale. «A beneficiare di un’ora di luce in più al pomeriggio/sera sono le cosiddette ‘allodole’, i mattinieri, coloro che rendono meglio al mattino, mentre i ‘gufi’ soffrono di più perché risentono della sveglia “anticipata” di un’ora, almeno nei primi giorni dopo il cambio dell’ora. I dati degli studi internazionali mostrano, in effetti, un aumento del 20-30% in più (in Australia anche il 40% in più) di incidenti stradali. Questo a causa di maggiore sonnolenza, riflessi ritardati, sonnolenza notturna e calo di attenzione», spiega l’esperto.


I vantaggi economici dell'ora legale

Il vero beneficio, invece, sarebbe in termini di riduzione dei consumi energetici: «Gli studi mostrano che con l’ora legale si risparmia economicamente, perché si tiene accesa di meno la luce di sera, ma spesso non si pensa al costo dei condizionatori, per esempio, in estate quando si va a dormire anche più tardi complici le giornate più lunghe. Ad avvantaggiarsi, invece, sono sicuramente le attività commerciali come locali, bar e negozi, che possono rimanere aperti di più», conferma Manfredini.


Ora legale e ora solare: cosa è meglio?

Ma allora cosa è meglio: l’ora solare o quella legale? Il dibattitto è ancora molto accesso: «Negli Usa, per esempio, il Senato ha già votato per mantenere l’ora legale per sempre e ora si attende un via libera da parte della Camera, anche se molti specialisti di società scientifiche come quelle dei pediatri o dei neurologi ritengono che l’ora solare sia migliore», ricorda il cronobiologo, che punta l’attenzione sui più giovani. «Bambini e ragazzi, complici gli smartphone e gli altri device, tendono a rimanere svegli di più alla sera. Questo, unito al fatto che col passaggio all’ora legale si dorme un’ora in meno, si traduce in un calo di rendimento a scuola, perché le lezioni sono appunto al mattino, quando c’è più sonnolenza – spiega Manfredini – Al contrario, sarebbero avvantaggiati i cronotipi ‘allodole’, perché tendono ad andare a letto prima alla sera, svegliandosi anche presto». L’ora solare e l’ora legale, però, porterebbero conseguenze anche in termini di salute negli adulti, a livello di cambio di metabolismo.


Come cambia il metabolismo

A correre maggiori rischi di salute con l’ora legale sarebbero soprattutto persone con patologie cardiovascolari e metaboliche. Secondo una ricerca, condotta dall’American Time Use Survey, mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno e di conseguenza anche sul rischio di obesità, sovrappeso e malattie metaboliche come il diabete, con conseguenze anche sul cuore.

«La ragione sta nel fatto che la deprivazione di sonno porta a modificazioni ormonali, che a lungo andare incidono sul metabolismo: si può avere un aumento degli ormoni dello stress e anche di quelli che regolano il senso di fame e di sazietà. In più pensiamo che si è portati anche a mangiare di più di sera, che invece è il momento del giorno si dovrebbe stare più leggeri. Sembra strano che tutto questo possa accadere per lo spostamento di un’ora dell’orologio, ma ricordiamo che alcuni studi hanno dimostrato come, in una camera chiusa con luce accesa, si dorme un minuto o due di meno: significa che l’organismo percepisce, la differenza», conclude Manfredini.


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