Menopausa, Tos: a cosa serve la Terapia ormonale sostitutiva

Per molte ma non per tutte. La “Tos” va prescritta solo in caso di sintomi incompatibili con una buona qualità di vita. Ecco i consigli di due esperti. «Non è una cura antiage», ci dice la professoressa Nappi



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L’interruzione del ciclo mestruale comporta spesso dei disturbi, legati al crollo degli ormoni. Ma le over 50 di oggi sono ancora attive, lavorano, si innamorano e desiderano una vita piena, anche sotto il profilo sessuale. Che fare, quindi, per contrastare i classici sintomi della menopausa? La risposta di molti ginecologi è la Tos, la terapia ormonale sostitutiva, che consiste appunto nel sostituire gli ormoni non più prodotti naturalmente dalle ovaie.

A volte questa terapia viene anche promossa come soluzione antiaging, una specie di elisir di lunga vita. Ma è proprio così? Come precisano numerosi studi, e troviamo anche scritto sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, la Tos è raccomandata alle donne che hanno vampate, disturbi del sonno e dell’umore, mentre non è consigliata “per la prevenzione dei problemi di salute che potrebbero manifestarsi più avanti negli anni quali, ad esempio, le malattie cardiovascolari o l’osteoporosi”.

La terapia ormonale sostitutiva, inoltre, non è esente da controindicazioni e per le donne con un passato di problemi oncologici o una familiarità per il tumore alla mammella è rischiosa. Come regolarsi allora? Per fare chiarezza abbiamo interpellato due big del mondo medico-scientifico. La professoressa Rossella Nappi, ginecologa, e il professor Silvio Garattini, farmacologo, ci hanno illustrato vantaggi e rischi della Tos, affinché ogni donna possa avere un quadro più completo possibile e decidere in tutta serenità quale sia soluzione più adatta alla propria storia clinica e al proprio stile di vita.

Ecco cosa ci ha detto la professoressa Rossella Nappi, presidente in pectore della Società internazionale della Menopausa e professore ordinario di ginecologia all’ Università di Pavia, Policlinico San Matteo.


Si possono assumere gli ormoni per fermare il tempo?

No, la Tos non è un antiaging, non è la pillola della giovinezza. È un farmaco e come tale va prescritto solo se c’è un’indicazione.


Quando andrebbe presa?

È necessaria se la donna presenta vampate di calore almeno 7 volte al giorno o 35 nel corso della settimana ed è a rischio di fratture.


Quanto tempo dopo la fine del ciclo andrebbe cominciata?

È superata l’idea che occorre attendere 12 mesi dalla fine del ciclo mestruale. La menopausa comincia 5-6 anni prima e sarebbe consigliabile iniziare la Tos alle prime irregolarità mestruali associate a vampate di calore.


Quanti tipi di Tos vi sono in commercio?

La Tos è un insieme di combinazioni ormonali che vanno scelte in base all’anamnesi personale. C’è una Tos per ogni donna.


È proprio necessaria la terapia ormonale?

Gli effetti della menopausa possono essere molto fastidiosi. Le vampate di calore si accompagnano di frequente a insonnia, affaticamento, disturbi del tono dell’umore, ansietà, calo del desiderio sessuale, senso di confusione mentale. Per chi non ha vampate di calore ma accusa atrofia vaginale, con secchezza, dolore ai rapporti, prurito e bruciore, è più adatta una cura ormonale non sistemica ma localizzata all’apparato vaginale.


Fino a che età bisogna assumerla?

Non esiste un limite temporale vero e proprio. Un tempo si diceva di assumerla per non molti anni dall’ingresso in menopausa, ma poi si è visto che non c'è alcuna evidenza scientifica che la Tos debba essere sospesa dopo un certo periodo.


Allora si potrebbe prendere per tutto il resto della vita?

Teoricamente sì. Ho pazienti ottantenni che continuano la terapia e stanno bene.


Ma non c’è il rischio di tumori?

Dopo 5 anni di terapia, emerge un significativo aumento del rischio di contrarre il tumore alla mammella. È quindi giusto valutare il rapporto tra rischi e benefici. Per esempio, se una donna ha problemi seri di osteoporosi ed è esposta a rischi cardiovascolari, si affronta la situazione nella sua globalità. Si cerca di usare la dose minima efficace per aiutare la paziente al meglio, senza incorrere in troppi rischi sul fronte tumori. È una bilancia delicata, che va valutata caso per caso, anche consultando altri specialisti come il cardiologo o l’ortopedico.


Cosa succede quando si interrompe la terapia?

Tornano gli effetti indesiderati? Dipende. Quasi il 75% delle donne ha sintomi che durano 4 anni e in meno di una donna su dieci i fastidi continuano oltre i 60 anni. È importante riuscire a graduare l’interruzione della Tos, diminuendo il dosaggio a poco a poco, per non favorire la ricomparsa dei sintomi.


Quindi la Tos richiede molta attenzione da parte del ginecologo...

Sì, occorre la capacità di personalizzare le terapie e di seguire la donna nel tempo.


È vero che la Tos aiuta a prevenire l’osteoporosi?

La Tos ritarda l’insorgenza dell’osteoporosi solo se iniziata presto. Se si comincia a 60 anni si può ottenere un beneficio sulle ossa ma anche un effetto destabilizzante sull’organismo in generale, che si è abituato a vivere senza ormoni.



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