TACCHI A SPILLO supersexy?
Sì, ma solo per le serate speciali. Indossati tutto il giorno, i tacchi vertiginosi inducono o accentuano le deformità del piede. «Alti e stretti, costringono ad assumere posture innaturali, che si riflettono su tutto il sistema scheletrico», precisa Sandro Giannini.
«Il peso del corpo si sposta tutto sull’avampiede, che deve sopportare un carico enorme. Frequente, nelle fans degli stiletti, la metatarsalgia, un dolore intenso e costante sulla pianta, dietro alle dita in corrispondenza del metatarso che diventa l’unica zona d’appoggio plantare.
Il campanello d’allarme? L’ipercheratosi, il costante ispessimento della pelle di quest’area che porta alla formazione di veri e propri “duroni”». E poiché il tacco a spillo si assoccia alle punte strette e a cinturini compressivi, viene favorita la comparsa di altri disturbi: dal valgismo specie se il piede è piatto) alle dita a martello, cioé retratte ad “artiglio”, con calli e vesciche sul dorso provocati dalla frizione con la tomaia (specie se il piede è cavo).
Dolorosa è anche la fascite plantare, l’infiammazione della spessa banda di tessuto connettivo fibroso che parte dal calcagno e corre sulla pianta del piede fino alle dita. Si manifesta con fitte al tallone e costringe al riposo e all’uso di antinfiammatori per alcuni giorni.
«Frequente, in chi ha il piede cavo o piatto, è infine il neuroma di Morton, la formazione di un nodulo sul nervo sensitivo tra il 3° e il 4° metatarso», dice Giannini. «Provoca un dolore violento e trafittivo, che impedisce di camminare. Si elimina con l’alcolizzazione (la “bruciatura” con una soluzione alcolica sotto controllo ecografico) o, meglio ancora, con l’asportazione chirurgica».