Gambe, come cancellare capillari e varici: le soluzioni più nuove

La stagione fredda è il momento migliore per eliminare le ragnatele di venuzze o i vasi in rilievo sulle gambe. Ecco le soluzioni ad hoc



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Gambe: quotatissime nei sondaggi, dove si guadagnano sempre il podio in quanto a parti più sexy del corpo, le vorresti non solo ben tornite e prive di cellulite, ma anche leggere, scattanti e senza zone d’ombra. Vale a dire: lisce, senza varici in evidenza su cosce e polpacci, e dal colore uniforme, prive di ragnatele di capillari.

«I segni sulle gambe sono inestetismi legati all’insufficienza venosa, un disturbo molto diffuso nel genere femminile (riguarda una donna su 10, tra i 30 e i 60 anni), complici soprattutto la familiarità, le oscillazioni di peso, le alterazioni ormonali, l’errata postura e i cattivi stili di vita, come fumo e sedentarietà », spiega Pierantonio Bacci, flebologo e chirurgo estetico, docente nei master dell’Università di Siena, Roma e Barcellona.

Ma proprio ora, con il favore delle basse temperature (vasocostrittive), e dell’effetto protettivo dalla luce solare degli indumenti (i raggi Uv possono macchiare la pelle trattata), puoi avviare la remise en forme delle tue gambe. E oggi puoi contare su diverse metodiche tecnologicamente avanzate che possono sostituire anche l’intervento chirurgico tradizionale (stripping delle vene) e i suoi lunghi tempi di recupero. A te (e al tuo medico) la scelta di quelle più adatte al tuo caso.


Via i capillari con le tecniche super-soft

Le venuzze che affiorano sulla pelle non sono altro che i piccoli o medi vasellini che si sono dilatati troppo. «Spesso i capillari evidenti (teleangectasie) dipendono da una microcircolazione poco efficiente, ma soprattutto da una cellulite trascurata, che tende a “soffocare” i tessuti, riducendo l’apporto di ossigeno alle cellule e al microcircolo», spiega Bacci.

Come eliminarli. Oltre alle classiche terapie sclerosanti (iniezioni di polidocanolo che chiudono i vasi capillari; da 3 a 5 sedute; 150-350 € l’una), che richiedono però una corretta diagnosi e una buona tecnica d’inoculazione per prevenire effetti collaterali ed evitare discromie, puoi provare altre metodiche che si eseguono sempre in ambulatorio, senza anestesia.

Sulle venuzze di calibro superiore al millimetro è indicata la microflebectomia. «Si pratica con piccoli uncini che afferrano il piccolo vaso e lo fanno uscire da incisioni di 2 millimetri. In alternativa si possono usare microfibre laser sottili come un capello che, introdotte attraverso il foro di un ago, vengono fatte scorrere all’interno delle venuzze dilatate per richiudere i vasi con degli spot di luce “ruotante”», spiega il professor Pierluigi Bacci (una seduta da 700 a 1500 € per gamba).

Un’altra tecnica praticabile per i “ciuffetti” di venuzze di piccolo/medio calibro è la laserterapia esterna, che elimina i capillari, coagulandoli, grazie agli impulsi fototermici. «Tra i più utilizzati spicca il laser Ktp, che produce un sottile raggio di luce verde ad alta energia il cui bersaglio è l’emoglobina contenuta nei globuli rossi del sangue. Il risultato è la cancellazione dei capillari senza danneggiare la cute», spiega Dvora Ancona, medico estetico a Milano.

Il numero di sedute (costo da circa 400 € l’una) dipende dall’estensione e dall’entità dei capillari.

Se i capillari hanno un diametro inferiore al mezzo millimetro, cioè sono davvero molto sottili, puoi ricorrere al microflebotattoo. «Consiste nel coagulare i vasellini dall’esterno tramite un piccolissimo ago che va su e giù e che, come la “macchinetta” utilizzata per i tatuaggi, ne segue punto per punto tutto il percorso. Posizionato sulla pelle, l’ago chiude il capillare sia con la forza meccanica sia con una piccola scarica elettrica», spiega Pierluigi Bacci. Il trattamento non è doloroso, ma può lasciare degli arrossamenti per qualche giorno.

Il numero delle sedute (a un costo 200 a 300 € l’una) dipende dall’estensione e dall’entità dell’intestetismo.


Addio alle varici con il laser o la termoablazione

In condizioni normali, le valvole interne alle vene si chiudono per impedire che il sangue refluisca verso il basso, seguendo la forza di gravità.

«Quando le valvole, in particolare della piccola e grande safena, non chiudono più, il sangue preme sulle pareti dei vasi, che si dilatano e formano le tipiche varicosità, oltre a dare altri sintomi, come formicolii, prurito, crampi notturni, gonfiori e senso di pesantezza alle gambe», spiega il flebologo Pierluigi Bacci.

Come eliminarle. Per le vene varicose evidenti, ma non ancora tali da richiedere un intervento chirurgico classico, funziona bene l’endolaser. Le caratteristiche delle nuove sonde laser, con una luce ruotante sulla punta, permettono di eseguire interventi precisi e con minime complicazioni, come l’ustione della cute o possibili recidive.

«Dopo aver raffreddato la pelle per desensibilizzare la zona da trattare, in basso, all’altezza del malleolo, si esegue una incisione di pochi millimetri per introdurre una speciale sonda laser che arriva fino all’inguine e che, sotto controllo ecografico, spara impulsi luminosi ad alta temperatura. Arretrando centimetro per centimetro, si chiude così tutta la varice, quindi la gamba viene fasciata con una benda elastica, da tenere indossata per una settimana, e la paziente può immediatamente camminare», spiega il flebologo. Il costo dell’intervento laser sulla safena è di circa 3000 €.

Per “cordoncini blu” più accentuati, puoi ricorrere in alternativa alla termoablazione eco-guidata in radiofrequenza. La tecnica consiste nell’inserimento di un micro-catetere attraverso una semplice puntura in anestesia locale in un punto della gamba precedentemente mappato con un’analisi ecografica. Una volta raggiunta la posizione pianificata con l’ecografia, la sonda emette un’onda energetica (radiofrequenza) che provoca la chiusura della vena malata (ablazione) escludendola dalla circolazione.

«I vantaggi: la mancanza di tagli chirurgici significa anche assenza di punti di sutura e di eventuali ematomi estesi. Così, la paziente può muoversi immediatamente dopo il trattamento e può riprendere le normali attività quotidiane in un paio di giorni», puntualizza Bacci.

Costo: intorno ai 2.500 euro.


Le strategie di prevenzione

Negli stadi iniziali di insufficienza venosa, per prevenire la dilatazione delle vene varicose ancora piccole e diminuire il dolore e il senso di pesantezza alle gambe, può essere utile la carbossiterapia, che oggi, grazie a sofisticate strumentazioni, può essere somministrata con alti flussi e basse dosi, in modo da vascolarizzare i tessuti senza rompere le fibre connettivali.

«Le nuove strategie permettono di utilizzare tante piccole gocce di gas iniettate lungo i percorsi dei vasi dilatati con potenze variabili alla resistenza del tessuto, quindi in modo altamente mirato», spiega il professor Pierluigi Bacci. Sono spesso sufficienti 7-8 sedute, una o due volte la settimana (tra 100 e 200 € a seduta).

Per prevenire la comparsa di teleangectasie e gonfiori, inoltre, possono essere utili integratori specifici con flavonoidi oppure con estratti vegetali di solidago virga aurea (linfodrenante), di curcuma longa (riduce la fragilità capillare), di mirtillo o vite rossa (tonificano le pareti dei vasi sanguigni). Tutti gli integratori vanno presi in cicli di 2 o 3 mesi.


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Articolo pubblicato nel n° 3 di Starbene in edicola dal 2 gennaio 2019

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