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Gambe e piedi gonfi: quali sono le cause e cosa fare

Sono tante le persone che, soprattutto a fine giornata, fanno i conti con il gonfiore di gambe e piedi. Un esperto spiega come prevenire e come capire quando il problema può nascondere una patologia

Foto: iStock



Ritrovarsi a fine giornata con due zampogne al posto dei piedi non è così raro. Oltre a dover sopportare il peso del corpo, infatti, gambe e piedi sono messi a dura prova da una circolazione passiva, che ha bisogno di essere attivata dall’esterno: «L’organismo è una complessa rete di strade e autostrade, rappresentate da vene e arterie, lungo le quali il traffico non cessa mai. Mentre le arterie si avvantaggiano dell’azione di pompa del cuore, le vene situate nelle gambe hanno necessità che i muscoli del polpaccio si contraggano, che la pianta dei piedi si fletta e che le articolazioni si muovano per favorire la risalita del sangue verso l’alto», racconta il professor Alessio Pederzoli, specialista in Chirurgia Vascolare e Angiologia a Tiberia Hospital di Roma. «Ciò significa che camminare stimola e favorisce questo complesso sistema, che invece si ferma quando restiamo seduti, sdraiati o immobili per lungo tempo».


Perché le gambe e i piedi si gonfiano

Il gonfiore di piedi, caviglie e gambe viene favorito dai lunghi stazionamenti che la vita sedentaria oppure alcune professioni impongono, ma anche da sovrappeso, obesità e gravidanza a causa dell’aumento del carico sugli arti inferiori. D’estate, poi, si somma un riflesso nervoso: le vene si dilatano per disperdere calore e abbassare la temperatura centrale del corpo, provocando spesso una sensazione di affaticamento, pesantezza e talvolta crampi notturni. «Ecco perché al mare non dobbiamo sostare troppo a lungo al sole senza “raffreddare” le gambe con bagni, docce, spray rinfrescanti o periodiche soste all’ombra», raccomanda l’esperto.


Che cosa fare

Quali sono le regole anti-gonfiore? «Evitiamo di stare in piedi o seduti per molto tempo, ma se proprio il lavoro ce lo impone allora interrompiamo l’attività almeno una volta all’ora, camminando per cinque minuti nella stanza», suggerisce il professor Pederzoli.

«Di tanto in tanto, poi, eseguiamo semplici esercizi: ad esempio, da seduti alziamo le gambe e facciamo roteare i piedi oppure muoviamone ritmicamente la punta verso il basso e verso l’alto; se siamo in piedi, invece, solleviamoci sulle punte più volte, in modo da contrarre la muscolatura del polpaccio; se dobbiamo restare sdraiati infine, magari dopo un intervento chirurgico o per un periodo di convalescenza, indossiamo le calze sanitarie per la profilassi antitrombotica e alziamo sovente il dorso del piede, in modo da stirare il polpaccio, “strizzare” il sangue intrappolato nelle fibre muscolare e farlo entrare più facilmente in circolo».

Altre regole generali sono: tenere sotto controllo il peso corporeo, seguendo una dieta povera di sale, ricca di fibre e caratterizzata dall’assunzione di un adeguato apporto di acqua; prestare attenzione all’abbigliamento, evitando indumenti troppo stretti sugli arti inferiori o sull’addome che possano impedire una corretta circolazione; indossare calzature comode, con un tacco di circa 2-3 centimetri, la cui inclinazione contente alla pianta del piedi di contrarsi correttamente.


Quando preoccuparsi

A volte, il gonfiore degli arti inferiori può essere patologico, cioè rappresenta la spia di una malattia organica. «È il caso dell’insufficienza cardiaca», avverte l’esperto. «Abbiamo detto all’inizio che la circolazione arteriosa è attivata dal cuore, che agisce da pompa. Se il muscolo cardiaco batte poco o male, il sangue raggiunge con difficoltà il circolo arterioso e ancora meno arriva nel circolo venoso, per cui inizia a ristagnare determinando un gonfiore a colonna, che si localizza dal ginocchio in giù».

Attenzione anche se una gamba si presenta calda al tatto, indurita, con la pelle tesa e lucida, dolente a livello del polpaccio quando effettuiamo la dorsiflessione del piede (cioè se flettiamo il piede verso l’alto): potrebbe trattarsi di un’insufficienza venosa o, addirittura, di una trombosi, per cui è importante rivolgersi tempestivamente al medico. «Si tratta di condizioni dall’elevato grado di familiarità, che può essere contrastata però con buone abitudini di vita: praticare una regolare attività fisica, mantenere un peso corporeo adeguato, bere almeno 2 litri di acqua al giorno e non fumare. Con queste regole possiamo ottenere buoni risultati», conclude il professor Pederzoli.


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