Acne: i 10 errori più comuni da evitare
Non è solo un fastidio estetico: l’acne è una vera e propria patologia che richiede attenzione e trattamenti personalizzati. Ecco i comportamenti quotidiani che possono peggiorarla
Per milioni di adolescenti e giovani adulti nel mondo, l'acne non è soltanto un disturbo della pelle, ma una condizione che influenza la vita quotidiana, le relazioni sociali e il benessere emotivo. Negli ultimi decenni, la sua diffusione è cresciuta: secondo il Global Burden of Disease Study citato dal British Journal of Dermatology, tra i 10 e i 24 anni i casi sono passati da 8.563 a 9.790 ogni 100.000 abitanti dal 1990 a oggi, con un aumento più marcato tra i 10 e i 14 anni.
«Nonostante i nuovi laser di ultima generazione, gran parte della gestione dell’acne dipende dalle abitudini quotidiane e dalla consapevolezza di come trattare la pelle», spiega la dottoressa Benedetta Salsi, dermatologa a Reggio Emilia. Proprio nella routine di tutti i giorni si annidano gli errori più comuni, spesso alimentati da disinformazione o consigli fuorvianti sui social. Riconoscerli è essenziale per evitare di peggiorare la situazione e impostare un percorso di cura efficace. Ma quali sono i comportamenti sbagliati più frequenti?
- Non lavare correttamente il viso
Tra gli errori più comuni, soprattutto tra gli adolescenti, c’è trascurare la detersione quotidiana. Molti confessano di lavarsi il viso solo la sera, saltando completamente il mattino. «Questo favorisce l’accumulo di sebo, l’occlusione dei pori e l’aggravarsi delle infiammazioni», avverte la dermatologa.
Una pelle ben pulita risponde meglio ai trattamenti, tanto che in Paesi come l’Australia alcuni dermatologi dedicano persino spazi appositi per insegnare la skincare corretta. «La regola è semplice», ricorda Salsi. «È sufficiente lavare il viso due volte al giorno: la sera con un detergente mirato e al mattino anche solo con un po’ d’acqua. Un gesto semplice, ma essenziale per mantenere la pelle sana e ridurre l’acne».
- Copiare le terapie degli altri o seguire i trend dei social
Un altro errore molto comune è imitare ciò che funziona per gli altri: la crema della compagna di banco, il consiglio dell’amica o i prodotti virali su TikTok. «Molti adolescenti acquistano sieri e creme solo perché diventati popolari, convinti che funzionino per tutti», riferisce Salsi. «Un esempio è la niacinamide, diventata per mesi la “soluzione miracolosa” sui social, usata come se fosse la risposta universale all’acne».
In realtà, emulare gli altri può essere rischioso. L’acne varia da persona a persona – comedonica, papulo-pustolosa, nodulo-cistica – e ogni tipo richiede trattamenti specifici e routine personalizzate. Copiare ciò che ha funzionato per qualcun altro può rivelarsi non solo inutile, ma persino dannoso.
- Affidarsi ai rimedi naturali
Sul web abbondano “rimedi miracolosi”, dagli impacchi improvvisati a sostanze applicate direttamente sulla pelle, spesso senza alcuna base scientifica. Il risultato? Nel migliore dei casi nessun miglioramento; nel peggiore, irritazioni o vere e proprie ustioni, come accade con il famoso “metodo del dentifricio”, lasciato tutta la notte sul viso.
Ciò che funziona davvero sono terapie strutturate e personalizzate. Una buona skincare quotidiana può essere affiancata a trattamenti professionali, come laser di ultima generazione, oppure a terapie farmacologiche topiche o sistemiche.
- Schiacciare i brufoli e ricorrere a manovre aggressive
La tentazione di spremere un brufolo è comune, ma farlo non accelera la guarigione: aumenta l’infiammazione, prolunga i tempi di recupero e può lasciare cicatrici o macchie. «Un brufolo “manipolato” impiega fino a tre volte più tempo a guarire rispetto a uno lasciato evolvere naturalmente», avverte la dermatologa.
Molti adolescenti cercano di velocizzare i risultati con pulizie del viso fai-da-te o trattamenti aggressivi, ma vapore e spremiture possono irritare la pelle e danneggiare la barriera cutanea. Alcune routine eccessive, con doppia o tripla detersione e prodotti troppo “purificanti”, disidratano la pelle e stimolano una maggiore produzione di sebo, peggiorando i brufoli invece di ridurli.
- Non rivolgersi a un dermatologo
Spesso si cerca di gestire l’acne da soli, sottovalutando l’importanza di una visita specialistica. Consultare un dermatologo è fondamentale, soprattutto quando l’acne crea disagio estetico o psicologico, colpendo in un’età in cui il bisogno di accettazione sociale è molto forte.
Chi si rivolge precocemente a uno specialista ha maggiori possibilità di prevenire cicatrici e danni permanenti. L’acne non sempre scompare dopo la pubertà: può persistere dagli 11-12 anni fino ai 19-20 e un trattamento mirato in questo periodo fa la differenza.
Le opzioni oggi sono molteplici e personalizzabili. I trattamenti topici comprendono detergenti e creme con principi attivi come antibiotici, retinoidi o derivati della vitamina A, che regolano sebo ed esfoliano la pelle. Possono essere affiancati a cosmetici leggeri e non comedogenici per proteggere la barriera cutanea. Nei casi più severi, il dermatologo può valutare terapie sistemiche, come antibiotici orali o isotretinoina, e il ricorso a un trattamento laser di ultima generazione.
- Considerare l’acne “normale”
Pensare che l’acne sia semplicemente una fase della crescita è un errore. Gli ormoni influiscono sullo sviluppo delle imperfezioni, ma non tutti gli adolescenti hanno acne grave e sottovalutarla può nascondere patologie sottostanti o peggiorare la pelle.
«Questo rischio è particolarmente rilevante nelle ragazze, dove l’acne può segnalare squilibri ormonali più complessi, come la sindrome dell’ovaio policistico o altri disturbi endocrini», spiega Salsi. «Ignorare il problema ritarda la diagnosi e il trattamento, mentre una valutazione precoce permette interventi tempestivi. In molti casi, combinare terapie topiche e regolazione ormonale tramite pillola può risolvere sia l’acne sia sintomi come irsutismo o cicli irregolari, prevenendo conseguenze estetiche e funzionali a lungo termine».
- Sottovalutare la protezione solare
Alcuni credono che il sole possa “asciugare” i brufoli, mentre altri esagerano coprendo troppo la pelle. La realtà è diversa: «L’abbronzatura può dare un aspetto più uniforme, ma il sole irrita i follicoli e stimola la produzione di sebo», specifica l’esperta. «Per questo, soprattutto a settembre, molti adolescenti vedono peggiorare l’acne».
Proteggere la pelle con una crema solare adeguata è fondamentale. Meglio scegliere formulazioni leggere, in gel e non comedogeniche, che difendono dai raggi solari senza ostruire i pori, evitando di aggravare il problema.
- Trascurare l’uso corretto delle creme idratanti
Molti sottovalutano l’importanza dell’idratazione, pensando che sia superflua o dannosa per l’acne. In realtà, una pelle ben idratata è più resistente e risponde meglio ai trattamenti, soprattutto con farmaci attivi come retinoidi topici o isotretinoina orale.
«Il segreto è scegliere prodotti mirati per pelli acneiche», raccomanda Salsi. «Devono nutrire senza essere troppo grassi o occlusivi, sostenendo il film idrolipidico senza ostruire i pori. Con terapie più aggressive, come l’isotretinoina, la crema idratante diventa fondamentale per proteggere la barriera cutanea e ridurre irritazioni e desquamazioni».
- Abusare del trucco
Tra le ragazze, un errore molto comune è utilizzare prodotti cosmetici non adatti alla pelle acneica. Coprire i brufoli con fondotinta o correttori può sembrare una soluzione rapida e temporanea, ma l’uso di cosmetici troppo grassi o oleosi può peggiorare l’infiammazione, ostruire i pori e rendere più difficile la guarigione delle imperfezioni.
Non significa che sia necessario abolire il trucco: per molte ragazze, infatti, cosmetici leggeri possono aiutare a ridurre il disagio psicologico e aumentare la fiducia in sé stesse. La chiave è scegliere prodotti specifici, oil-free e non comedogenici, pensati proprio per le pelli soggette ad acne.
Inoltre, è fondamentale rimuovere il trucco nel modo corretto e il prima possibile: tornate a casa da scuola o dopo una giornata fuori, detergere accuratamente il viso permette di eliminare residui di cosmetici, impurità e sebo, lasciando respirare la pelle e consentendo ai trattamenti attivi prescritti dal dermatologo di funzionare in maniera efficace.
- Sottovalutare l’alimentazione
Un ultimo errore frequente è pensare che l’alimentazione non abbia alcun ruolo sull’acne o, al contrario, attribuire a singoli cibi, come il cioccolato, una colpa eccessiva. La realtà è più sfumata: «Alimenti ad alto indice glicemico possono influenzare la produzione di sebo e peggiorare leggermente l’acne, così come latte e derivati possono stimolare le ghiandole sebacee», specifica Salsi. «Tuttavia, questi fattori da soli non determinano la gravità della condizione, che dipende da predisposizione genetica, ormoni e altri fattori ambientali».
Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura e acqua, supporta la pelle grazie a vitamine e antiossidanti naturali, come la vitamina C e la vitamina E, che favoriscono idratazione e protezione della cute. Anche alcuni integratori, se inseriti in un contesto di terapia combinata, possono avere un ruolo di supporto: zinco, omega-3 e vitamina D contribuiscono a ridurre l’infiammazione, mentre collagene e acido ialuronico possono migliorare elasticità e resistenza della pelle, soprattutto negli adulti.
In sintesi, alimentazione e integrazione non sostituiscono la terapia dermatologica, ma la supportano, aiutando a mantenere la pelle più sana e a ridurre l’infiammazione. L’approccio migliore resta sempre quello combinato: trattamenti personalizzati, skincare adeguata e supporto nutrizionale calibrato sulle esigenze individuali.
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