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Tumore al seno: la terapia ormonale riduce il rischio di recidiva

Buone notizie per le donne in menopausa operate di cancro al seno: uno studio americano ha dimostrato che seguendo la terapia ormonale per 10 anni hanno un rischio più basso di sviluppare recidive

credits: istock



di Oscar Puntel


Una terapia ormonale di 10 anni può ridurre significativamente il rischio di recidiva del cancro al seno. Lo dice un nuovo studio del Canadian Cancer Trial Group, presentato al Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica a Chicago. Gli studiosi hanno dimostrato che le donne in menopausa operate di cancro al seno ottengono beneficio dal prolungamento della terapia ormonale dai 5 ai 10 anni. Secondo la ricerca, prolungando il trattamento, il rischio di ricomparsa del tumore si abbassa del 34%.

 

PUÒ AVERE ANCHE UN EFFETTO PREVENTIVO

C’è un altro dato che emerge nella ricerca. I benefici della terapia ormonale hanno un effetto preventivo del cancro al seno anche per donne che non hanno mai presentato questa patologia.

Paul Goss, professore di Medicina all'Harvard Medical School e autore dello studio, spiega: «Le donne con cancro al seno (il tipo preso in esame è quello ER positivo, ndr) in fase iniziale vanno incontro a un rischio di ricaduta. Questo studio dà invece un'indicazione precisa, confermando che il prolungamento della terapia ormonale può ridurre ulteriormente il rischio di ricomparsa del cancro». In menopausa, invece, quando è alta la probabilità di sviluppo di un carcinoma mammario, «una terapia ormonale più lunga», aggiunge il ricercatore «ha anche dimostrato un effetto preventivo contro l’insorgenza del tumore».

 

A CHI È CONSIGLIATA

Lo studio canadese ha rilevato vantaggi derivanti dal proseguimento della terapia ormonale oltre i canonici cinque anni, dopo l’intervento chirurgico.

Questo non significa, però, che tutte le donne operate di cancro della mammella debbano sottoporsi a 10 anni di cure. Ci spiega Serena Di Cosimo, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: «Vanno valutati non solo i rischi di riammalarsi di cancro ma anche gli effetti collaterali del prolungato trattamento farmacologico, come le osteoporosi severe o il rischio di fratture. Le scelte debbono necessariamente essere personalizzate, in base alla storia clinica delle assistite.

Generalmente, le terapie ormonali sono indicate per la prevenzione delle recidive nelle donne operate di cancro della mammella in fase iniziale e che, all’esame istologico, evidenziano la presenza dei recettori ormonali. La prescrizione di queste terapie deve tenere conto anche e soprattutto dello stato di salute e della tollerabilità del trattamento”.


I VANTAGGI DELLA TERAPIA ORMONALE DOPO 10 ANNI

«La terapia ormonale estesa a 10 anni produce due importanti risultati: la percentuale di donne in vita e senza cancro al seno è più alta del 4%; viene, inoltre, ridotto il numero di casi di “tumori contro laterali” (nuovi tumori che insorgono nell'altro seno, quello non operato), che si diagnosticano ogni anno nello 0.21% delle donne trattate per 10 anni, contro una percentuale dello 0,49% della terapia quinquennale», chiarisce la dottoressa Di Cosimo. «Purtroppo, però, i casi di fratture aumentano significativamente del 4% con la terapia prolungata.

La decisione sulla cura, quindi, dipende dalla valutazione del beneficio che la paziente trae in termini di effetti collaterali, qualità della vita, valori della densità minerale ossea e riduzione del rischio individuale di riammalarsi», conclude l’esperta.

10 giugno 2016

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