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Tumore ovarico: c’è una novità

Un medicinale biologico, appena approvato dall’Agenzia del farmaco, riduce fino al 73% il rischio di recidive

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L'85% delle donne che soffre di tumore ovarico in stadio avanzato è soggetta a ricadute. Ma oggi c’è una nuova arma che aiuta a combatterle. Si chiama niraparib: è stato di recente approvato dall’Agenzia del farmaco ed è rimborsato dal Sistema sanitario nazionale.

«Questo medicinale si differenzia dai chemioterapici usati abitualmente perché, oltre a essere biologico, è in grado di inibire le recidive», spiega la dottoressa Claudia Rigamonti, esperta in oncologia di genere e farmacologia clinica. «In pratica, agisce ostacolando la replicazione del Dna delle cellule tumorali».


Chi può assumere il nuovo farmaco

Il trattamento standard del tumore ovarico, una neoplasia che colpisce in Italia circa 50mila donne, con più di 5.200 nuovi casi all’anno, prevede l’intervento chirurgico per rimuovere il più radicalmente possibile il carcinoma. Quindi si procede con 6 cicli di chemioterapia. A questo punto le donne che dopo 6 mesi non presentano recidive (rappresentano circa i 2/3) possono sottoporsi a un nuovo ciclo chemioterapico di 4 mesi e, se questo si rivela efficace, iniziare a intraprendere la terapia con niraparib che si può proseguire da 1 fino a 5 anni.

«Si tratta di un trattamento di mantenimento per le donne con carcinoma ovarico che rispondono in modo parziale o completo alla chemioterapia», sottolinea la dottoressa. In particolare il niraparib si è dimostrato efficace nei tumori con mutazioni del gene Brca1 o del gene Brca2 (per intenderci, le alterazioni di cui è portatrice Angelina Jolie) e che rappresentano un terzo dei tumori ovarici, riducendo del 73% il rischio di progressione della malattia. Ma dà benefici anche nei tumori dove non è presente la mutazione genetica, abbassando la percentuale di progressione del 50-55%.


Ha meno effetti collaterali dei chemioterapici

Questo farmaco si assume per via orale, tutti i giorni prima di andare a dormire. È meno tossico dei classici chemioterapici, infatti non fa perdere i capelli, però può causare nausea e vomito. Tra i possibili effetti collaterali ci possono essere anche problemi ematologici, come l’anemia, che tuttavia si risolvono modificando i dosaggi del farmaco.


Gli incontri per continuare a essere belle

Dedicati - Incontri di bellezza per prendersi cura di sé è il nome della campagna promossa da Acto (Alleanza contro il tumore ovarico) in varie città italiane. Riservata alle donne con tumore ovarico, propone trattamenti di bellezza offerti gratuitamente da Apeo, Associazione professionale di estetica oncologica (esteticaoncologica.org).

Manicure, pedicure, trattamenti viso e massaggi per trattare inestetismi e lenire fastidi causati dalle terapie. Inoltre vengono forniti consigli per migliorare il proprio look dall’esperta d’immagine Francesca Ragone.

«La nostra speranza è che le donne, guardandosi allo specchio, non vedano più la malattia ma solo una persona più bella e più forte di prima», afferma Nicoletta Cerana, presidente di Acto (actoonlus.it).


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Articolo pubblicato sul n. 50 di Starbene in edicola dal 27/11/2018

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