Mothering, a Milano la mostra benefica dedicata al matriarcato
Da Raffaella Carrà a Jane Goodall, sono le donne-icona della mostra-evento che, tra sessioni di yoga e Pilates, va a sostenere nove progetti umanitari nel mondo
Icone femminili della cultura cinematografica, musicale e culturale italiana e internazionale. Donne che nel loro settore sono diventate delle eccellenze e si sono sempre battute per cause ideali legate all’emancipazione femminile e "all’amore sopra ogni cosa". Da Raffaella Carrà a Taylor Swift, da Beyoncé a Michele Murgia, da Jane Goodall a Frida Kahlo. Sono queste le protagoniste della mostra-evento Mothering - L'amore sopra ogni cosa, organizzata dal collettivo CuoreGrato il 29 e 30 novembre presso la Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano. Una mostra che fa bene davvero, non solo per il potere terapeutico che hanno arte e cultura in sé. Sarà infatti anche l'occasione per fare una donazione ad associazioni dedite a cause sociali.
In esposizione una trentina di ritratti firmati dall’artista Simone Dell’Aglio, conosciuto con lo pseudonimo Simon The Graphic, che celebrano le “mother”, cioè le madri, secondo l’accezione del termine che rimanda alla “ballroom culture” degli anni ‘70, la sottocultura queer delle comunità nere e latine d’oltreoceano. Qui “Mother” era la donna che offriva accoglienza e protezione ai giovani Lgbtqia+ rinnegati dalle famiglie e respinti dalla società. Nel tempo, il termine è diventato sinonimo di personalità iconiche, carismatiche e potenti, capaci di ispirare intere community. Proprio come le protagoniste della mostra.
A sottolineare questo magico e ancestrale potere della “maternità”, la mostra si pone a sostegno di progetti internazionali che vedono protagoniste le donne e i diritti umani: infatti le nove tele grandi di donne famose saranno associate ognuna a un progetto nel mondo contro la violenza sulle donne, i matrimoni precoci, le donne bambine, in aiuto delle persone malate, dell’educazione dei bambini. Ogni “mother” avrà un progetto umanitario associato a cui si potrà fare una donazione tramite un apposito QR code.
Come fece la "mother" per eccellenza Raffaella Carrà. L'iconica conduttrice nel 2006 portò in prima serata su Rai 1 un programma che si chiamava Amore e che, pur avendo la forma di un grande show di intrattenimento, aveva un obiettivo molto preciso: spingere il pubblico a sostenere i bambini in difficoltà attraverso l’adozione a distanza. Carrà, con il suo stile diretto e la sua capacità di arrivare a tutti, trasformò un tema che fino ad allora era rimasto piuttosto di nicchia in un argomento popolare. Grazie alla popolarità di Raffaella, secondo le stime di varie organizzazioni, circa 130-150 mila italiani decisero di attivare un’adozione a distanza subito dopo la messa in onda di Amore.
Inoltre, sabato, dalle 19 alle 21, saranno conferiti i premi "Best Mother 2025", assegnati ad associazioni o figure che si sono distinte per eccellenza culturale e capacità di ispirare. Nel corso delle due giornate si potrà partecipare a sessioni di Pilates con Federico Salesi e di yoga con Francesca Senette, a un laboratorio creativo, al concerto della band al femminile Le Chansette e alla visita guidata della Fonderia.

