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Abusi sui bambini: arrivano i pediatri sentinella

Abusi e violenze psicologiche sui minori sono in aumento e in molti casi il responsabile è un genitore. Ecco perché sta nascendo la prima rete al mondo di professionisti a tutela dell’infanzia, con i pediatri di famiglia in prima linea

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di Oscar Puntel


Tanti pediatri “sentinella” per capire subito se i segnali di disagio o sofferenza mostrati da un bambino, in realtà, celano un abuso, fisico o psicologico.

Sta nascendo una grande rete di professionisti a tutela dell'infanzia. È la prima al mondo. «Contiamo di formare 15mila medici entro metà 2017, in grado di gestire queste emergenze per individuarle e segnalarle subito alle forze dell'ordine e all'autorità giudiziaria», ci spiega Pietro Ferrara, referente per la Sip, Società italiana di pediatria.


UN NETWORK NAZIONALE

Con il sostegno economico di Menarini, una multinazionale del farmaco che ha investito nel progetto 1 milione di euro, trenta pediatri e medici di base hanno partecipato a un percorso di formazione intensivo, per diventare a loro volta formatori.

Continua il dottor Ferrara: «Veloce identificazione significa intervento immediato. Questi primi 30 dottori hanno partecipato a un confronto con altre figure professionali: altri medici, giudici dei tribunali dei minori, neuropsichiatri infantili. A questo punto, il gruppo lavorerà in tutta Italia, tenendo 23 incontri, in modo da raggiungere e formare altri 1200 pediatri e medici di base. Questi ultimi saranno i nostri referenti territoriali. E saranno un riferimento per 15mila pediatri ospedalieri, di libera scelta o medici di famiglia, qualora dovessero imbattersi in casi sospetti».

La rete è sostenuta da Telefono Azzurro, dalla Federazione italiana medici pediatri, dalla Società italiana di pediatria, dall'Associazione ospedali pediatrici italiani.


IN COLLABORAZIONE CON TRIBUNALI E SERVIZI SOCIALI

Il progetto prevede il coinvolgimento anche dei tribunali dei minori, delle forze dell'ordine e dei servizi sociali. «Vogliamo che agli incontri territoriali partecipino tutte le professionalità che si trovano a dover trattare queste problematiche. Se la cosa rimanesse ferma a noi pediatri, la rete non funzionerebbe. Ognuno avrà il suo ambito di intervento ma, dopo la segnalazione, gli accertamenti e l'intervento repentino vanno per forza concordati con altre figure», aggiunge Ferrara.

I 15mila pediatri-sentinella saranno completamente operativi da inizio estate del 2017. La loro formazione terminerà in marzo. Coinvolti, come sede per i corsi, 13 ospedali pediatrici. «Troppe violenze si nascondono fra le mura domestiche» ricorda Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. «I pediatri, i medici di base rappresentano il primo punto di contatto con il sistema sanitario da parte della famiglia. Queste situazioni drammatiche non devono restare nel silenzio, come purtroppo molte volte succede».


COME CAPIRE SE UN BAMBINO È VITTIMA DI VIOLENZE

Ogni anno in Italia si stimano fra i 70mila e gli 80mila casi di violenze e abusi, dice l'ultima indagine Telefono Azzurro - Doxa Kids. Un 'fenomeno iceberg', sottostimato: due volte su tre ne è responsabile un genitore.

«Se c'è stata una violenza fisica, è abbastanza facile accorgersi perché si vedono gli ematomi o le lesioni.

Per gli abusi sessuali è più difficile il riscontro, perché i sintomi sono più sfumati, se non completamente assenti.

Bisogna quindi valutare alcuni indicatori di rischio: genitori troppo distaccati e non coinvolti emotivamente nel dolore del loro piccolo, versioni discordati su come è avvenuto un incidente domestico oppure un ampio lasso di tempo fra il sintomo e la richiesta di un accertamento medico sono già dei campanelli di allarme, per un pediatra.

Altri aspetti si rilevano nel bambino: per esempio, se cambia improvvisamente umore, se ha un calo nel rendimento scolastico, se comincia ad avere disturbi del sonno, dolori aspecifici e addominali, atteggiamenti autolesionistici. Sono tutte “spie”: indicano un bambino che quantomeno sta esprimendo un disagio”, aggiunge Pietro Ferrara della Società italiana pediatria.

17 maggio 2016

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