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Melatonina e problemi cardiaci. Facciamo chiarezza

Uno studio americano ha indicato un legame tra melatonina e rischio cardiovascolare. Ma la ricerca ha limiti metodologici, ammessi dagli stessi studiosi. Ne parliamo con il presidente della Società italiana di nutraceutica

Foto: iStock



Talvolta alcune ricerche suscitano un gran clamore e, per le conclusioni a cui giungono, rischiano di risultare allarmistiche, nonostante talvolta presentino notevoli limiti evidenziati dagli stessi studiosi. È il caso del report presentato dalla Scientific Session 2025 dell’American Heart Association (AHA), che ha indicato un legame tra melatonina e rischio cardiovascolare. Lo studio ha fatto il giro del mondo seminando il panico tra chi, per problemi di insonnia, assume questo prodotto.

Cosa dice lo studio

I ricercatori, utilizzando un ampio database internazionale (il TriNetX Global Research Network), hanno esaminato 5 anni di cartelle cliniche elettroniche di 130 mila adulti con insonnia cronica che avevano usato la melatonina per più di un anno. Sono stati incrociati con coetanei presenti nel database che soffrivano anch'essi di insonnia ma che non avevano mai usato questo prodotto.

I risultati hanno evidenziato come gli utilizzatori a lungo termine di melatonina avessero circa il 90% in più di probabilità di una diagnosi iniziale di insufficienza cardiaca rispetto ai non utilizzatori. Inoltre avevano una probabilità quasi 3,5 volte superiore di essere ricoverati per insufficienza cardiaca (19%) rispetto ai non utilizzatori (6,6%).

Inoltre, il tasso di mortalità generale nel gruppo melatonina risultava quasi raddoppiato (7,8% contro 4,3%). Ekenedilichukwu Nnadi, autore principale dello studio, commentava che «la melatonina potrebbe non essere così innocua come comunemente si suppone».

Le critiche dei ricercatori

Sono stati i ricercatori stessi ad ammettere i limiti metodologici dello studio.

«Innanzitutto - sottolineano - lo studio non dimostra un nesso diretto di causa-effetto. Inoltre, siccome in Paesi come il Regno Unito la melatonina è disponibile solo su prescrizione, mentre altrove, come negli Stati Uniti, è da banco, è possibile che chi la assumeva autonomamente senza che fosse registrata in cartella clinica sia finito nel gruppo dei non utilizzatori, influenzando l’analisi».

Il parere della Società italiana di nutraceutica

Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica, ha criticato in modo netto la metodologia dello studio, che a suo dire, contiene «una serie di pecche». Il problema, secondo l’esperto, è «nell'ottenere risultati tramite una estrapolazione sensazionalistica, quando gli stessi autori riconoscono le forti limitazioni».

Non si capisce per quali tipologie di alterazione del sonno i soggetti abbiano assunto la melatonina, per esempio. Non è nota la continuità con cui è stata assunta. Non si sa che tipo di melatonina sia stata utilizzata, ovvero se formulazioni a rapido rilascio o a lento rilascio e, soprattutto, non sono chiare le comorbidità dei pazienti trattati con melatonina rispetto ai non trattati.

Cicero sottolinea che «le alterazioni quali-quantitative del sonno rappresentano di per sé un fattore di rischio cardiovascolare». Il presidente della Sinut conclude in modo rassicurante, demolendo l’allarmismo seminato dalla ricerca. «Mi sento di dire, in tutta tranquillità, che la melatonina può essere utilizzata in totale sicurezza, con l'indicazione giusta e senza autogestione».

Cos'è la melatonina e a cosa serve

La melatonina è un ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale nel cervello. Viene spesso chiamato "ormone del sonno" perché la sua produzione aumenta in condizioni di buio, segnalando al corpo che è ora di riposare.

Assunta come integratore, ha principalmente lo scopo di regolare il ciclo sonno-veglia ed è particolarmente utile in caso di difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale) e Jet Lag, facilita l'adattamento dell'organismo al cambio di fuso orario, può aiutare a stabilizzare il ritmo circadiano compromesso da orari di sonno irregolari.

La melatonina non è un sedativo o un sonnifero potente. Non ha lo scopo di indurre il sonno immediato come un farmaco ipnotico, ma di ristabilire l'orologio biologico.

Per chi è consigliata la melatonina

La melatonina è consigliata per adulti e anziani con insonnia iniziale, viaggiatori che devono affrontare fusi orari, bambini e adolescenti, in dosaggi molto specifici e solo su prescrizione medica (spesso per disturbi neuropsichiatrici).

Non influenza direttamente la durata del sonno in termini di ore aggiuntive ma facilita la transizione dalla veglia al sonno. Può migliorare leggermente la qualità generale del riposo, ma non ha l'effetto di un sonnifero per "prolungare" il sonno notturno.

Quando assumere la melatonina e quando no

Va assunta circa 30-60 minuti prima di andare a dormire

È generalmente ben tollerata ma sono possibili rari effetti collaterali. Si posono, ad esempio, verificare sonnolenza diurna, se il dosaggio è troppo alto o se viene assunta troppo tardi, cefalea e vertigini, nausea o mal di stomaco.

Prima di assumere melatonina, è fondamentale consultare un medico, se si rientra in una di queste categorie: donne in gravidanza o allattamento, malattie autoimmuni, epilessia, diabete.


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