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Lattoferrina, che cos’è e perché è utile contro il Covid-19

Studi recenti mostrano che la lattoferrina è molto efficace nello stimolare l’immunità naturale dell’organismo ed è quindi utile contro il Covid-19, sia ai primissimi sintomi dell’infezione, sia come elemento chiave del protocollo

Foto: iStock



Riflettori puntati sulla lattoferrina, una delle molecole naturali più promettenti nella lotta al virus Sars-CoV-2. Si moltiplicano, infatti, gli studi sull'efficacia di questa proteina, sia come rimedio d’attacco (da utilizzare ai primissimi sintomi dell’infezione), sia come elemento chiave del protocollo terapeutico dei pazienti ospedalizzati. Ma che cos’è esattamente la lattoferrina e come agisce? Lo abbiamo chiesto al professor Paolo Manzoni, direttore della Pediatria e Neonatologia della Asl di Biella (Vercelli), che sta conducendo uno studio clinico in collaborazione con l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.


Il colostro è ricchissimo di lattoferrina

«La lattoferrina è una proteina, il “rinforzo biologico” più vicino al sistema immunitario che si possa trovare in natura», spiga il professor Manzoni. «Viene infatti definita “il fattore dell’immunità innata” in quanto trasmessa dalla madre al figlio durante l’allattamento. Il colostro, cioè il primo latte materno, ne è ricchissimo. Fatto che spiega perché i neonati allattati al seno si ammalino di meno nei primi anni di vita. La lattoferrina, infatti, favorisce la crescita di una flora intestinale benefica, mentre inibisce virus, funghi e batteri patogeni, impedendo di legarsi alle pareti intestinali. In pratica, forma una rete a maglie strette che protegge l’intestino dei neonati dalle infezioni». Questo per quanto riguarda il suo ruolo protettivo svolto nei primi mesi di vita. Da qui a un suo possbile utilizzo nella lotta al Covid 19 il passo è breve.


Gli studi più recenti sull'azione della lattoferrina

Un primo studio sull’azione anti-Covid della lattoferrina è stato pubblicato il luglio scorso sul Journal of Molecular Sciences, a cura di un team di ricercatori dell’Università Tor Vergata di Roma. «Dimostra come questa molecola sia molto efficace proprio perché stimola l’immunità naturale», spiega ancora il professor Paolo Manzoni.

«Viene definita una molecola “multifunzionale” perché agisce su più fronti, secondo meccanismi di azione diversi. «Legandosi alla proteina Spike del virus, per la grande affinità anticorpale, svolge un’azione di contrasto dell’infezione e di protezione dall’attacco virale». Oltre a questa azione diretta sul virus, del quale rallenta la replicazione, la lattoferrina vanta un’azione terapeutica indiretta.

A gennaio del 2021 sulla rivista Nutrients è stato pubblicato un altro studio, condotto da un gruppo di ricercatori italiani tra cui i professori Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, e Ignazio Castagliulo, docente di microbiologia all’Università di Padova. Con questa ricerca, condotta in vitro, si è valutata la capacità della molecola di regolare il rilascio dei mediatori chimici dell’infiammazione, nel corso dell’infezione. Ovvero la sua potenzialità immunomodulante, che rappresenta il focus della ricerca scientifica attuale.

Si è visto, infatti, che la lattoferrina modula i “messaggeri’ dell’attivazione della risposta immunitaria. Forti di queste conferme, è da poco partito uno studio in doppio cieco che coinvolge 152 pazienti e che si prefigge di arruolarne circa 300 entro fine giugno. Sono tutti ricoverati nei reparti Covid dell’Ospedale di Biella e di Novara, diretto dal professor Pier Paolo Sainaghi. A metà dei pazienti viene somministrato un integratore di lattoferrina (Mosiac, capsule da 200 mg), alla dose di 800 mg al giorno, pari a quattro capsule, mentre all’altra metà viene dato un placebo.

«Obiettivo di questo studio clinico, condotto “sul campo” tra pazienti ospedalizzati, è avere un ulteriore conferma del fatto che la lattoferrina sia in grado di contrastare l’eccessiva risposta immunitaria, responsabile di quella cascata di molecole infiammatorie (la famosa “tempesta citochinica”) che può condurre al decesso», spiega il professor Paolo Manzoni. «Riduce, infatti, una risposta immunitaria “esagerata” e la conseguente eccessiva produzione di citochine, che ha delle conseguenze devastanti sia a livello polmonare sia a livello di altri organi vitali come il cuore e il cervello».


Una molecola sicura e tollerabile

In farmacia è possibile trovare diversi integratori a base di lattoferrina derivata dal latte bovino, l’unico che presenta la cosiddetta “omologia strutturale” con il latte materno. Ha, infatti, una struttura biochimica del tutto simile. Può essere assunta sia a titolo di profilassi, per prevenire l’infezione da Sars-CoV-2, sia ai primi sintomi dell’infezione.

 «Essendo priva di effetti collaterali, la lattoferrina viene da più di 20 anni somministrata ai neonati prematuri per stimolare il sistema immunitario, ed è adatta anche a chi è intollerante al lattosio perché è “lactose free”», puntualizza il professor Manzoni.

Circa il dosaggio lo studio piemontese prevede 800 mg al giorno, ma già alcuni medici la prescrivono a una dose maggiore. È il caso del dottor Enrico Naldi, medico di medicina generale a Firenze, che ha trattato circa 150 suoi pazienti affetti da Covid con un protocollo che affianca i farmaci classici (come l’ibuprofene, un antinfiammatorio non steroideo) a sostanze naturali quali, appunto, la lattoferrina (da 1 a 1,2 g al giorno, nei pazienti obesi) e la vitamina D

aprile 2021

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