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Virus Zika, gli allarmismi da sfatare

Tanti i timori, spesso però generati da notizie infondate. Con l’aiuto dell’esperta cerchiamo di fare chiarezza

credits: iStock



di Cinzia Testa

Notizie errate, ipotesi ancora da valutare ma già sbandierate come fondate. Non c'è che dire, il virus Zika è il vero protagonista di questo inizio 2016. E imperversa ovunque, creando timori e allarmismi. Facciamo chiarezza con l'aiuto di Maria Paola Landini, professoressa di Microbiologia all'Università degli Studi di Bologna.


È UN VIRUS "NUOVO"?

NO. Il virus Zika è noto da anni e i primi focolai sono stati segnalati nelle zone del centro Africa e nel Sud Est asiatico e dal 2014 anche nei Paesi dell’America Latina come il Cile, il Venezuela e il Brasile. A trasmetterlo sono due varietà di zanzare del genere Aedes, tra cui la ben nota zanzara tigre.


IL RISCHIO DI EPIDEMIA È ALTO ANCHE IN EUROPA?

NO
La zanzara tigre c’è più o meno tutto l’anno anche in Italia, soprattutto nelle zone a clima più temperato. Ciononostante, difficilmente si registreranno situazioni analoghe a quelle che si stanno evidenziando in America Latina. Questo soprattutto grazie al livello sanitario nei Paesi occidentali, che è tale da bloccare l’eventuale espansione del virus. Nessun rischio di epidemia, quindi, e gli unici casi registrati sono stati di “importazione”: tre nel 2015, rientrati in Toscana dalla Polinesia, cinque quest’anno, di ritorno dall’America Latina.


METTE A RISCHIO LA SALUTE DEL NEONATO SE CONTRATTO IN GRAVIDANZA?

NON CI SONO CERTEZZEÈ il grande punto interrogativo. In effetti in Brasile sono stati registrati circa 390 casi di neonati con microcefalia, nati da donne infettate dal virus durante l’attesa. Ma, com’è stato ribadito dagli esperti internazionali, non c’è ancora una certezza relativa alla correlazione tra le due malattie. Prima di trarre conclusioni in un senso o nell’altro, gli esperti stanno quindi effettuando le indagini necessarie. E nel frattempo, ma solo a titolo di precauzione, vengono sconsigliati i viaggi nelle zone a rischio durante la gravidanza.


ESISTONO CURE?

. Non esiste la vaccinazione, quella no, e i ricercatori stanno accelerando gli studi per la formulazione di un vaccino specifico. Ma ci sono cure sintomatiche che accompagnano il paziente verso la guarigione. Si tratta in pratica di antifebbrili e antinfiammatori, vale a dire gli stessi che vengono prescritti per le malattie influenzali.


PROVOCA SINTOMI?

DIPENDE. In effetti ci si accorge di essere malati solo in un caso su quattro, con disturbi di varia intensità come febbre, dolori sparsi per tutto il corpo e mal di testa. Negli altri casi i sintomi potrebbero non essere così evidenti. È il caso allora di rivolgersi al proprio medico se il viaggio nelle zone a rischio risale solo a due o tre settimane prima e c’è il sospetto di avere contratto il virus attraverso una puntura di zanzara.


SI TRASMETTE SESSUALMENTE?

AL MOMENTO NON CI SONO CERTEZZECosì come nel caso delle tragiche nascite dei bambini cefalgici, anche qui non ci sono certezze. C’è comunque un unico contagio in questo senso ed è avvenuto negli Stati Uniti. Un ricercatore americano, al rientro da un soggiorno di lavoro di alcuni mesi in una zona a rischio, si è ammalato di Zika. A distanza di una settimana, anche la moglie. Nonostante ciò il legame con i rapporti sessuali è da appurare scientificamente.




28 gennaio 2016


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