Aderenza terapeutica e cuore: il ritornello di Elio e le Storie Tese

Troppi pazienti non prendono le medicine per il cuore in modo corretto, rischiando la vita. Così è partita la campagna per raccomandare l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche cardiovascolari, con un testimonial speciale: Elio e le storie Tese



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In Italia metà dei pazienti over 65% non segue correttamente le indicazioni del medico in merito alla cura prescritta. Un rischio altissimo soprattutto per chi è affetto da una malattia cardiovascolare, visto che per questo motivo ogni anno in Europa perdono la vita 4 milioni di persone.

Per questo motivo il Gruppo Servier ha lanciato la campagna Come un ritornello, scopo della quale è proprio promuovere l’aderenza terapeutica nelle malattie croniche cardiovascolari. Testimonial d’eccezione Elio e Le Storie Tese, che abbiamo intervistato.


Elio, come mai ha accolto l’invito a fare da testimone a questa campagna?

È un tema importante. Noi come Elio e le Storie Tese affrontiamo sempre temi che sembrano inusuali, ma fra questi può esserci anche la salute (non a caso in passato abbiamo affrontato argomenti come l’alcolismo nei minorenni): il prendere le medicine prescritte dal medico dovrebbe essere una cosa scontata, ma non lo è affatto evidentemente. Seguire bene una cura soprattutto se questa dura a lungo è fondamentale.


Ma nella Band parlate di cure, malattie e simili?

Ormai è uno dei temi più ferquenti, anche perché sono arrivato ai sessant’anni e gli altri ci stanno arrivando. Prendere i farmaci con responsabilità e non come viene viene è importante per tutti.


Per noiosa che tu sia è comunque una terapia dice il vostro ritornello… (potete ascoltarlo nel video alla fine dell'articolo, ndr)

Il tema era nelle nostre corde oltre che nei nostri “dibattiti”, quindi non è stato più complicato che scrivere un nostro pezzo “classico”. Il ritornello, la ripetizione nell’arte non è una cosa positiva, bisogna cercare di essere originali e cercare il cambiamento pur mantenendo una propria linea, nella vita invece può tradursi in un vantaggio. Bisogna essere pazienti e metodici, non a caso chi è in cura si chiama paziente. La ripetizione va applicata con intelligenza e quando serve. Per esempio per vivere bene o meglio, almeno.


Secondo lei il Covid ha migliorato il nostro approccio alla salute?

La pandemia ci ha reso tutti consapevoli che siamo degli organismi fragili. Prima del Covid noi pensavamo di essere invincibili, essendo ricchi appartenenti del mondo industrializzato. Invece il virus ci ha riportato con i piedi per terra, e questo è stato utile in generale e per molti.


Un aiuto anche dal medico curante

Il paziente deve essere "paziente" e metterci del suo ricordandosi tempi e modalità di assunzione dei farmaci. Ma anche il medico, per primo, può agevolare l'aderenza alla cura che prescrive. «La soluzione al problema della scarsa aderenza va ricercata soprattutto nella semplificazione della terapia, cercando di evitare il più possibile la frammentazione delle assunzioni dei farmaci nell’arco della giornata e riducendo al massimo il numero delle compresse», dice il professor Giovambattista Desideri, direttore UOC geriatria, lungodegenza geriatrica e Scuola di specializzazione in geriatria dell’Università degli Studi dell'Aquila.

«Efficacia, tollerabilità e semplicità del trattamento rappresentano, infatti, i requisiti indispensabili per raggiungere il successo terapeutico. L’attuale disponibilità di associazioni precostituite di farmaci di comune utilizzo in ambito cardiovascolare, quali antipertensivi e ipocolesterolemizzanti, consente al medico di raggiungere i diversi obiettivi utilizzando un numero ridotto di compresse».


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