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Gravidanza: come capire se il ginecologo è davvero in grado di seguirci

Il caso del medico che non si è accorto delle anomalie di due feti durante la sua carriera fa ancora discutere. Due esperti ci spiegano come possiamo tutelarci durante la gravidanza

iStock




di Ida Macchi


Natale 2015: all’ospedale di Parma, nasce Bryan. L’ecografia morfologica non segnalava alcun problema, ma è privo delle gambe. Nel 2003 viene alla luce Elena che, a causa di gravi disturbi psicofisici per un’infezione contratta durante la gestazione e non monitorata tramite ecografia, muore all’età di 4 anni. Denominatore comune delle due drammatiche storie: lo stesso ginecologo, T. B., che ha seguito entrambe le donne in attesa, senza accorgersi delle anomalie dei feti.

Il fatto ha sollevato numerosi interrogativi: possibile che all’esame diagnostico sfuggano malformazioni così importanti? E poi: perché la Asl o l’Ordine dei Medici, dopo il primo errore, non hanno preso provvedimenti? Già, perché nel 2013 il medico è stato condannato dal Tribunale civile di Parma a risarcire ai genitori di Elena, circa mezzo milione di euro “avendo omesso, per colpa, di accertare le gravi malformazioni da cui poteva essere affetto il feto, inibendo così alla madre la possibilità di abortire”, diritto tutelato dalla legge. «L'esistenza di una sentenza in sede civile a carico di un medico per sua negligenza non comporta che l'Ordine dei medici ne debba essere messo a conoscenza», spiega Paola Tuillier, avvocato del Foro di Roma. «Inoltre, la legge (decreto del Presidente della repubblica 221 del 1950 all'art. 38), prevede la sospensione dall’esercizio della professione in caso di gravi mancanze o per fatti disdicevoli al decoro professionale. La radiazione dall’albo, invece, è prevista in caso di condanna per reati dolosi gravi, come, per esempio, il commercio clandestino di sostanze stupefacenti o l'istigazione all'aborto». Insomma, nonostante le negligenze, il ginecologo ha potuto continuare a lavorare.


COSA CONTROLLARE QUANDO SI SCEGLIE IL MEDICO

Come tutelarsi, allora, per evitare di rimanere vittime di errori così tragici? «È importante tenere conto dell’esperienza e della preparazione del medico a cui ci si affida per un’ecografia», spiega il dottor Renato Canal, esperto in diagnostica ecografica. «È lui che decide come e quante scansioni effettuare e l’accuratezza dell’indagine dipende proprio dalla “sua mano”. Depongono a suo favore, poi, il fatto di essere iscritto a una società scientifica italiana: quella di Radiologia Medica (SIRM), o quella di Ultrasonobiologia Medica (SIUMB), per esempio, che rilasciano attestati dopo un serrato programma di addestramento e rivalutano i requisiti di idoneità degli iscritti all’albo ogni 5 anni. Importanti anche gli apparecchi impiegati: i centri più seri riportano nell’esito quello utilizzato e se è un top di gamma. Anche il tempo dedicato all’esame ha il suo peso: è il caso di diffidare di un’ecografia liquidata in 5-10 minuti. La durata di un controllo accurato è di circa mezz’ora».


22 gennaio 2016

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