Metaverso: cos’è, come funziona e le sue potenzialità

Immagina il tuo replicante virtuale in una realtà totalmente digitalizzata dove puoi lavorare, incontrare nuovi amici, fare riabilitazione e curare malattie



274832

Nel 2021 la parola metaverso è stata la star delle ricerche secondo Google Trends, insieme a realtà virtuale, realtà aumentata, NFT (non fungible token), criptovalute. Ma che cos’è? Un nuovo mondo da cui trarre maggiori opportunità e un nuovo stile di vita? Una sorta di Matrix che ci inghiottirà in una dimensione parallela? Una piattaforma dedicata ai tecnoentusiasti di tutto il pianeta che rimarrà appannaggio di pochi privilegiati? Secondo Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, sarà semplicemente il nostro futuro e l’imprenditore statunitense ci crede a tal punto da aver cambiato il nome della sua company in Meta. Sempre in quest’ottica ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi allo scopo di discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all'Italia.

Ma cosa si può fare in questa nuova dimensione? Abbiamo chiesto a Raffaella Folgieri, ingegnere, professore e ricercatore in scienze cognitive e Intelligenza Artificiale, realtà virtuale e ICT presso il Dipartimento di Filosofia Piero Martinetti dell’Università degli Studi di Milano di farci da guida nel metamondo.

Cominciamo dalla parola: cosa significa metaverso?

Compare per la prima volta nel 1992 in un romanzo cyber-punk di Neal Stephenson e indica la possibilità di muoversi in un mondo tridimensionale attraverso un avatar (la rappresentazione virtuale del nostro corpo). Il metaverso è una realtà digitalizzata completamente immersiva. Mi spiego meglio: chiunque voglia provare una meta-esperienza ha bisogno di un visore (attualmente i prezzi sono alti, vanno dai 300 € in su) e di creare un avatar, cioè una copia digitale di se stesso con cui ci si può muovere, lavorare, camminare, fare sport, chiacchierare, viaggiare in questo mondo tridimensionale. Possiamo scegliere la nostra copia digitale come più ci piace: cambiare sesso, “crearci” più alti o più bassi, più magri o più in carne, modificare i connotati, perfino trasformarci in un animale. Non ti separi mai dal tuo pet? Puoi produrre un secondo avatar del tuo cagnolino che puoi portare con te nelle tue avventure digitali. Nel metaverso tutto è possibile.


Cosa intende per realtà immersiva?

Attraverso il visore e controller appositi (sono simili ai joystick dei videogiochi), o altri device aptici (ovvero che trasmettono le sensazioni tattili), puoi sperimentare le stesse sensazioni che provi nel mondo reale mentre sei completamente isolato dal tuo corpo e dal mondo fisico. Molti ricorderanno il film Total Recall uscito nel 2012: qui il protagonista Arnold Schwarzenegger, grazie a un apposito device posizionato sulla testa, poteva trovarsi su una spiaggia mozzafiato di fronte a un mare cristallino stando comodamente seduto in poltrona. Ebbene, il futuro distopico immaginato in quel film ora è realtà.

Oggi abbiamo a disposizione una grande potenza di calcolo che ci permette di riprodurre sensazioni autentiche: più l’hardware è efficiente (visore, computer e scheda grafica) e il software (il programma scelto per l’“immersione digitale”) sofisticato, più la simulazione diventa reale. Vuoi andare alle isole Fiji durante la pausa caffè? Indossi il visore e mediante Google Earth puoi spostarti dall’altra parte del mondo in un battibaleno. Vuoi fare due passi sulla Fifth Avenue a Manhattan? Niente di più facile. Puoi vedere la mappa dall’alto e poi, premendo i pulsanti dei guanti, arrivare esattamente nella zona o nella via che stai cercando. Vuoi fare shopping da Gucci? Il suo metanegozio ti sta aspettando: puoi pagare in criptovaluta o con la tua carta di credito. Preferisci due chiacchiere con un amico a Saint-Germain de Près a Parigi? In un attimo ti trovi al quartiere latino.


Vuol dire che il nostro avatar può provare tutti i 5 sensi che abbiamo a disposizione nel mondo fisico?

Non esattamente. Il senso principale attraverso cui si accede al metaverso è ovviamente la vista (non a caso è la prima facoltà percettiva attraverso cui impariamo, sin dalla nascita), indossando il visore. Per quanto riguarda il tatto, mediante appositi guanti è possibile simulare l’attività di toccare in modo molto vivido. Rispetto all’udito, c’è ancora tanta ricerca da condurre. L’orecchio umano percepisce i rumori in modi differenti a seconda che i suoni siano vicini o lontani, in sottofondo, continui o intermittenti. La scala di sensazioni da ricreare quindi è molto diversa, e il software in grado di realizzarle deve essere molto sofisticato. Anche per quanto riguarda la riproduzione digitale delle sensazioni olfattive la ricerca sta facendo passi avanti, ma i costi rimangono per ora inaccessibili a un vasto pubblico. L’unico senso penalizzato per ora sembra il gusto, molto difficile da integrare in versione digitale, ma in futuro chissà...


Come cambierà la nostra vita tutta questa tecnologia?

La sta già cambiando: è che non ce ne accorgiamo. Ora facciamo la spesa online, ma tra pochi anni sarà possibile farla anche nel metaverso, vedere la merce che si compra, toccarla e sceglierla. Possiamo comprare una casa virtuale. Ognuno può arredare il suo ambiente con oggetti di design unici, per esempio, con la tecnologia NTF (non fungible token): si tratta di un certificato di autenticità digitale che garantisce che quell’oggetto non potrà essere copiato o riprodotto in rete. Quanto alla vista panoramica della tua casa digitale, non c’è che l’imbarazzo della scelta: puoi sentire il rumore del vento che spazza le vette innevate di una montagna o osservare il sole al tramonto mentre sprofonda sulla linea dell’orizzonte dell’oceano.


Si può fare sport come nel mondo reale?

Certo. Quando si entra nel metaverso ci muoviamo in un perimetro delimitato che puoi configurare a seconda dello spazio che hai a disposizione, una stanza o un intero appartamento. Ti muovi dentro dei confini (sono come freccette luminose) entro cui per esempio puoi correre, con il tuo corpo fisico, facendo realmente il movimento. Se li oltrepassi, ti troverai semplicemente nella tua abitazione reale o nel luogo in cui hai deciso di indossare il visore e facendo un passo indietro, rientrerai nel metaverso. Qui puoi correre, giocare a padel, perfino creare la tua sala pesi: mediante degli appositi guanti (si chiamano dataglove) puoi riprodurre la pesantezza dei manubri in modo molto fedele. In tutte queste attività i muscoli lavorano realmente e tu ti stai allenando come se fossi in uno spazio fisico.


Il metaverso può essere di aiuto anche a chi ha difficoltà a muoversi nel mondo reale?

Certo. Sono molte le applicazioni del metaverso a sostegno della medicina, per esempio per chi magari è in sovrappeso e fa fatica a muoversi oppure per chi necessita di un percorso riabilitativo dopo un incidente. All’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano sono referente scientifico di un progetto dedicato alla riabilitazione cognitiva virtuale. Se un anziano deve seguire un percorso riabilitativo importante, una lunga degenza può causargli effetti collaterali critici come per esempio la demenza senile. Per accelerare il processo di guarigione, il metaverso può risultare fondamentale. Una persona anziana dopo due ore di riabilitazione è stanca.

Invece, mediante il visore il paziente può continuare a lavorare attraverso il suo avatar e gli effetti dei movimenti virtuali offrono gli stessi benefici di quelli reali. Grazie all’utilizzo della BCI (Brain computer interface) una tecnologia che permette di misurare l’effetto di uno stimolo, siamo riusciti a dimostrare che a livello cerebrale immaginare un movimento produce lo stesso effetto benefico dell’azione reale. In pratica riprodurre un movimento attraverso il proprio alias digitale ha gli stessi effetti dell’esercizio fisico. Allo stesso modo uno stimolo cerebrale può cambiare un comportamento disfunzionale: il metaverso è molto efficace anche nella cura di malattie come l’anoressia e la bulimia. Un progetto di ricerca dell’Università di Milano sta ottenendo ottimi risultati per insegnare ai pazienti a cambiare il proprio rapporto con il cibo. Indossando il visore, si permette al proprio avatar di non percepire più gli alimenti come nemici.


Cosa si può fare nel metamondo

Comprare casa. Le due piattaforme più note dove acquistare un immobile sono Sandbox, nato nel 2012 e Decentraland, creata nel 2020. La piattaforma di Meta/Facebook è in fase di realizzazione.

Acquistare pezzi unici (NTF). I non fungible token (NFT) sono l’atto di proprietà e il certificato di autenticità digitale di un bene. Garantiscono che ciò che hai comprato nel metaverso è unico e non replicabile.

Pagare in criptovaluta. È la valuta virtuale che costituisce una rappresentazione digitale di valore nel metaverso: con questa criptomoneta si effettuano le transazioni commerciali e finanziarie.

Darsi allo shopping. Ti piace l’dea che il tuo avatar sia stiloso quanto te? Non hai che l’imbarazzo della scelta: Gucci, Dolce & Gabbana, Etro e le catene fast fashion come Zara, H&M e Benetton sono già nel metaverso.


Le differenze

Realtà virtuale. Diventata famosa con i videogiochi, la VR è la simulazione di qualcosa che facciamo nella vita reale. Può essere anche bidimensionale come un gioco sparatutto o la posta elettronica.

Realtà aumentata. È una dimensione semi-immersiva. Hai una visione tridimensionale, ma sei anche consapevole di essere presente con il tuo corpo mentre usi il visore. I chirurghi per esempio la usano per avere una visione più dettagliata mentre operano.

Metaverso. È un mondo parallelo in cui vivi un’esperienza di completa immersione a 360°: ti muovi, ti alleni, incontri amici, entri in riunione con i colleghi, fai shopping e puoi perfino comprare casa. Il tutto attraverso il tuo avatar.


Fai la tua domanda ai nostri esperti


Leggi anche

A Torino ad Area X: com'è concreta la realtà virtuale

Chat e videocall: le regole della comunicazione digitale per generare empatia

Come difendere gli occhi dall'affaticamento visivo digitale