Osteonecrosi

Morte di un frammento di tessuto osseo, dovuta a un’interruzione della circolazione sanguigna che dà luogo a infarto osseo; si parla in tal caso anche di necrosi ossea asettica. Le trabecole ossee del tessuto morto non si rinnovano più e finiscono per cedere. Se l’osteonecrosi è a carico di una zona articolare, l’articolazione si deforma […]



Morte di un frammento di tessuto osseo, dovuta a un’interruzione della circolazione sanguigna che dà luogo a infarto osseo; si parla in tal caso anche di necrosi ossea asettica. Le trabecole ossee del tessuto morto non si rinnovano più e finiscono per cedere. Se l’osteonecrosi è a carico di una zona articolare, l’articolazione si deforma e diventa dolente. L’osteonecrosi può colpire tutte le articolazioni, in particolare la testa del femore, la testa dell’omero e il condilo interno (estremità inferiore) del femore.


Cause

L’osteonecrosi può insorgere in seguito a un trauma (frattura del collo del femore che tronca i vasi nutritizi, frattura dell’osso semilunare del polso) o a una pressione eccessiva (nei subacquei), nel corso di alcune malattie (anemia falciforme, alcolismo) o durante un trattamento con corticosteroidi. Nei bambini la causa è spesso ignota.

L’osteonecrosi colpisce soprattutto la testa e l’estremità inferiore del femore.


Sintomi e diagnosi

Il dolore incide sulla mobilità articolare. La diagnosi precoce si basa sulla scintigrafia ossea o sulla risonanza magnetica, in quanto alla radiografia i segni della malattia compaiono solo tardivamente, dopo il cedimento dell’osso necrotico.


Trattamento

Se l’osso necrotico non ha ancora ceduto, è necessario che il paziente cammini per alcuni mesi con il bastone, in modo da scaricare dal peso l’arto colpito.

Se al contrario l’osso colpito si trova in una zona che può sopportare il peso del corpo (femore, tibia), si consiglia un’osteotomia (sezione dell’osso) e, talvolta, l’inserimento di una protesi articolare.