Antibioticoterapia

Terapia che utilizza uno o più farmaci antinfettivi della classe degli antibiotici, attivi contro i batteri. L’antibioticoterapia può essere preventiva o profilattica (profilassi antibiotica) oppure curativa, volta a combattere un’infezione già in corso, apparente o meno (in quest’ultimo caso è detta antibioticoterapia curativa precoce). Antibioticoterapia preventiva Può essere utile per prevenire una superinfezione batterica (per […]



Terapia che utilizza uno o più farmaci antinfettivi della classe degli antibiotici, attivi contro i batteri.

L’antibioticoterapia può essere preventiva o profilattica (profilassi antibiotica) oppure curativa, volta a combattere un’infezione già in corso, apparente o meno (in quest’ultimo caso è detta antibioticoterapia curativa precoce).

Antibioticoterapia preventiva Può essere utile per prevenire una superinfezione batterica (per esempio nei grandi ustionati o nei soggetti anziani colpiti da una malattia virale, bronchiale o polmonare). È anche utilizzata allo scopo di evitare la diffusione di germi patogeni a partire da un focolaio sul quale è previsto un intervento chirurgico (per esempio nel trattamento di un granuloma apicale dentario in un paziente con valvulopatia cardiaca, al fine di evitare un’endocardite di Osler). L’antibioticoterapia è praticata anche prima di un intervento chirurgico in cui i rischi di infezione postoperatoria siano noti.

Antibioticoterapia curativa Si impone quando i sintomi indicano che il paziente non è più in grado di combattere l’agente infettivo con le sole difese immunitarie. L’antibioticoterapia consente allora di arrestare la moltiplicazione batterica (effetto batteriostatico) o distruggere i batteri (effetto battericida).

L’antibioticoterapia curativa non deve mai essere interrotta prematuramente, sia che abbia dato buoni risultati sin dai primi giorni del trattamento sia che, al contrario, sia parsa inizialmente inefficace. Le regole di assunzione degli antibiotici sono perfettamente codificate. La scelta è determinata dallo spettro (attività antibatterica) del farmaco. È eventualmente possibile stimare il potenziale di azione sul ceppo batterico in causa mediante un antibiogramma. La posologia dipende dal peso del paziente, dall’età (gli anziani necessitano di basso dosaggio), dallo stato renale ed epatico, dal tipo e dalla gravità dell’infezione.

Occorre inoltre considerare la farmacocinetica (metabolismo e diffusione del principio attivo), in modo che le concentrazioni ottimali del farmaco giungano nel focolaio infettivo. La modalità di somministrazione può infine essere orale o parenterale (intramuscolare o endovenosa). La durata del trattamento è determinata dai segni oggettivi di guarigione e dal tipo di infezione. In base all’antibiotico prescelto, alla modalità di somministrazione e alla gravità delle condizioni del paziente si impone talora il ricovero ospedaliero. Il problema maggiore delle antibioticoterapie è oggi la comparsa, in costante aumento, di ceppi batterici resistenti agli antibiotici utilizzati. La prescrizione di un’antibioticoterapia deve dunque essere pienamente giustificata.