Eczema

Con il termine eczema (che ha come sinonimo abusato quello di dermatite, preso a prestito dalla cultura americana) si fa riferimento a un processo infiammatorio a carico della pelle: si stima che circa un terzo delle malattie dermatologiche sia costituita dall’eczema e che il numero sia in crescita sia per l’affinamento delle tecniche diagnostiche sia […]



Con il termine eczema (che ha come sinonimo abusato quello di dermatite, preso a prestito dalla cultura americana) si fa riferimento a un processo infiammatorio a carico della pelle: si stima che circa un terzo delle malattie dermatologiche sia costituita dall’eczema e che il numero sia in crescita sia per l’affinamento delle tecniche diagnostiche sia per l’incremento dell’industrializzazione, fattore che aumenta la probabilità di venire a contatto con sostanze irritanti per la pelle.

L’eczema può essere acuto o cronico: nel primo caso si presenta con arrossamento cutaneo (eritema), gonfiore locale (edema), desquamazione e presenza di vescicole che, quando si rompono, provocano la fuoriuscita del liquido detto gemizio (un elemento caratteristico di questa patologia, tanto che i dermatologi dei tempi passati parlavano di eczema umido), infine formazione di croste; nel secondo caso, invece, si formano lesioni “secche”, ispessite o lichenificate, talvolta con alterazioni della colorazione (pigmentazione) della pelle, che appare piu’ scura in alcuni tratti, come sporca o impolverata, a causa del continuo sfregamento reso impellente dal prurito, il sintomo principe di tutte le fasi descritte; i segni di “grattamento” sono quasi sempre presenti e accompagnano la patologia sin dal suo esordio.

L’eczema si presenta in maniera eruttiva, spesso a gettate ricorrenti, con chiazze irregolari a limiti sfumati; può essere circoscritto a una piccola area della pelle oppure essere generalizzato e andare quindi a interessare vaste aree cutanee.

Talvolta con lo stesso termine si accomunano alterazioni della pelle che presentano una somiglianza clinica ma che riconoscono cause e sviluppo di malattia diverse fra di loro.

La “famiglia” degli eczemi, in buona sostanza, comprende le seguenti affezioni della pelle:

  • dermatite atopica;
  • dermatite da contatto;
  • dermatite seborroica degli adulti;
  • dermatite seborroica infantile;
  • eczema da stasi;
  • eczema disidrosico;
  • eczema nummulare;
  • neurodermatite.

Alcune di queste forme vengono descritte in dettaglio in altre parti (per esempio alla voce Dermatiti); in questo lemma si fa invece preciso riferimento all’eczema da contatto nelle sue due manifestazioni, irritativa e allergica.


Eczema da contatto

È causato generalmente da una sostanza irritativa esterna che viene a contatto con la pelle, oppure da un meccanismo allergico, cioè dal legame tra una sostanza chimica semplice e una proteina cutanea che dà inizio a una reazione immunologica specifica. Le sostanze in grado di provocare questo disturbo possono essere le più svariate e, in ambiente lavorativo, sono la causa del cosiddetto eczema professionale. L’irritazione continua e ripetuta – ma talvolta è sufficiente anche un solo contatto – altera lo strato costituito da acqua e grassi (film idrolipidico) posto a protezione della pelle, provocando le lesioni tipiche dell’eczema: rossore, edema, vescicolazione, prurito. Se l’eczema non viene curato in maniera adeguata, il perpetuarsi dei sintomi porta alla cronicizzazione della patologia.

L’eczema può manifestarsi in tutte le aree corporee, anche se nei neonati si localizza con maggior frequenza su fronte, guance, avambracci, gambe, testa e collo. Nei bambini e negli adulti, colpisce in particolare il volto, il collo, la superficie volare delle braccia, le ginocchia e le caviglie.

A seconda delle sedi in cui si manifesta, l’eczema può acquisire caratteristiche peculiari, presentarsi cioè con alcune specifiche lesioni dermatologiche, che variano a seconda delle differenti condizioni anatomiche, dei fattori scatenanti e/o favorenti in quelle sedi. L’eczema ragadizzato, per esempio, è una forma particolare di eczema in cui prevalgono soluzioni di continuo che rendono difficile la riparazione tissutale. L’eczema disidrosiforme è caratterizzato dalla presenza di vescicole a contenuto teso su cute eritematosa (cioè infiammata), mentre con il termine eczema nummulare si intende un tipo di eczema a chiazze rotondeggianti, per lo più gementi e pruriginose, simili a monete (da cui il termine nummulare, che significa appunto “simile ad una moneta”) che colpisce prevalentemente le persone anziane; l’eczema biotico (per coloro che ancora credono a tale definizione...) è infine causato da agenti per lo più microbici o fungini. Tutte le forme di eczema possono essere complicate da sovrainfezioni microbiche, nel qual caso si parla di impetiginizzazione. Le diverse tipologie di eczema riassunte nella tabella della pagina a fianco rappresentano in realtà la cronicizzazione o la complicazione di un eczema acuto, che non curato, o malcurato, evolve verso forme che assumono una singolarità clinica a seconda delle sedi.


Terapia dell’eczema

La terapia dell’eczema, come di tutte le patologie specifiche della pelle, deve essere effettuata non “a naso” ma in rapporto al preciso riconoscimento della causa che ha scatenato il problema. È bene allora evitare di automedicare un eczema e, se necessario, consultare un medico o un dermatologo, in grado di considerare il tipo di eczema in relazione alla storia clinica del paziente e ai numerosi fattori che potrebbero modificare l’efficacia della risposta scelta.

La terapia ha l’intento di controllare il prurito, ridurre l’infiammazione cutanea, eradicare eventuali infezioni sovrapposte, ammorbidire e rimuovere lesioni squamose e impedire il formarsi di nuove lesioni; a volte occorre somministrare insieme più terapie, ed è necessario in ogni caso associare alla terapia specifica un corretto comportamento, evitando tutti i trigger (i fattori predisponenti) eventualmente individuati.

La terapia dell’eczema allergico consiste nell’evitare tutte le sostanze in grado di scatenare la rea­zione allergica (allergeni): è bene chiedere al medico di farne un elenco completo e dettagliato anche in funzione della possibilità che le sostanze o i farmaci “colpevoli” possano determinare reazioni crociate tra loro. Le lesioni presenti possono anche essere trattate – se il medico lo ritiene opportuno – con cortisonici locali o, dove necessario, anche per via orale o iniettiva.

Nel caso dell’eczema irritativo è buona norma eliminare il fattore scatenante, nel caso questo venga individuato. Subito dopo l’eliminazione dell’irritante, deve essere fatta una prevenzione con grembiuli, guanti, maschere e con tutti i presidi che possano ridurre o prevenire l’inalazione o il contatto con sostanze irritanti. Si deve poi cercare di ricostituire la barriera cutanea e di ripristinare la sua azione protettiva mediante creme emollienti e idratanti.

In entrambe le tipologie di eczema fin qui descritte, può risultare molto efficace l’associazione con un farmaco antistaminico che, a seconda delle condizioni cliniche del paziente, può essere scelto tra prodotti dotati di azione più o meno energica.

Sono attualmente in commercio in tutto il mondo preparati da impiegare per via locale che vanno sotto il nome di inibitori locali della calcineurina: si tratta di prodotti dotati di attività di immunomodulazione topica e in grado di controllare molto bene il prurito e l’infiammazione. Queste nuove molecole presentano il duplice vantaggio di ridurre gli effetti collaterali e sistemici del cortisone e di facilitare la medicazione (ci si può infatti limitare a una somministrazione topica al giorno). [F.P.]