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Aerofagia, stop all’aria nella pancia: le soluzioni dolci

Se mangi velocemente, masticando poco i bocconi e bevendo tutto d’un fiato, sei ad alto rischio di aerofagia. Qui trovi i rimedi green più efficaci per combattere il disturbo

Foto: iStock



Quando provi a entrare nei jeans hai uno scontro frontale con la cerniera che non vuol saperne di chiudersi?

«Probabilmente soffri di aerofagia. Durante i pasti ingurgiti aria che finisce nello stomaco e nell’intestino distendendoli», avverte il dottor Emilio Minelli, medico di famiglia ed esperto di medicina naturale a Milano.

Fra le cause più comuni ci sono i pasti veloci, la cattiva masticazione e il bere tutto d’un fiato. «Le colpe possono essere anche di una cattiva digestione, o dello stress, poiché un legame sottile lega il cervello all’apparato digerente».

Ma niente paura: per correre ai ripari hai dalla tua parte numerosi rimedi naturali. 



Se è colpa dello stress prova il massaggio tuinà

Quando l’aerofagia è legata soprattutto alle tensioni nervose, il massaggio tuinà può offrirti un aiuto extra. Prima di tutto, ungi il pollice con un unguento preparato diluendo 7-8 gocce di olio essenziale di salvia in un cucchiaino di olio di mandorle: ha un’azione rilassante sulla muscolatura liscia di stomaco e intestino.

Poi, con il polpastrello, disegna intorno all’ombelico dei cerchi concentrici sempre più grandi, procedendo in senso orario. Continua per 10 minuti circa e termina il massaggio all’inguine sinistro.

Il trattamento attenua la tensione di stomaco e intestino. E agevola l’espulsione dei gas che causano il gonfiore.


I QUATTRO "BIG" ANTI-AEROFAGIA

Carbone vegetale

Noto anche come carbone attivo, è il jolly per l’aerofagia, qualunque ne sia la causa. «Si tratta di una polvere sottilissima ottenuta dalla legna, in particolare quella di salice e pioppo, fatta carbonizzare ad alte temperature, senza fiamma», spiega Emilio Minelli.
«Essendo poroso, ingloba al suo interno i gas come una spugna, convogliandoli all’esterno con le feci».

Come prenderlo

«In pastiglie, da 50 a 100 mg al giorno, dopo i pasti, ma mai per più di 10 giorni di fila perché può causare stipsi», mette in guardia il dottor Emilio Minelli. «Inoltre, meglio distanziare di un paio d’ore l’eventuale assunzione di altri farmaci, poiché il carbone vegetale è in grado di ridurne l’assorbimento».

Semi di finocchio

Ricchi di oli essenziali, sono la soluzione ideale se l’aerofagia si associa ad una digestione lenta e difficile: migliorano la motilità dello stomaco e il suo svuotamento, bloccando i processi fermentativi.

Come prenderli

Al naturale, masticandone mezzo cucchiaino subito dopo il pasto. «Oppure in tisana, lasciandone in infusione un cucchiaino in 200 ml di acqua bollente, per 10 minuti», suggerisce l’esperto. Le dosi: «Una tazza, dopo pranzo e cena, ma mai per più di una settimana di seguito: può avere un effetto lassativo».

Ficus carica

È una pianta che rilassa le pareti dello stomaco, regolando la motilità gastrica soprattutto quando va in tilt per colpa di fattori emotivi o dello stress. L’ideale, quindi, se il gonfiore addominale si fa sentire nei periodi in cui sei tesa o in ansia.

Come prenderlo

In macerato glicerico alla 1 DH, formulazione che trovi in erboristeria ottenuta facendo macerare le gemme di fico in acqua e glicerina. «Circa 30-40 gocce diluite in un paio di dita d’acqua, prima dei 2 pasti principali, anche per un mese di fila», conclude il medico.

Althea officinalis

È una pianta ricca di mucillagini, glicoproteine che trattengono i gas, evitando che si accumulino sia nello stomaco sia nell’intestino. Inoltre ha un’azione emolliente e lenitiva, utile quando l’aerofagia provoca anche spasmi e doloretti.

Come prenderlo

«Con un infuso, preparato lasciando riposare per 10 minuti 100 g di foglie in taglio tisana della pianta in mezzo litro d’acqua», suggerisce Minelli. «È consigliabile berne una tazza dopo i 2 pasti principali ma ad almeno un paio d’ore di distanza dall’assunzione di medicinali, perché, può ridurne l’assorbimento l’assorbimento».



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Articolo pubblicato nel n° 25 di Starbene in edicola dal 4 giugno 2019

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