Tripanosomiasi africana
Malattia parassitaria provocata da un protozoo (microrganismo unicellulare) flagellato, il tripanosoma; viene detta anche tripanosomiasi del Gambia e malattia del sonno.
Tipi di tripanosomiasi africana
La tripanosomiasi africana, nelle sue due forme, è endemica nell’Africa tropicale. In particolare:
- la tripanosomiasi africana dovuta a Trypanosoma gambiense è diffusa nell’Africa occidentale e centrale;
- la tripanosomiasi africana dovuta a Trypanosoma rhodiense colpisce l’Africa orientale.
Contaminazione
La tripanosomiasi africana è trasmessa all’uomo dalla puntura di una mosca, la glossina, più nota con il nome di mosca tse-tse. I tripanosomi, grazie al loro flagello, si spostano nel sangue, nei linfonodi e nel sistema nervoso centrale.
Sintomi ed evoluzione
Benché il tempo di incubazione della malattia sia generalmente di 5-20 giorni, la tripanosomiasi può manifestarsi anche dopo vari anni. Esordisce con febbre, prurito, gonfiore dei linfonodi del collo; la milza e il fegato appaiono ingrossati. Il malato diventa irritabile o triste, talvolta molto loquace.
In alcuni casi presenta gravi turbe del comportamento e diviene aggressivo: può allora rendersi necessario il ricovero in una struttura psichiatrica. Sempre più apatico, il soggetto si addormenta durante il giorno, mangia poco e trascorre notti agitate. Se non trattata, la malattia porta al coma e alla morte in un periodo di tempo variabile a seconda dei casi.
La tripanosomiasi dovuta a Trypanosoma rhodiense ha una evoluzione più rapida: si manifesta con febbre elevata e anemia che possono, nelle forme più gravi, portare al decesso prima che si verifichi la comparsa dei segni neurologici.
Diagnosi
L’analisi del sangue o del liquor cerebrospinale (aspirato mediante puntura lombare) rivela la presenza del parassita.
Trattamento e prevenzione
Alcuni farmaci antiparassitari sono efficaci ma pericolosi per via della loro tossicità elevata. Chi si reca in Africa per turismo e coloro che vivono nelle città corrono pochi rischi di essere colpiti dalla tripanosomiasi, che non è una malattia urbana e si sviluppa solo dopo numerose punture della mosca. La specie Trypanosoma rhodiense, in particolare, infetta gli animali selvatici e non può contaminare l’uomo se non in occasione di un soggiorno nel loro habitat (caccia, safari). I servizi sanitari africani lottano attivamente contro la malattia del sonno, attraverso metodiche di individuazione delle mosche tse-tse e disinfestazione. Attualmente si assiste a una recrudescenza della malattia in gran parte dei focolai endemici dell’Africa centrale e occidentale.
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