Oncocerchiasi
Malattia parassitaria provocata dall’infestazione della cute e degli occhi da parte di un nematode, l’Onchocerca volvulus; viene detta anche oncocercosi.
Frequenza
Ne soffrono più di 20 milioni di persone. È diffusa soprattutto in molti Paesi dell’Africa subsahariana e tropicale tra cui Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Uganda, Ciad, Togo, Mali, Nigeria, Repubblica democratica del Congo. L’oncocerchiasi rappresenta una delle principali cause di cecità nell’Africa nera. Ne esistono inoltre alcuni focolai in America centrale, nella parte settentrionale dell’America meridionale e nello Yemen.
Contaminazione
L’oncocerchiasi si trasmette attraverso la puntura di insetti del genere Simulium (mosche nere), che vivono in prossimità dei corsi d’acqua. Nel pungere i soggetti infettati per nutrirsi del loro sangue, questi insetti ingeriscono microfilarie (embrioni di vermi), che poi trasmettono a individui sani con un’altra puntura. Una volta penetrati nell’organismo umano, gli embrioni si trasformano in vermi adulti (filarie) che generano nuove microfilarie.
Queste ultime si spostano sottocute diffondendosi nella cornea e nella retina, senza mai entrare in circolo nel sangue.
Sintomi e segni
Il malato presenta vari tipi di lesioni:
- lesioni cutanee che provocano prurito intenso e un ispessimento della pelle;
- lesioni sottocutanee (noduli), non dolenti, in corrispondenza del torace, delle anche e delle spalle;
- lesioni oculari (cornea e retina), che provocano dapprima una riduzione dell’acuità visiva, poi la totale perdita della vista, causata dalla presenza e dalla morte delle microfilarie negli occhi. La cecità si instaura dopo 10-15 anni di infestazione.
Diagnosi e trattamento
Una biopsia cutanea permette di trovare e identificare le microfilarie. Poiché i vermi adulti possono vivere molti anni nei noduletti sottocutanei, è necessaria l’asportazione chirurgica. L’ivermectina, che con un’unica assunzione garantisce un’azione di parecchi mesi, riduce il numero delle microfilarie presenti sottocute e negli occhi. Si tratta di un farmaco ben tollerato, e la sua somministrazione, da ripetersi ogni 6 mesi circa, non richiede il ricovero in ospedale. Tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze, una volta che il soggetto è colpito da cecità, l’handicap è da considerarsi definitivo.
Prevenzione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha predisposto un piano che prevede, oltre alla lotta agli insetti vettori e al trattamento delle popolazioni colpite, anche un programma di ricerche scientifiche.
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