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Melanoma maligno

Tumore maligno dei melanociti (cellule responsabili della pigmentazione della pelle), detto anche melanosarcoma, melanoma e nevocarcinoma.

La classificazione e la denominazione del melanoma maligno sono controverse: alcuni usano il termine melanoma per designare soltanto un tumore maligno, altri distinguono tra melanoma maligno e benigno (o nevo). Il melanoma maligno compare in genere sulla cute e sulle mucose, più raramente nell’occhio.

Melanoma maligno della cute e delle mucose La sua frequenza è in costante aumento nel mondo: è più alta nei bianchi, soprattutto se di pelle chiara e con occhi azzurri, che nei neri, ed è favorita da fattori ereditari. Sembra che la causa più frequente del melanoma sia un’esposizione eccessiva al sole, soprattutto durante i primi 15 anni di vita. Le localizzazioni mucose (soprattutto a livello vulvare) sono rare.

Melanoma spontaneo Ha in genere un aspetto pigmentato (marrone scuro o nero). La sua forma più frequente è il melanoma superficiale, piccola macchia di colore marrone scuro, camoscio o policromo (con zone rossastre, bluastre, grigiastre, biancastre), leggermente rilevato, dalla superficie mammellonata e leggermente rugosa e dai contorni irregolari. Tra le altre forme di melanoma maligno vanno ricordati il melanoma nodulare (che costituisce una sorta di pallina) e il melanoma ungueale (macchia nera sotto un’unghia).

Melanoma che origina dalla trasformazione di un neo È molto meno frequente del melanoma spontaneo. I nei (nevi melanocitici) congeniti, soprattutto quelli di diametro superiore ai 2 cm, potrebbero trasformarsi in melanomi maligni. Fattori di rischio sono la storia familiare, la cute chiara sottoposta a frequenti esposizioni solari, la presenza di nevi numerosi o localizzati in una zona spesso sottoposta ad attrito (area della cintura, fascia sotto il seno, palmo delle mani, pianta dei piedi). Un nevo che si ingrandisce, cambia aspetto (forma a cupola) o colore (è molto scuro o composto di più colori), sanguina, si ulcera o provoca prurito deve essere asportato a scopo precauzionale.

Contrariamente a quella che è un’opinione diffusa, l’asportazione di un nevo non è mai causa di trasformazione neoplastica. L’evoluzione di un melanoma maligno rimane severa, data la sua forte propensione alla recidiva e alle metastasi (epatiche, ossee, polmonari, cerebrali).


Trattamento e prevenzione

L’asportazione chirurgica di un melanoma maligno è indispensabile. In caso di recidiva o di metastasi si ricorre alla chemioterapia antineoplastica. L’efficacia di un’immunoterapia (interferone, interleuchina) è in corso di valutazione. La prevenzione si basa sull’informazione riguardo ai pericoli delle radiazioni solari, sull’utilizzo di creme solari a schermo totale e, nei soggetti predisposti, sull’individuazione precoce.

Melanoma maligno dell’occhio Colpisce più spesso la coroide (membrana sulla quale poggia la retina), più raramente l’iride, la congiuntiva o la palpebra. Il melanoma della coroide, osservabile soprattutto dopo i 50 anni di età, si manifesta con un abbassamento dell’acuità visiva di un occhio; la diagnosi è confermata attraverso l’ecografia e l’angiografia.


Trattamento

Varia a seconda dell’estensione e della localizzazione delle lesioni: dall’asportazione parziale della struttura interessata, seguita, quando possibile, da un innesto (di palpebra o di congiuntiva), all’asportazione chirurgica del globo oculare, completata dal posizionamento di una protesi estetica. Un trattamento più recente si basa su una variante della radioterapia, la protonterapia.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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