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Intubazione tracheale

Introduzione nella trachea, attraverso il cavo orale o una narice, di un tubo il cui diametro interno è di 6-8 mm per l’adulto, 2,5-6 mm per il bambino.

Il tubo tracheale può essere inserito con l’ausilio di un laringoscopio, apparecchio che permette di reclinare la lingua e visualizzare la glottide, orifizio superiore della laringe, a sua volta parte iniziale delle vie aeree posta sopra la trachea. Tale sonda è abitualmente provvista all’estremità di un palloncino esterno che, una volta gonfiato, aderisce alla parete tracheale assicurando una chiusura perfetta tra il tubo stesso e le vie aeree; con questo accorgimento, da una parte si evita l’inalazione bronchiale del liquido proveniente dall’apparato digerente, dall’altra si procede alla ventilazione artificiale insufflando periodicamente, in modo manuale o meccanico, una miscela gassosa attraverso il tubo. L’intubazione tracheale permette inoltre di mantenere la trachea in comunicazione con l’aria esterna, perché la via naturale può essere ostruita dalla lingua che in alcune circostanze, per esempio negli stati comatosi, ricade all’indietro. In anestesia, l’intubazione tracheale viene sfruttata per proteggere le vie aeree del paziente e somministrargli la ventilazione artificiale. Tolta la sonda tracheale, talvolta si manifestano dolori alla laringe, che scompaiono spontaneamente nel giro di qualche giorno.

Anche in rianimazione l’intubazione tracheale viene praticata correntemente, per erogare una ventilazione artificiale al fine di trattare l’insufficienza respiratoria, che essa sia legata a una compromissione del controllo del respiro (coma) oppure a un’alterazione dell’apparato respiratorio stesso (edema polmonare, broncopneumopatia e così via). Tuttavia, quando occorre praticare la respirazione artificiale per lunghi periodi, la scelta dei medici può cadere piuttosto su una tracheostomia (che consiste nell’apertura della trachea mediante incisione del collo, per metterla in comunicazione con l’esterno attraverso una cannula).

La principale complicanza dell'intubazione tracheale è la stenosi della trachea, imputabile all’insorgenza di granulomi (piccoli tumori di natura infiammatoria) o a una fibrosi (formazione patologica di tessuto fibroso). Nel primo caso il trattamento è semplice e si basa sull’ablazione dei granulomi mediante l'impiego del laser; nel secondo consiste nel praticare un’ablazione della porzione di trachea colpita da fibrosi, per poi abboccare i due segmenti rimasti.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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