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Glycyrrhiza glabra (liquirizia)

Pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae. La droga è costituita dai rizomi, dalle radici e dal succo. I principali componenti sono saponosidi rappresentati soprattutto dalla glicirrizina monodesmoside, che per idrolisi libera acido D-glucuronico e acido glicirretico. Contiene anche il 25-30% di amidi, il 3-10% di D-glucosio e di saccarosio e inoltre cumarine, triterpenoidi, steroli e flavonoidi (soprattutto flavanoni, calconi, isoflavoni e isoflavonoli).

È presente nelle monografie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Farmacopea italiana ufficiale indica per l’estratto secco nebulizzato un titolo in acido glicirrizico in misura non inferiore al 4%.

Studi farmacologici sperimentali in vitro e in vivo nel ratto hanno confermato l’attività antiulcera della droga. Sia la glicirrizina sia il suo aglicone, l’acido glicirretico, sono dotati di proprietà antiflogistiche e aumentano la produzione di muco a livello della mucosa gastrica. Questo avviene attraverso l’accelerazione della secrezione di mucina e l’aumento della sintesi delle glicoproteine da parte della mucosa gastrica. L’attività spasmolitica, ben dimostrata nell’animale da laboratorio, sembra dovuta ai flavonoidi. L’attività antiflogistica e antiallergica pare essere legata all’attività corticosteroido-simile dovuta a un potenziamento indiretto dell’attività dei glucocorticoidi da parte della glicirrizina e dell’acido glicirretico. Infatti in vitro l’acido glicirretico inibisce la d-4,5-b-reduttasi, enzima responsabile dell’inattivazione degli ormoni steroidei e dell’11-b-idrossisteroidodeidrogenasi, enzima che disattiva il cortisolo.

La droga ha un’azione antiradicali liberi, inibisce il rilascio di istamina dalle mastcellule, previene il danno da tetracloruro di carbonio nel fegato del ratto e la citotossicità mediata dai macrofagi. L’acido glicirretico può provocare sintomi simili a quelli dell’iperaldosteronismo, quali ritenzione di sodio, di cloro e di acqua, perdita di potassio, riduzione della diuresi e ipertensione arteriosa. Mancano studi clinici controllati a conferma della reale efficacia terapeutica di questa droga.

La liquirizia può potenziare l’attività di ibuprofene, warfarin, salicilati, acido desossicolico, digossina. Non va mai associata a trattamenti con steroidi, spironolattone e amiloride. Ne è controindicata l’assunzione in pazienti affetti da ipertensione arteriosa, cirrosi epatica, colestasi, ipokaliemia e insufficienza renale cronica. Non può essere assunta durante la gravidanza e l’allattamento. In età pediatrica se ne consiglia l’uso solo dopo i 12 anni ed esclusivamente su prescrizione medica.

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Dott. Maurizio Hanke

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